I luoghi e la storia – 2. Gli anni della guerra

Pochi mesi dopo aver conseguito il diploma in trombone, l’11 novembre 1941 decade la sospensione al reclutamento per motivi di studio. Tacchetti è chiamato alle armi il 7 dicembre 1941. Avvalendoci ancora del Foglio Matricolare, che riporta tutti gli eventi importanti del soldato, leggiamo:

Ha conseguito il diploma in trombone presso l’Accademia di Musica della G.I.L. nell’anno scolastico 1940/41 [..]. Chiamato alle armi in seguito alla sospensione del ritardo della prestazione del servizio, Circ. n. 4080/S.T. 22, in data 11-11-1941.

Tale nel corso preparatorio di addestramento presso il Rep. 58 Regg. Fanteria“.

Dettaglio del Foglio Matricolare riportante la sospensione del congedo per motivi di studio.

Il 7 dicembre Tacchetti è a Padova presso la Caserma Vittorio Emanuele III (l’odierna caserma Oreste Salomone, in Prato della Valle, vicino alla chiesa di Santa Giustina), reclutato nel 58° Reggimento Fanteria, Compagnia Deposito.

L’8 dicembre 1941 effettua la prima vaccinazione, come si evince dal Libretto Personale del Regio Esercito Italiano, mentre 2 giorni dopo, il 10 dicembre, gli viene consegnato il materiale spettante a ciascun soldato. Nello specifico, riceve (come riportato sempre nel Libretto Personale): 1 mostrina, 2 asciugatoi, 1 berretto di panno a busta, 1 borraccia, 1 borsa completa per pulizia, 1 borsa a zaino per armi, 1 paio di calzoncini da ginnastica, 2 camicie di cotone, 1 cappotto di panno, 1 colletto di tela, 1 correggia per pantaloni, 1 cucchiaio di ferro, 1 custodia per spazzola da capelli, 1 farsetto a maglia, 1 paio di fasce gambiere, 1 fascia ventriera, 2 fazzoletti, 1 forchetta, 1 gavetta, 1 giubba di panno, 1 giubba di tela bigia, 2 paia di mutande di tela, 1 paio di pantaloni di tela bigia corti, 1 paio di pantaloni di panno, 1 pastrano di panno, 3 pezzuole da piedi, 1 piastrino di riconoscimento, 1 sacchetto di tela per galletta, 1 sacco di tela impermeabile per truppe alpine, 1 paio di scarpette da ginnastica, 1 spazzola da scarpe e da vestimenta, 1 set di stellette metalliche, 2 paia di stivaletti (il secondo paio in data 04/02/1942), 1 tazza.

Libretto personale del Regio Esercito Italiano.

 

E’ proprio in questo periodo che Tacchetti incontra per la prima volta il M° Arrigo Pedrollo, come si evince da una lettera che lo stesso Tacchetti scriverà molti anni più tardi, nel 1998, all’avv. Lorenzo Pellizzari, Presidente dell’Accademia Olimpica:“Nel 1941 mi trovo a Padova arruolato nel 58° Fanteria. Avvicino il maestro Pedrollo, appena nominato direttore del “Pollini”, per chiedergli se potevo, nelle ore di libera uscita, esercitarmi ad un pianoforte del Liceo Musicale; mi disse subito di sì.”

Ora è necessario fare un piccolo ma fondamentale passo indietro al 1940, anno in cui Natalino, durante l’estate in cui fa ritorno a Vicenza da Roma, si fidanza con Caterina (che da allora sarà per tutti Gina, e che sposerà nel 1944), carissima amica di sua sorella Isetta. All’epoca Gina sta per compiere 16 anni, e per tutto il successivo periodo della guerra si instaurerà un fitto scambio epistolare tra lei e Natalino, che terrà tutte le lettere che Gina gli scriveva. Grazie a queste è oggi possibile riannodare i momenti fondamentali e i trasferimenti occorsi durante il conflitto mondiale, anche in virtù dell’abitudine di Gina di citare alcuni passaggi delle lettere ricevute – come si farebbe oggi quando si risponde ad una mail -, permettendoci in questo modo di recuperare parte dei contenuti degli scritti di Natalino.

