Nel 2012 la famiglia Tacchetti ha donato un parte (circa 200) dei libri della biblioteca del maestro al Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza. Come riferisce il sito del Conservatorio, si tratta prevalentemente di libri che trattano la teoria, l’analisi, la didattica e la storia della musica.
A ciascun volume sono associate varie informazioni supplementari (accessibili dalla colonna “Altri dati”) come ad es. lo stato di conservazione, la collocazione, etc., e tra queste anche alcune note biografiche del titolare della donazione.
Si desidera ringraziare gli ex allievi e colleghi del maestro Tacchetti che con i loro interventi e testimonianze hanno permesso di integrare e completare alcune parti di questo sito.
Si ringraziano in particolare:
il maestro Alessandro Padoan (autore di numerosi interventi, nonché dell’articolo relativo alla Banda del Patronato Leone XIII, già banda cittadina);
la prof.ssa Linda Magaraggia,
il maestro Giuliano Fracasso,
il maestro Mario Lanaro,
il maestro Carmine Carrisi,
il maestro Gastone Zotto
il maestro Bepi De Marzi.
Si ringrazia inoltre il giornalista Alessandro Mognon, autore dell’articolo/intervista su Tacchetti pubblicato nel Giornale di Vicenza e in parte ripreso nella home page di questo sito, nonché la prof.ssa Chiara Faresin che nell’ormai lontanto 2012 ha fortemente voluto l’incontro commemorativo dal titolo “Il Maestro Tacchetti e la musica a Vicenza”, organizzato per l’Associazione SPERI, durante il quale è emersa buona parte delle testimonianze riprese in alcune sezioni di questo sito.
Tutti gli articoli sono aperti a commenti e testimonianze, si ringraziano quindi in anticipo tutto coloro che vorranno intervenire inserendo un loro ricordo, o semplicemente un episodio o un aneddoto, sul maestro Tacchetti.
“L’attuale Conservatorio musicale Arrigo Pedrollo di Vicenza ha sede presso un ex Convento dei Domenicani, fondato nel 1265. Nel 1875 divenne Orfanotrofio maschile cittadino, e dal 1949 fu assunto dalla Piccola Opera della Divina Provvidenza di Don Orione. Da allora il chiostro dell’ex convento risuonò di grida di ragazzi, di giochi e del suono della banda, fino al 1977, anno in cui cessò le attività a seguito delle nuove leggi sull’assistenza ai minori.” (tratto dal sito www.donorione.org)
In realtà la banda nacque nel 1900, e a rifondarla nel 1953 fu proprio il M° Natalino Tacchetti che, con la collaborazione del direttore dell’Istituto don Orione, don Viola, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 riuscì nell’intento di insegnare ad un gruppo di ragazzi l’uso degli strumenti musicali, fino ad esibirsi con successo in diverse località italiane.
Una delle prime foto che ritrae la banda nel periodo della fondazione risale al 1954, ed è scattata proprio nel chiostro dell’ex convento:
Banda Allievi artigiani “A. Rossi” in una foto del 1954. Al centro il maestro Tacchetti, mentre sulla destra, con gli occhiali, Don Viola. (Fotografia tratta dall’archivio dell’ex allievo Fernando Zanella)
E’ tuttavia nella seconda metà degli anni ’50 che la banda si afferma come realtà cittadina, ed ancora una volta è un articolo tratto da un giornale dell’epoca, l’Avvenire d’Italia, pagina del Corriere Vicentino, datato 5 settembre 1959, a riassumere l’attività del complesso bandistico, attraverso la presentazione di un concerto tenutosi in Piazza dei Signori a Vicenza:
“Un concerto d’eccezione in programma per domani sera.
Si può ben definire eccezionale il concerto bandistico annunciato per domani sera sabato alle ore 21 in Piazza dei Signori: ma non perché il complesso degli esecutori sia formato da grandi nomi. D’eccezione proprio per una ragione inversa in quanto protagonista della manifestazione musicale è un gruppo di giovanetti in divisa bianco azzurra che non ha tradizioni gloriose pur essendo costituito da elementi volonterosi e ben preparati che hanno come guida un maestro ottimamente quotato: Natalino Tacchetti, nostro valoroso collaboratore.
Si tratta dei piccoli suonatori dell’Orfanotrofio – Scuola Artigiana “A. Rossi” – uno degli istituti dell’Eca -, reduci da acclamati successi ottenuti in una serie di esibizioni a Milano, Arona, Locarno, Lugano e Como.
Di recente essi furono anche sul Laiten [colle sopra Asiago su cui sorge il Sacrario militare, n.d.r.] ad una manifestazione patriottica accanto alla fanfara dei bersaglieri.
I vicentini conoscono bene le benemerenze dell’orfanotrofio. Esso accoglie oggi centinaia di alunni, nella maggioranza appartenenti a famiglie prive di ogni risorsa. Nell’ospitale sede di via S. Domenico essi sono circondati dalle cure sollecite ed amorevoli dei Padri di don Orione, con a capo il generoso ed attivissimo don Viola.
I ragazzi della “Scuola artigiana allievo ufficiale pilota A. Rossi” nel laboratorio di falegnameria, in una foto del 1958. (Fotografia tratta dall’archivio dell’ex allievo Fernando Zanella)
Alcuni studiano, altri sono occupati nei vari laboratori: calzoleria, falegnameria, meccanica, forneria.
A 18 anni dovrebbero essere dimessi dall’Istituto, e sono lasciati liberi quando le famiglie ne facciano richiesta e venga assicurata un’occupazione che permetta loro di guardare con fiducia l’avvenire.
Nonostante il loro impegno a scuola e nei laboratori, parecchi di essi rinunciano alle ore di ricreazione proprio per dedicarsi all’arte musicale e al canto. E come riescono bene! Gioiose e vibranti dai loro petti e dai loro strumenti escono le note armoniose dalle quali sembra espandersi la loro esuberante attività.
I vicentini accorreranno certamente in gran numero ad applaudirli, domani sera. Il programma comprende:
“Soldato Ignoto” di E. A. Mario (trascrizione del maestro Tacchetti); la “Fantasia dell’Aida” di Verdi (pure trascrizione del maestro Tacchetti); “Canti della montagna”di N. N.; il coro dalla “Forza del destino” di Verdi; la canzone “Mamma” di Bixio; la canzone “La colpa fu” e la marcia “Puccettino” di Bartolucci.
Nella seconda parte del concerto dopo l’inno degli alpini saranno eseguiti brani da il “Nabucco” di Verdi, da “I Puritani” di Bellini (trascrizione del maestro Tacchetti); la “Casetta in Canadà” di Mascheroni, “Chell’llà” di Tacconi e infine la marcia “Strapaese” di Bartolucci.””
Eccola dunque la banda di San Domenico, ritratta in una foto datata 16 novembre 1957 (e rimasta sempre appesa nello studio del M° Tacchetti), con in prima fila il maestro:
Banda Allievi Artigiani “A. Rossi”di San Domenico nel 1957
Questa stessa foto compare in un precedente articolo dell’Avvenire d’Italia che, in data 8 dicembre 1957, riporta notizia di una evento all’Orfanotrofio San Domenico in occasione della festa dell’Immacolata. Tale articolo riveste particolare interesse in quanto cita la presenza, oltre che dell’allora presidente dell’ECA e dell’orfanotrofio Cav. Chiodi, anche del procuratore barone Carlo Rossi Di Schio e dei membri della presidenza dell’ECA:
“Festa all’orfanotrofio San Domenico
La festa dell’Immacolata è stata celebrata domenica, con particolare fervore e speciali manifestazioni, all’orfanotrofio maschile di San Domenico. Alla celebrazione, che si è svolta nel salone dell’orfanotrofio convenientemente parato a festa, erano presenti il presidente dell’Eca e dell’orfanotrofio cav. Chiodi, il procuratore barone Carlo Rossi Di Schio, membri della presidenza dell’ECA, amici dell’istituzione e familiari degli alunni, che hanno gremito l’ampio salone. Dopo che i giovani del corpo bandistico dell’orfanotrofio avevano accolto l’ingresso del barone Rossi Di Schio con l’inno degli alpini, hanno avuto luogo i festeggiamenti, nel cui nutrito programma figuravano, particolarmente apprezzati e applauditi dal pubblico, il melodramma «La scuola del villaggio» e la farsa «In tribunale», interpretati dagli ex allievi dell’istituto, diretti dal rag. Antonio Ranzini e dal signor Luigi Costantini. Chiudevano le celebrazioni scelti brani musicali interpretati dall’orchestra diretta dal m.o Tacchetti. Nella foto: il corpo bandistico dell’orfanotrofio.”
Articolo dell’Avvenire d’Italia sulla “Festa all’orfanotrofio San Domenico” dell’8 dicembre 1957.
Ritornando al primo articolo, la partecipazione sul colle del Laiten ad Asiago, cui il medesimo fa riferimento, è avvenuta in occasione della cerimonia di commemorazione del 40° della Vittoria della Prima Guerra Mondiale (quindi nel 1958), immortalata in una cartolina dell’epoca. In primo piano in piedi, con lo sguardo rivolto al paese, il M° Tacchetti:
Cartolina della Banda di San Domenico ad Asiago, 1958Retro della cartolina, con la descrizione dell’evento in italiano, tedesco, francese e inglese
Un terzo articolo che ribadisce e approfondisce l’attività della banda, aggiungendo pure qualche curiosità sull’abbigliamento dei componenti, appare in data 31/08/1958 sulle pagine del Gazzettino:
“Il 28 settembre nella città scaligera.
Due affiatati complessi vicentini al convegno regionale dei corpi bandistici
Densa attività delle bande di San Gaetano e San Domenico: quest’ultima è partita ieri per una tournée in Piemonte e Svizzera
Il 28 settembre prossimo si terrà a Verona un Convegno Regionale Veneto dei Corpi Bandistici.
A questo convegno prenderanno parte anche le Bande degli Istituti San Gaetano e San Domenico. I due Complessi bandistici cittadini sono già noti non solo alla cittadinanza, ma anche in altre città dove si sono brillantemente esibiti.
Quello di San Gaetano è composto di 32 elementi ed è stato fondato nel 1953 […].
Il complesso bandistico di S. Domenico risale al 1900, tempo in cui era diretto da Visonà. Venne riformato nel 1953, in estate, con i piccoli orfanelli dell’Istituto. Attualmente la banda è diretta del maestro Natalino Tacchetti il quale ha trovato un prezioso collaboratore nel Padre Direttore don Viola.
Dalle lunghe note sul rigo agli interminabili solfeggi, dai primi timidi suoni ai forti squilli non del tutto ortodossi, dalle illusioni alle piccole delusioni, finalmente alla formazione del complesso bene armonizzato c’è voluto del tempo. Ma oggi i “piccoli” di San Domenico hanno un nome come corpo bandistico: un nome che è un richiamo perché suonano così bene che è un piacere sentirli.
Formato il Corpo bandistico si pensò di dargli una elegante divisa, e ciò fu fatto grazie alla benefica iniziativa del Cavaliere del Lavoro Secondo Piovesan: pantaloni bianchi, giacchetta blu, cravatta rossa su camicia bianca. Così essi si fanno particolarmente notare. I piccoli suonatori, infatti, vengono chiamati in tante altre città. Già sono stati a Milano, Venezia, Alessandria, Brescia, Casale, Tortona, Verona, ovunque suscitando vaste simpatie.
Il merito dei lusinghieri successi ottenuti va principalmente al maestro Tacchetti che con tanta passione e competenza dirige il corpo fin dalla sua origine.