Da Padova Tacchetti si trasferisce a Vittorio Veneto per seguire l’A.U.C. (Corso Allievi Ufficiali). Non sappiamo di preciso la data del trasferimento, ma sicuramente avviene prima del 23 dicembre 1941 dato che quel giorno Natalino riceve una lettera da Gina con destinazione “72 Reg. Fanteria II Plotone II Compagnia, Casermette Lotti, Vittorio Veneto”.

Il 4 febbraio 1942 interrompe il corso Allievi Ufficiali e il 6 febbraio è riassegnato al 58° Reggimento Fanteria, a Padova. Successivamente con lo stesso Reggimento si sposta a Genova, assegnato all’11° Compagnia Mortai da 81 del 3° Battaglione. Una curiosità: nel Libretto personale di Tacchetti sono riportati anche i punteggi relativi alle esercitazioni delle lezioni di tiro! Nella foto seguente, il dettaglio dei risultati ottenuti con il tiro al fucile:

Dal Libretto personale, la pagina che riporta i risultati ottenuti durante le lezioni di tiro al fucile.
Tacchetti in una foto datata Maggio 1942

In Liguria  il 58° Reggimento Fanteria, come si legge nel sito del Regio Esercito,  “svolgeva compiti di difesa costiera”. Durante la permanenza a Genova Tacchetti continua a dedicarsi alla musica e ad esercitarsi non appena il servizio di leva lo consente, studiando in particolare al Conservatorio con il maestro Mario Barbieri, già importante musicologo e compositore.

Da questo momento fino al mese di ottobre del 1942 manca il carteggio tra Natalino e Gina, che riprende con una lettera del 15/11/1942 indirizzata “Al Fante Tacchetti Natalino, 58 Reg. Fanteria 11 Compagnia Mortai da 81”. Questa lettera è storicamente rilevante perché Gina scrive di aver sentito alla radio notizie relative ai bombardamenti che hanno colpito Milano, Torino e Genova alla fine del mese di ottobre, e si dice preoccupata per l’incolumità di Natalino che si trova nella città ligure. I bombardamenti cui si riferisce Gina nella lettera sono quelli del 22 e 23 ottobre 1942.

Tacchetti raccontava spesso un drammatico avvenimento legato ai bombardamenti del 1942 a Genova, di cui fu testimone. Il 23 ottobre a Genova, di sera, suonò la sirena di allarme antiaereo. La popolazione, colta dal panico anche a causa dei massicci bombardamenti del giorno precedente, si riversò nei rifugi antiaerei. Nei pressi di Porta Soprana, in particolare, una moltitudine si ammassò all’ingresso della Galleria delle Grazie, dove alcuni soldati avrebbero dovuto aprire i cancelli per permettervi l’accesso. Ma i cancelli quella sera non si aprirono, e la gente ignara e spaventata si accalcò lungo una ripida scalinata senza via di fuga, con la folla che premeva schiacciando le persone che si trovavano davanti. Quando la compagnia di Tacchetti arrivò, chiamata per l’emergenza, trovò la gente accalcata all’imbocco della galleria, con le persone ridotte in fin di vita schiacciate orribilmente contro i cancelli. Ogniqualvolta ricordava questo episodio, il volto di Natalino si faceva cupo e lo sguardo lontano, come se la scena si ripresentasse ai suoi occhi. “E’ stata la scena più terribile che abbia visto in vita mia” ripeteva, commuovendosi. In quell’occasione persero la vita 354 persone, tra cui molti bambini.