Al complesso ultimamente è stata unita una piccola fanfara: quattro trombe da squilli con relativi drappelli e quattro tamburelli, e ciò si è potuto fare grazie all’intervento di alcuni benefattori ed in modo particolare alla generosità del Prefetto di Vicenza, dottor Palutan. Il giorno 28 [agosto], cioè ieri, i piccoli suonatori dell’Istituto San Domenico sono partiti, in numero di 40, per la Lombardia e il Piemonte dove si esibiranno in molti locali. Dopo proseguiranno per la Svizzera, colà chiamati per una serie di concerti.
In settembre il Corpo bandistico di San Domenico terrà alcuni concerti in Piazza dei Signori. Il 28 settembre poi, insieme agli altri Corpi bandistici del Veneto, parteciperà come dicevamo all’inizio al Convegno regionale veneto di Verona.”
Anche riviste del settore (nella fattispecie dell’ambito bandistico come ANBIMA [Associazione Nazionale Bande Italiane Musicali Autonome, tuttora attiva con un proprio sito internet] e Risveglio Bandistico [dismessa invece nel 1981]) dedicano spazio alla Banda di San Domenico, definendola “una delle più belle Bande di Vicenza”:
Articolo della rivista “ANBIMA”
La banda rimane in auge fino ai primi anni ’60. Molti anni dopo, il 6 novembre 1969, Tacchetti riceve una lettera da Don Viola – nel frattempo trasferitosi al Collegio Dante Alighieri di Tortona – in risposta ad una precedente lettera dello stesso Tacchetti, purtroppo andata perduta:
“Ill.mo Sig. Maestro Tacchetti,
grazie infinite del suo graditissimo bigliettino: in poche righe ha sintetizzato un lunghissimo passato. Anch’io ricordo tutto e tutto vorrei rifare oggetto della mia vita, della mia esperienza. Ben volentieri ritornerei indietro per rifare assieme i nostri passi, per rivivere uniti gli stessi giorni gloriosi. Pazienza: la nostra vita, come impressa in un nastro, presenta scene diverse, purtroppo non reversibili: non si accettano “ripetizioni”. […]”
All’inizio degli anni ’60, con il trasferimento di Don Viola fuori Vicenza, vengono a mancare i presupposti per il prosieguo dell’attività musicale. Tacchetti cessa di seguire le vicende della banda e inizia ad occuparsi della sezione provinciale dell’A.GI.MUS (Associazione GIovanile MUSicale), da lui stesso fondata.
Sotto il timpano dell’arco d’ingresso al Conservatorio A. Pedrollo in contrà San Domenico, si può leggere ancora oggi l’iscrizione “ORFANOTROFIO E SCUOLA ARTIGIANA ALLIEVO UFFICIALE PILOTA ALESSANDRO ROSSI”.
L’iscrizione “Orfanotrofio e scuola artigiana allievo ufficiale pilota Allessandro Rossi” nell’arco di ingresso all’attuale Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza.
La scritta risale proprio a quei giorni che lo stesso Don Viola nella sua lettera ha definito “gloriosi”, e ricorda che laddove oggi sorge uno dei più titolati conservatori del Veneto, allora risuonavano gli strumenti di un gruppo di studenti sfortunati e volonterosi cui Tacchetti seppe infondere l’amore per la musica. Ed è altrettanto bello che nello stesso conservatorio ci sia oggi un’aula studio intitolata proprio al maestro Tacchetti.
Avevo promesso al nonno Natalino che avrei fatto il possibile per scrivere un libro che parlasse di lui, della sua storia e della musica cui ha dedicato tutta la vita. Sapendo di questa mia idea, mi aveva consegnato alcuni vecchi album da disegno sulle cui pagine aveva incollato foto, frasi, brochures e ritagli di articoli di giornale che scandivano i momenti essenziali della sua attività musicale.
Solo che la stesura di un libro avrebbe richiesto un tempo che inizialmente non ero in grado di stimare con certezza, rischiando così di andare per le lunghe e di relegarne peraltro il contenuto ad una ristretta cerchia di persone interessate. Così ho deciso di ripiegare momentaneamente sulla creazione di un sito web che ha il vantaggio – rispetto al libro – di poter crescere nel tempo e di essere raggiungibile ovunque.
Il contenuto nasce dunque dalle notizie e dal materiale di repertorio lasciati dal nonno, ma anche dal mare di altre informazioni, lettere, fotografie, spartiti, documenti ritrovati nel suo studio dopo la morte.
Proprio per la vastità delle informazioni e del materiale a disposizione, l’intenzione è di pubblicare il sito partendo da una (seppur già abbastanza ricca) base iniziale, salvo poi integrarlo nel tempo con l’aggiunta di nuovi contenuti.
Allo stato attuale il sito contiene pagine relative agli studi a Roma durante la guerra – corredate da passaggi tratti dalle lettere scambiate con l’allora fidanzata Gina -, all’Orchestra di Arzignano, alle Bande di San Domenico e della città di Vicenza, nonché all’attività di compositore, di collaboratore pianistico, di insegnante e divulgatore. Altri articoli sono poi relativi alla fondazione e all’attività della sezione vicentina dell’A.GI.MUS., nonché ai molti riconoscimenti ricevuti.
Successivamente verranno aggiunte pagine di approfondimento sull’attività artistica e concertistica, oltre ad una sezione contenente almeno una parte delle centinaia di articoli scritti per il giornale e relativi ai più disparati argomenti inerenti la musica, i suoi personaggi, le sue forme ed i rapporti con la società. Sarà inoltre aggiunto materiale relativo alla Banda di San Domenico, e in particolare agli eventi cittadini e alle “trasferte” nel nord Italia dato che alcune riservano spunti e personaggi di sicuro interesse.
L’intenzione è infine di integrare le parti già esistenti con ulteriori racconti, foto e – laddove possibile – registrazioni (in particolare per le composizioni) e video.
Relativamente alle composizioni, come specificato nella sezione dedicata, ne sono state catalogate poco meno di un centinaio tra quelle presentate in concerto ed inedite. Aggiungendo le composizioni a prevalente scopo didattico e le trascrizioni, si arriva a poco più di 200. Se qualcuno fosse interessato ad approfondire l’argomento, può contattarmi compilando l’apposito form di Contatti (disponibile dal menu in fondo a ciascuna pagina). La stessa pagina di Contatti può al momento essere utilizzata anche per chiedere di ricevere notifiche su aggiornamenti o novità del sito, qualora lo si desideri.
In ogni articolo è possibile inserire commenti, per cui chiunque sia stato allievo di Tacchetti, o collega, o semplicemente l’abbia conosciuto e volesse inserire un suo ricordo, può farlo liberamente permettendo a questo spazio virtuale di crescere anche attraverso la testimonianza di chi ha avuto l’opportunità di incontrarlo.
Per concludere, lo scopo di questo lavoro è di tener viva la memoria di una persona che è stata al contempo musicista, insegnante e divulgatore. Con entusiasmo, senso dell’umorismo e competenza, Natalino Tacchetti ha dispensato musica e cultura musicale ad intere generazioni di vicentini – e non solo -, conducendo una vita straordinaria che merita di essere ricordata.
Questo è il mio modo di ringraziare il nonno per tutto quanto ha rappresentato per me, e di mantenere almeno in parte la promessa.
Il 28 gennaio del 2002, in occasione dell’ottantesimo compleanno di Tacchetti (festeggiato poco più di un mese prima, il 24 dicembre del 2001), l’allora sindaco Enrico Hullweck e il Comune di Vicenza organizzano un evento presso la Sala degli Stucchi di Palazzo Trissino, sede del Comune.
La lettera di invito riporta:
“Vicenza, 18 gennaio 2002
L’Amministrazione Comunale intende dare particolare risalto all’80° compleanno del M° Natalino Tacchetti per il servizio reso alla città di Vicenza nelle arti della musica e dell’insegnamento.
Mi è dunque particolarmente gradito invitarVi all’incontro che avrà luogo lunedì 28 gennaio alle h. 17 nella Sala degli Stucchi di Palazzo Trissino in Corso Palladio, 98.
Confidando non vorrete mancare a questa occasione per festeggiare il nostro meritevole concittadino, in attesa d’incontrarVi invio i miei più cordiali saluti,
Enrico Hullweck”
Di seguito si riportano alcune foto di quella giornata (purtroppo di qualità non ottimale, trattandosi di fotogrammi estratti dal video girato da un’emittente locale per la pagina della cultura nei notiziari).
Tacchetti è ricevuto dal sindaco di Vicenza Enrico Hullweck in occasione dell’evento organizzato in Sala degli Stucchi, a Palazzo Trissino, per il suo ottantesimo compleanno
Tacchetti riceve dal sindaco la targa che così riporta:”IL SINDACO DI VICENZA Enrico Hullweck al Maestro Natalino Tacchetti nel suo 80° compleanno”
Tacchetti riceve i fiori al termine della cerimonia
Tacchetti al pianoforte durante la cerimonia
La torta di compleanno offerta dal Comune, con la riproduzione di un pianoforte e della scena del Teatro Olimpico di Vicenza
Nei giorni seguenti il Giornale di Vicenza e il Gazzettino danno risalto all’evento con 2 articoli. Il Giornale di Vicenza riporta:
“Il sindaco ha festeggiato il compleanno di uno dei compositori più amati della città. In suo onore una torta col disegno di un pianoforte.
Il maestro Tacchetti spegne 80 candeline a Palazzo
«Un piccolo riconoscimento per la bravura di una persona che abbiamo sempre nel cuore»
Una torta con il disegno di un pianoforte, tanti amici, allievi, compositori oggi famosi, il sindaco a ricordare questo compleanno, i suoi ottanta anni splendidi, tra musica e spartiti. Così è stato celebrato ufficialmente il compleanno di uno dei Maestri più stimati e amati in città. «A lui un piccolo riconoscimento per la sua bravura – ha esordito il sindaco di Vicenza – per una persona che noi abbiamo sempre nel cuore. Auguri Maestro!» [..]”
L’articolo prosegue poi con alcune brevi note biografiche, già ampiamente riportate nelle diverse sezioni di questo stesso sito.
Articolo apparso sul Giornale di Vicenza in occasione dell’80° compleanno festeggiato a Palazzo Trissino
Il secondo articolo invece così esordisce:
“Ieri la Giunta comunale ha voluto celebrare gli 80 anni del cittadino benemerito
Festa per il maestroTacchetti
Una carriera artistica di valore, divisa tra studio, composizione e insegnamento della musica. Questo il riconoscimento che la giunta berica ha conferito ieri a palazzo Trissino al maestro Natalino Tacchetti [..].
Erano le 17 in punto quando il maestro (o il professore come lo ricordano affettuosamente anche i tanti vicentini che alle medie lo hanno avuto come professore di musica) è stato accolto dal sindaco Enrico Hullweck e dall’assessore alla cultura Bagnara.
«Tacchetti è tra quelle persone – ha detto un divertito Hullweck in una atmosfera molto rilassata, dove non sono mancate le battute tra la platea, lo stesso sindaco e il maestro – che ha servito la musica e non se ne è servito.» E’ stato poi Tacchetti (diplomato in trombone, alta composizione, pianoforte ed esperto di paleografia musicale) a ricordare «le soddisfazioni avute a Vicenza soprattutto nell’insegnamento; soddisfazioni testimoniate anche da quei miei allievi che sono diventati musicisti o insegnanti di primo piano.»”