A distanza di molti anni, nel mese di novembre del 2017, sono stato a Genova e ho raggiunto Porta Soprana. Ho parlato con alcune persone del posto chiedendo della Galleria delle Grazie, ma alcuni erano troppo giovani, altri ne avevano solo sentito parlare. Alcuni tuttavia mi hanno raccontato che i bombardamenti della seconda guerra mondiale hanno letteralmente cambiato il volto della città: molti degli ingressi alle vecchie gallerie antiaeree sono stati chiusi dopo la guerra, e nuovi edifici costruiti, per cui nessuno ha saputo dirmi con precisione dove si trovasse l’ingresso del rifugio. E’ comunque presente, su uno dei muri di Porta Soprana, una targa a memoria di quel drammatico giorno, che così riporta:

Targa a ricordo della tragedia della galleria delle Grazie, posta sul muro interno di Porta Soprana.
Altre due targhe poste vicino alla precedente, poste dal Comune di Genova e dai cittadini del quartiere di Porta Soprana.
Genova, Porta Soprana

 

Tornando alla lettera citata in precedenza, Gina racconta a Natalino di essere stata al “cinematografo Berico” (uno dei primi a Vicenza, oggi abbattuto) per assistere ad un cortometraggio dell’Istituto Luce dal titolo “La barbarie britannica”, relativo proprio ai bombardamenti aerei dell’ottobre 1942 a Genova e Milano. Grazie alla rete abbiamo oggi la possibilità, a distanza di quasi 80 anni, di rivedere quello stesso filmato (Giornale Luce C0294).

La lettera termina con la preoccupazione di Gina per una probabile partenza di Natalino per il fronte in Africa.

Quest’ultimo timore risulterà infondato, tuttavia anziché in Tunisia la Compagnia Mortai da 81 verrà spedita in territorio francese, nei pressi di Tolone. Questo spostamento rientrava nell’ambito dell’operazione di guerra nota come “Operazione Anton”, voluta da Hitler per contrastare lo sbarco degli Alleati in Algeria e Marocco,  e concretizzatasi con l’occupazione da parte di truppe tedesche e del Regio Esercito delle aree metropolitane della Francia Meridionale.

L’obiettivo dell’operazione era la cattura, intatta, della flotta francese nel porto di Tolone. Tuttavia, con un espediente, il comandante navale francese riuscì a far allontanare le navi per poi autoaffondarle, con lo scopo di evitarne la cattura. Questo episodio viene ripreso diffusamente dalla stampa dell’epoca e dalle radio, in base a quanto racconta Gina in una lettera del 2 dicembre, riprendendo le parole di Natalino che a sua volta le raccomanda di “non preoccuparsi delle notizie da Tolone perché il 58° Fanteria si trova in una zona sicura”.

In una lettera precedente, datata 11 novembre 1942, Gina si dice dispiaciuta perché Natalino la avverte che “non riuscirà a scrivere ogni giorno” dato che in Francia “mancano i bolli italiani e le cartoline“.

Dagli scambi epistolari si apprendono alcune regole entrate in vigore relativamente alla spedizione di corrispondenza e pacchi. Il 20 dicembre ad esempio Gina scrive a Natalino che “per Posta Militare è stato istituito il veto di spedire stampe e giornali, e quelli che volevo mandarti sono stati requisiti“. Dalla medesima lettera si evince inoltre che i civili potevano spedire ai loro cari al fronte non più di un pacco al mese, non superiore ai 2 kg e obbligatoriamente accompagnato da uno “scontrino” che il soldato doveva a sua volta spedire preventivamente, il tutto ovviamente per motivi di sicurezza. Era capitato infatti che un pacco che Gina voleva mandare a Natalino fosse stato respinto alle poste perché non accompagnato dallo “scontrino”.

Trascorso il Natale, inizia una altro anno di guerra. L’8 gennaio 1943 Gina scrive a Natalino che finalmente riuscirà a spedirgli “quaderni a righe, carta, busta dei dolci, bottiglietta d’inchiostro per la stilografica“, avendo ricevuto il suo “scontrino” in una precedente lettera.  Dice inoltre che avrebbe voluto mandargli un regalo per Natale, ma non ne ha avuto la possibilità a causa delle già note difficoltà con le Poste: “Ho chiesto anche allo zio Gino, cioè al marito di mia zia Rosina, che come sai è in Ferrovia al reparto pacchi, ma anche lui mi ha detto che non c’è niente da fare, e che da quando c’è la Posta Militare molti pacchi non partono”. Proverà comunque a mandargli un libro con un metodo per pianoforte, acquistato da Balboani (storico negozio di musica di Vicenza, che si trovava in Piazza dei Signori fino ai primi anni 80, n.d.r.), come regalo per l’Epifania. Per la prima volta parla della necessità che avranno di “acquistare un pianoforte“, e per questo “servirà mettere via un po’ di soldi“.  Gina si scusa infine per la qualità della carta, ma “la carta bella per scrivere lettere scarseggia“.