Articolo apparso sul Gazzettino per gli 80 anni di Tacchetti a Palazzo Trissino
I concetti espressi dal M° Padoan, dalla prof.ssa Magaraggia e dal M° Lanaro su come Tacchetti interpretasse il ruolo di didatta, ricorrono spesso nelle lettere spedite dagli studenti al proprio maestro. Oggi è difficile pensare che uno studente scriva al proprio insegnante, ma egli riusciva ad instaurare un rapporto tanto confidenziale e umano che a molti allievi veniva naturale usare un mezzo di comunicazione come la lettera per informare il maestro di un esame superato, o per condividere la loro soddisfazione per un successo nello studio. Di seguito un minuscolo e casuale estratto di spezzoni di lettere ricevute in anni diversi da alcuni allievi.
“La soddisfazione che ho avuto negli esami la devo alla solida preparazione che ho ricevuto da lei, unita a quell’entusiasmo nello studio che mi è derivato dalle sue parole. Di questo le riserverò sempre grande riconoscenza. [..] Buon lavoro Maestro! Magda Ronchi” Auronzo di Cadore, 8 luglio 1952
“La gioia della promozione è più grande se so che siete rimasto contento del voto che ho preso. Ho risposto meno di quello che sapevo e se vi mostrassi il compito scritto mi direste che avrei potuto farlo meglio, ma credo che agli esami succeda sempre così. Tutte le volte che mi accorgerò di essere tutt’altro che una ragazza intelligente, e accadrà molto spesso, penserò che voi m’avete detto di esserlo. [..] Il merito maggiore della mia promozione è vostro. Vorrei farvi una visita uno dei sabati di questo mese, se a voi fosse gradito, per ringraziarvi a voce. Abbiate la mia sincera e profonda ammirazione,Silene Dal Bosco” Valdagno, 8 luglio 1947
“Rivolgo a lei un pensiero di riconoscenza per l’amicizia e la stima con la quale mi ha sempre circondato. Con l’augurio che possa avere sempre maggiori soddisfazioni nel campo musicale, la saluto distintamente insieme alla sua gentile signora e famiglia, ricordandole ancora che sarei felice e onorato di averla come ospite in occasione di una sua venuta a Torino. Suo dev.mo e riconoscente allievo, Aria Domenico” Torino, 25 marzo 1958
[Biglietto ricevuto da un gruppo di allieve dopo gli esami, con i rispettivi voti] “Dalle sue allieve di armonia con riconoscenza. Pretto Maddalena 9; Muraro 8,5; Dalla Fusine Giovanna 7; Giacomello Anita 6,5; Brotto Gabriella 6” Vicenza, 25 settembre 1959
[Durante un concorso di canto, n.d.r] “Finora è andata abbastanza bene, anche se le speranze sono poche essendo i concorrenti quasi quattromila! Se l’esito di questa prova si è protratto bene, questo lo devo a lei e alla sua preparazione. Ossequiandola, il suo devotissimo allievo, Marco Giuliani” Roma, 4 dicembre 1969
“[..] La prego di accettare i nostri più sentiti ringraziamenti per tutto ciò che, con tanta cura, ha fatto affinché la Vilma sia stata in grado di superare così brillantemente gli esami. Famiglia Vignato” Vicenza, 7 ottobre 1962
Per Tacchetti tutti avevano il diritto allo studio della musica: se qualche allievo promettente aveva difficoltà economiche, non ci pensava due volte ad impartirgli lezioni gratuite. “Per questo ci metteremo d’accordo” – diceva -“Mi pagherà quando può. Ci vediamo alla prossima lezione!”. Con il suo tono di voce sempre tonante e colmo di positività.
Per dare un’ulteriore idea di quanto genuino e familiare fosse il rapporto che riusciva ad instaurare con i propri studenti, provo a raccontare un aneddoto. Il giorno della vigilia di Natale era il compleanno di Tacchetti, sicché con tutta la famiglia ci si ritrovava a casa dei miei nonni per festeggiare il compleanno, oltre che il Natale in arrivo. Poco prima della mezzanotte iniziava a squillare il telefono: era qualcuno dei suoi allievi che chiamava per salutarlo e porgergli gli auguri, e appena riattaccava arrivava subito una seconda telefonata, e poi una terza e così via al punto che per molto tempo doveva rimanere al telefono. E per lui era la cosa più bella e naturale del mondo.
Se, come abbiamo visto, molti allievi scrivono lettere a Tacchetti per esprimere la loro riconoscenza, altri dedicano un libro al loro insegnante. Tra questi, il M° Alessandro Padoan (autore di un intervento riportato in questo sito) gli dedica il libro “Il Teatro della Pusterla”, Vicenza, Edizioni Nuovo Progetto, 1993, pp. 649, che raccoglie “Pagine di vita musicale vicentina negli spettacoli dati nel teatro del Patronato Leone XIII dei Giuseppini (1891 – 1953)“.
Copertina del libro “Il teatro della Pusterla”Pagina con la dedica a Natalino TacchettiFrontespizio del libro con la dedica manoscritta di Alessandro Padoan:”Al Carissimo Maestro Natalino Tacchetti”.
Il M° Mario Marchesi, direttore del coro Voci del Pasubio di Isola Vicentina, dedica invece un libro di composizioni corali dal titolo “Composizioni e Armonizzazioni per cori maschili, femminili e misti”, intitolandolo”Al M° Natalino Tacchetti, al quale devo tutto ciò di cui musicalmente sono.”