La lettera successiva, datata 19 gennaio 1943, è importante perché Gina ringrazia Natalino di un tango dal titolo “Attendimi” composto per lei, del quale riceve il testo e “non vede l’ora di ascoltare la musica”. E’ questo il primo riscontro di una composizione di Tacchetti. Inoltre Gina chiede a Natalino se in Francia riescono a ricevere la radio italiana perché, in tal caso, potrebbe “mandargli dei saluti radiofonici“. In pratica, un’antesignana delle dediche di “Radio Cuore”! Nella stessa lettera Gina riporta la notizia ricevuta da Natalino secondo la quale il 58° Fanteria si muoverà dalla Francia per tornare in Italia. Arriveranno a Ventimiglia e da lì si faranno i convogli per spostarsi presumibilmente tra la Calabria e la Lucania.

In realtà la compagnia di Tacchetti verrà trasferita a Zagarolo, vicino a Roma. Come riporta infatti il sito del Regio Esercito, il 58° Reggimento Fanteria, “rientrato in territorio metropolitano, viene schierato a protezione delle vie di accesso alla capitale”.  In una lettera del 26 gennaio 1943 si legge che Natalino, nel nuovo paese in cui sono insediati, trova un pianoforte con cui ha la possibilità di studiare ed esercitarsi, e inizia inoltre a dirigere un coro militare. In una successiva lettera del 16 febbraio, Gina infatti scrive:”Ho ricevuto proprio oggi la tua fotografia, non puoi nemmeno immaginare con quanta gioia!“. Si tratta di una foto che ritrae Tacchetti mentre dirige il coro, nella piazza centrale di Zagarolo. Sul retro della fotografia è riportato:

“Zagarolo, 7-2-43 XXI

Alla mia fanciulla adorata”

Tacchetti dirige il coro militare a Zagarolo, 7 febbraio 1943.

 

Da una lettera di pochi giorni dopo, datata 19 febbraio, si legge che Tacchetti si è spostato a Palestrina con il compito di formare una piccola orchestra militare per la quale poi preparerà e arrangerà i brani da eseguire, in attesa di entrare a far parte della Banda Reggimentale a Roma. Nel frattempo Tacchetti scrive anche una Messa della quale purtroppo non è rimasta traccia. A proposito del suo trasferimento a Palestrina, Gina scrive:”Sento che ora ti trovi un po’ disorientato, nel nuovo ambiente, ma che hai capito che starai meglio per tante altre cose.”

In una lettera di Gina del 26 febbraio si legge:”Sento pure che domenica sei ritornato a Zagarolo a salutare i tuoi vecchi amici che ti hanno accolto con gioia sincera, così come l’arciprete e il cappellano militare, e che hai subito ricevuto un invito a pranzo! Ho sentito pure che i tuoi vecchi ufficiali continuano a far pratiche perché vogliono a tutti i costi farti ritornare a Zagarolo nella tua vecchia compagnia..“. E l’1 marzo:”Ho ricevuto stamane un tuo biglietto postale dove mi dici che sei stato a Roma assieme a degli altri compagni e che hai fatto un po’ da guida, e dato che ti trovavi a Roma hai speso cento lire in libri che ti occorrono per lo studio.

Tacchetti infatti, in attesa di entrare nella Reggimentale a Roma per ricoprire il ruolo di trombone a tiro, continua a studiare ed in particolare ad esercitarsi al piano, tanto che nella piccola orchestra appena formata suona proprio il pianoforte:”Mi hai detto che pure lì nella nuova compagnia ti stai creando un ambiente molto buono, e godi della simpatia sincera dei tuoi camerati e superiori. Sento pure che il trombone non ce l’hai ancora perché non si decidono a mandarti a Roma, ma che a te non importa più di tanto perché ora nell’orchestrina ci sei come pianista, e hai maggiore soddisfazione.