Copertina e frontespizio del libro “Composizioni e Armonizzazioni per cori maschili, femminili e misti”Dedica del maestro Mario Marchesi a Tacchetti
Nel donargli il libro, aggiunge la seguente dedica manoscritta:
“Egregio Maestro Tacchetti, la dedica di questa mia raccolta è un doveroso omaggio ad un illustrissimo personaggio della cultura musicale vicentina, che in tempi ormai lontani seppe pazientemente condurmi alle segrete meraviglie della musica pianistica. Con perenne riconoscenza e immutata stima, Mario Marchesi. Altavilla, Maggio 2003”
Altri ex allievi, divenuti poi nomi importanti nel panorama musicale vicentino e anche nazionale, esprimono in modo ancora diverso la loro riconoscenza. In un libro di composizioni corali intitolato “Voci della Montagna – Nuove cante alpine e popolari”, Vicenza, Tipografia Moderna Editrice, 1967, scritte per i Crodaioli, dono del M° Bepi De Marzi, si legge la dedica:”Al mio carissimo grande Maestro Natalino Tacchetti, con la riconoscenza più grande. Dev.mo Bepi De Marzi, Arzignano, 2 dicembre ’67”
Copertina del libro “Voci della montagna – Nuove cante alpine e popolari”Frontespizio del libro con la dedica di Bepi De Marzi a Tacchetti
Molti anni più tardi, e precisamente nel 2010, lo stesso De Marzi apporrà la propria dedica su di una stampa realizzata in occasione dei 50 anni di attività dei Crodaioli e di “Signore delle cime“, e donata per festeggiare i 66 anni di matrimonio di Natalino e Gina! La dedica riporta:”Al carissimo maestro Tacchetti, musicista generoso e sensibile, colto e ottimista, mio Insegnante di Pianoforte e di Composizione, ma anche maestro di vita e di coraggiose scelte. Con affetto e riconoscenza, Bepi De Marzi, 28 sett. 2010“.
La stampa realizzata per i celebrare i cinquant’anni di Signore delle cime e della fondazione dei CrodaioliDettaglio della dedica del maestro De Marzi a Tacchetti datata 28 settembre 2010, 66° anniversario di matrimonio di Natalino e Gina!
Il M° Giuliano Fracasso gli fa dono, tra le altre cose, di una foto in cui è immortalato durante la direzione di un coro presso la basilica di S. Felice e Fortunato a Vicenza. E’ lo stesso maestro Fracasso, nel 2012, a ricordare l’occasione in cui venne scattata:”Questa foto, in cui ero mooolto giovane, è relativa al secondo concerto che tenni per l’A.GI.MUS nel 1973 presso la chiesa dei Santi Felice e Fortunato a Vicenza. In quell’occasione ero con Bepi De Marzi (alla sinistra di Fracasso nella foto, n.d.r.). Il primo concerto invece, nonché mia prima uscita ufficiale, fu sempre per l’AGIUMS l’anno precedente, nel 1972″. Sul retro della foto è riportata la dedica:”Con immensa gratitudine e con sentito affetto, Giuliano Fracasso, 27 giugno 1973”
Anche il M° Mario Lanaro scrive una dedica al suo maestro Tacchetti su un libro di proprie composizioni corali dal titolo “Composizioni Corali Vol. III, sacre, profane, popolari”. La dedica riporta:”Al M° Natalino Tacchetti, che insegna ad insegnare. Mario Lanaro, 20/7/’93”
Infine, anche un atipico ed originale artista vicentino che nulla ha a che fare con la musica, Gabriele Scotolati, dona a Tacchetti il suo libro “Le memorie di Scotolati”, contenente un articolo dedicato allo stesso Tacchetti. Nella dedica si legge:”Per l’87° compleanno di Natalino Tacchetti dal suo coetaneo Gabriele Scotolati, 14/XII/2008“.
Il libro “Le memorie di Scotolati” con la dedica a TacchettiL’articolo di Scotolati dedicato a Natalino Tacchetti, contenuto nel libro “Le memorie di Scotolati”
Il giorno dell’ottantesimo compleanno di Tacchetti, il 24 dicembre 2001, tre ex allievi – Anna Madurelli, Linda Magaraggia e Giuliano Fracasso – augurano Buon Compleanno al loro insegnante attraverso le pagine del Giornale di Vicenza:
Ritaglio della pagina del Giornale di Vicenza in cui gli ex allievi Madurelli, Magaraggia e Fracasso augurano Buon Compleanno a Tacchetti in occasione del suo 80° compleanno
In occasione di un incontro con l’Associazione Docenti Musicisti tenutosi a Vicenza nel 2008, la Presidente prof.ssa Fantato Piva allega un foglio (purtroppo oggi un po’ sgualcito) al libro che viene donato al M° Tacchetti:A.D.M. Associazione Docenti Musicisti di Vicenza
Vicenza, 25 Ottobre 2008
All’Ill.mo M° Natalino Tacchetti
per aver saputo, come nessuno a Vicenza, diffondere l’Arte Musicale.
Con profonda stima
La Presidente A.D.M. e Concorsi Internazionali
Prof. Fantato Piva
Il 15 maggio 2011, in occasione della dodicesima edizione del Concorso Internazionale “Arte Musicale e Talento”, Città di Montecchio Maggiore (VI), Tacchetti riceve quello che sarà l’ultimo omaggio alla sua lunga carriera. Si tratta del “Catalogo dei libretti per musica della Biblioteca del Conservatorio Pollini” di Padova, con la dedica:”Al Maestro Natalino Tacchetti, insigne Didatta e Compositore vicentino. Città di Montecchio Maggiore.”
In quell’occasione, il giovane pianista Riccardo Bozolo si aggiudicherà il primo premio nella sua categoria, eseguendo il pezzo “Divertimento dodecafonico” composto proprio da Tacchetti.
Dopo questo incontro, Tacchetti riuscirà a tenere una conferenza dal titolo “Pianto e preghiera degli schiavi ebrei“, per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia, il 17 maggio 2011 presso il Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza, e un saggio con i suoi piccoli allievi l’11 giugno. Alla fine del mese di giugno del 2011 entrerà in ospedale e non farà più ritorno a casa. Ci lascerà il 29 settembre dello stesso anno.
Il “successo e lo sconforto”, la “buona e la cattiva sorte” citati nell’opuscolo si riferiscono ad un periodo di difficoltà finanziaria vissuta dall’Orchestra attorno al 1950. Attraverso volantini e soprattutto tramite la stampa locale viene indetta una sottoscrizione Pro Orchestra.