Da questo momento c’è un altro “buco” di corrispondenza, fino al 13 agosto 1943. Durante il periodo di vuoto epistolare sappiamo comunque che Tacchetti è ritornato a Roma, ingaggiato finalmente nella Banda Reggimentale, riprendendo a frequentare l’Accademia Musicale per approfondire in particolare lo studio del pianoforte.

Il 13 agosto Gina scrive a Natalino una lettera che termina così:”Appena tornata (da Campogrosso, n.d.r.) ho sentito che hanno bombardato Roma, e allora di volata sono andata alla Posta e ti ho inviato un telegramma che spero avrai già ricevuto. Ad ogni modo ti invio questa mia lettera per espresso, così appena riceverai o il telegramma o l’espresso mi risponderai subito“. Natalino quel giorno si rifugerà in un bunker antiaereo, rimanendo incolume.

Busta contenente la lettera di Gina del 13 agosto 1943, che tratta del bombardamento di Roma (come riportato più tardi sulla medesima busta da Tacchetti).

 

Il bombardamento del 13 agosto cui si riferisce Gina è quello passato alla storia come il secondo bombardamento di Roma“, dopo quello del 19 luglio. In quell’occasione Papa Pio XII (Papa Pacelli) si reca tra la folla e il giorno dopo, il 14 agosto 1943, il governo Badoglio – subentrato a Mussolini dopo le “dimissioni” del 25 luglio, data che sancisce la caduta del fascismo in Italia -dichiara Roma “Città aperta”.

“L’espressione città aperta si riferisce ad una città ceduta alle forze nemiche senza combattimenti con lo scopo di evitarne la distruzione, in virtù dell’interesse storico e culturale della stessa, e del consistente numero di civili” (fonte Wikipedia).

Come riporta il sito dell’Archivio Luce (www.archivioluce.com), “il giorno successivo (al bombardamento, il 14 agosto, n.d.r.) il governo Badoglio, con l’intermediazione della Santa Sede e il canale diplomatico dei paesi neutrali, Svizzera e Portogallo, comunicò ai governi di Londra e Washington che Roma sarebbe stata considerata città aperta. Il Comando Supremo italiano ordinò immediatamente alle batterie antiaeree della zona di Roma di non reagire in nessun modo in caso di passaggio aereo nemico sulla città e si impegnò a trasferire gli stabilimenti militari e le fabbriche di armi e munizioni, e a non utilizzare il nodo ferroviario romano per scopi militari, né di smistamento, né di carico o scarico, né di deposito. La dichiarazione non impegnava tuttavia in alcun modo l’esercito tedesco: fu questo il principale motivo per cui, fino al 4 giugno 1944, Roma venne comunque fatta bersaglio di molti altri bombardamenti, compreso quello sulla Città del Vaticano del novembre 1943.

Le conseguenze di questi avvenimenti cominciano a ripercuotersi anche nelle istituzioni culturali e nei programmi di studio. In una lettera del 29 agosto Gina fa riferimento ad un “pezzettino di giornale dove c’è scritto il cambiamento di nome della tua Accademia musicale”. Lo stesso giornale inoltre riporta che “gli esami alle Università, alle Accademie e ai Conservatori di Musica si terranno non oltre il sedici di settembre”. Dice che altri pezzi di giornale avrebbe voluto mandarglieli, ma non li trova più perché “tu sai che a casa mia tutta la carta va bene per incollare, così si vede che hanno adoperato anche quella..“! I giornali riportano inoltre che “adesso che Roma è stata dichiarata Città aperta, voi soldati vi manderanno tutti via da lì, ed è molto probabile che vi mandino in su […]“.

Il 30 agosto 1943 Gina scrive a Natalino una lettera nella quale esprime il suo timore perché “l’estate sta volgendo al termine e forse avremo ancora un altro inverno di guerra.“. Sono ormai due anni che Tacchetti è militare, e questa sarà l’ultima lettera che riceverà da Gina. Gli eventi dell’8 settembre 1943 si riveleranno decisivi per le sorti dell’Italia, ma cambieranno anche il corso della loro storia.

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