Volantino per il contributo Pro Orchestra Cittadina
Nel medesimo opuscolo citato in precedenza si legge:
“L’Orchestra, che è vissuta fino ad oggi per lo sconfinato amore di pochi benemeriti, si è costituita in un sodalizio a carattere cittadino, che possa assicurarle la vita, l’attività e lo sviluppo.
Quanto sia benefico, per lo spirito del singolo e della collettività, la buona musica è cosa risaputa da millenni; quanto essa sia consolatrice, educatrice e suscitatrice di bene è esperienza quotidiana di ognuno.
Dare vita ed impulso al nostro Sodalizio musicale significa operare con uno strumento efficace sul piano etico-culturale a favore della Società, che ha continuo bisogno di educare ed ingentilire il sentimento.
Si è deciso quindi di rivolgerci ad ogni Capo-famiglia di Arzignano, per chiedere una offerta, sia pur modesta, ma utile alla formazione di una base finanziaria che assicuri vita e sviluppo dell’Orchestra.
A Lei quindi, ed a tutti gli Enti cui è indirizzata questa nostra, si chiede una spontanea offerta.
Sarà un contributo dato non solo all’Arte, ma alla città e a se stessi: sarà un atto di gratitudine e di stima verso i nostri figli, alle cui virtù civiche si deve il mantenimento di una nobilissima tradizione artistica, vanto e decoro della nostra cara Arzignano.
Firmato: il Presidente del Comitato Pro Orchestra Cittadina, Luigi Dal Molin”
L’opuscolo per la richiesta dell’offerta libera Pro Orchestra, a firma del presidente Luigi Dal Molin
Tacchetti ha raccolto parte degli articoli di giornale che, sull’argomento, vennero pubblicati nel 1950 dalla stampa locale. Dal Giornale di Vicenza si legge:
“[…] Il Comitato Pro Orchestra cittadina [dopo aver reso noto un elenco di sottoscrittori, n.d.r.] rileva che mancano le piccole offerte di persone di modeste possibilità: anche la più modesta offerta sarà gradita e nessuna vergogna deve avere quel cittadino che può dare poco. Una goccia è poca cosa, ma molte gocce formano il mare.”
In un colorito articolo successivo si legge di una anziana signora che evidentemente aveva accolto l’invito succitato. Ecco quanto riporta il giornale:
“[…] Nella giornata di ieri, accanto alla munifica offerta della ditta Vittorio Basaglia di Venezia, figura un versamento di poche lire fatto da una arzilla vecchietta poveramente rimpannucciata. La vegliarda, nel versare il suo modesto obolo, si è scusata con un sorriso della pochezza del suo contributo ed ha soggiunto:’E’ poca cosa, ma ogni goccia bagna.'”
E’ inoltre curioso segnalare un contributo insolito, riportato in un altro articolo del Giornale di Vicenza:
“[…] L’altro giorno il Sig. Ernesto Organo si vedeva portare un violoncello quasi nuovo, di ottima marca, completo d’arco, fornito di custodia e corredato anche dal metodo. Era offerto dal sig. Domenico De Bernardini che al posto dell’offerta in denaro donava uno strumento necessario alla nostra Orchestra e di cospicuo valore. L’atto generoso veramente civico pone l’offerente fra la numerosa schiera dei cittadini egregi benemeriti e va segnalato alla gratitudine di tutta la cittadinanza.”
Infine vari altri articoli segnalano “cospicue offerte” dalle banche locali, in particolare dalla Cassa di Risparmio di Verona, Vicenza e Belluno (accompagnata da “gentili espressioni di compiacimento e incitamento”), dalla Banca Popolare di Arzignano, nonché dall’industria tessile Val del Chiampo, “arricchita dal largo contributo delle maestranze”.
Nel 1999, a circa 50 anni di distanza, gli ex componenti dell’Orchestra fanno dono a Tacchetti di una targa ricordo, in cui sono riportati i nomi di tutti i musicisti. La dedica recita:”Al Maestro Tacchetti nel ricordo di cinquanta anni fa in Arzignano“.
Targa donata a Tacchetti dagli ex componenti dell’Orchestra di Arzignano, a ricordo dei 50 anni di attività.
Elenco dei componenti dell’Orchestra di Arzignano nel 1950.
Natalino Tacchetti dimostra interesse per lo studio del pianoforte fin dagli anni dell’Accademia a Roma. Nell’ultimo periodo di guerra infatti, quando entra a far parte dell'”orchestrina”, Gina scrive in una lettera di risposta a Natalino:”Sento pure che il trombone non ce l’hai ancora perché non si decidono a mandarti a Roma, ma che a te non importa più di tanto perché ora nell’orchestrina ci sei come pianista, e hai maggiore soddisfazione.“.
Successivamente, quando Gina e Natalino appena sposati si ritrovano a Torno sul Lago di Como presso l’Accademia di Musica, Natalino si sposta quotidianamente in bicicletta a Como per ricevere lezioni di pianoforte.
Terminata la guerra, dopo aver conseguito il diploma in Alta Composizione presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano nel luglio 1948 sotto la guida del maestro Arrigo Pedrollo, Tacchetti si diploma in pianoforte presso l’Istituto musicale “Cesare Pollini” di Padova – diretto dallo stesso Pedrollo – nel 1952.
Da quel momento, e fino a pochi mesi prima della morte, Tacchetti insegnerà pianoforte presso il suo studio ad allievi di tutte le età, accompagnerà cantanti, organizzerà concerti in cui egli stesso siederà al pianoforte, e sarà ingaggiato in concerti organizzati da terzi con il ruolo di collaboratore pianistico.
Una delle attività che Tacchetti predilige è quella di scovare notizie e aneddoti su personaggi legati al panorama musicale nazionale e locale, per poi riproporli sotto forma di articoli da pubblicare sulle diverse testate locali, e in special modo su “Il Giornale di Vicenza”. Uno dei suddetti articoli risulta particolarmente interessante dal momento che non solo fornisce indicazioni sul periodo in cui Tacchetti inizia a collaborare come pianista, ma riporta anche alcuni episodi del suo rapporto professionale con Marcella Pobbe – soprano vicentina di fama internazionale -, oltre a tratteggiare uno spaccato della vita musicale vicentina e dei suoi principali protagonisti sul finire degli anni ’40.
L’articolo, intitolato:”Il ricordo di Tacchetti ‘Quando la Pobbe era allieva della Fava’”, è scritto trenta giorni dopo la morte di Marcella Pobbe, avvenuta a Milano il 17 giugno del 2003, e trae spunto dalla fotografia, di proprietà di Tacchetti, riportata di seguito.
Una foto d’epoca, con ogni probabilità del 1948. Fra gli allievi della scuola di canto di Elena Fava Ceriati (seduta al centro, con alla sua sinistra il maestro accompagnatore al pianoforte Natalino Tacchetti, allora ventisettenne), Marcella Pobbe è in piedi sulla destra, indicata dall’ovale.
“Povera Marcella, scomparsa un mese fa! Scomparsa in un modo che sa di mistero, nella solitudine più assoluta, senza nulla chiedere. Quanti ricordi in quella casa di Ponte San Michele dove abitava anche Neri Pozza. In quella casa c’era la scuola di canto della dolcissima cantante Elena Fava Ceriati e con essa, nel 1946, la Pobbe iniziò lo studio del bel canto.
La guerra era finita da un anno e la signora Ceriati cercava un pianista accompagnatore. Fui prescelto (non ricordo come) e così iniziai una interessante esperienza. La foto, che si può definire storica, ritrae la signora Fava con il suo magrissimo accompagnatore (allora avevo i baffetti) e la schiera degli allievi che la circonda. Fra questi primeggia, guardando in alto a destra, la bella figura di Marcella Pobbe, con alla sua sinistra il baritono Rino Zanini e alla sua destra il tenore Aldo Abolafio.
Poiché sul retro della foto non c’è la data, devo dedurre, da un programma di un saggio di canto che ha avuto luogo nella sala del Palazzo Serini di via SS. Apostoli (e anche qui manca la data), che siamo nel 1948. Nel programma in oggetto, così è presentata la Pobbe:”MARCELLA POBBE PERAZZINI – Soprano (4° corso)”. Era sposata e si era trasferita a Pesaro per studiare in quel conservatorio sotto la guida di Rinalda Pavoni Giuli. E’ facile pensare che sia salita a Vicenza per dare lustro al saggio di canto della sua prima insegnante. Inizierà la sua sfolgorante carriera nel 1949 vincendo uno dei primi concorsi di Spoleto, debuttando nella parte di Margherita nel Faust di Gounod.
Quando alla fine degli anno Settanta la voce non sarà più quella di prima, la vedremo spesso a Vicenza dove aveva un appartamento in via Gasparella. Nello stesso stabile abita un figlio della signora Fava Ceriati, il dott. Lionello Fava. A Vicenza non ha mai avuto il pianoforte e perciò, quando aveva necessità di esercitare la sua voce, di ripassare il suo repertorio cameristico, di ascoltare qualche giovane cantante che chiedeva un’audizione, chiedeva la mia collaborazione. Destino vuole che fossimo vicini di casa, perché la mia abitazione di fine Corso Padova confina con le sbarre della ferrovia (ora c’è il sottopassaggio) e subito dopo c’è il sottocavalcavia che conduce rapidamente in via Gasparella.
Vent’anni circa di collaborazione; vent’anni di pazienza, e siccome ne avevo tanta, non mancava quasi mai. Solo una mattina uscimmo dai gangheri ambedue. L’episodio che sto per narrare mi è venuto in mente leggendo il recente articolo dal titolo:”La Pobbe giapponese”. Quel fatidico mattino feci vedere a Marcella il libro, che avevo appena acquistato, di Renzo Allegri, dal titolo:”Il prezzo del successo: trenta cantanti raccontano la loro storia”. Edizione Rusconi, prima edizione marzo 1983. Vi figurano la Ricciarelli, la Terrani, Cecilia Gasdia, Maria Chiara, ma il nome Pobbe è assente.
Andò su tutte le furie. Cominciammo a provare e a un certo punto si fermò e scattò:”Maestro, ma lei non è capace di accompagnare, il mio maestro di Milano è più bravo!”. La pregai di partire immediatamente per Milano e di raggiungere al più presto il suo maestro. Dopo breve tempo mi chiese un appuntamento. Quando la rividi le chiesi come mai fosse tornata, dal momento che mi aveva giudicato non all’altezza del mio compito. Al che mi rispose:”Perché lei è uno dei pochi che sanno trasportare a prima vista” (repentino cambiamento di tonalità).
Povera Marcella, nel corso di vent’anni abbiamo anche riso e conversato amabilmente. Lo scorso anno (2002, n.d.r.) incontrandomi in contrà S. Barbara mi hai detto:”Caro maestro, siamo gli unici due superstiti di una Vicenza musicale d’altri tempi”. Non sapevo che era della mia stessa classe. In un’intervista del luglio 1990 di Antonio Stefani, la Pobbe così concluse:”Goffredo Parise non ha voluto nemmeno che le sue spoglie riposassero a Vicenza. Ebbene, io invece pretendo una sepoltura nel ‘famedio’ del cimitero monumentale, tra i cittadini illustri. E sopra la tomba esigo una statua che mi immortali nel personaggio di Desdemona. Che ne dice se la facciamo eseguire da Nereo Quagliato?”
Ecco Marcella: il tuo desiderio è stato in parte esaudito. Ma quanti musicisti ti hanno accompagnata all’ultima dimora? Nessuno, solo chi scrive.”
Dal precedente articolo deduciamo quindi che fin dai primi anni del dopoguerra Tacchetti frequenta i “salotti musicali” cittadini come pianista accompagnatore di cantanti lirici. Successivamente organizzerà e accompagnerà al pianoforte un tale numero di concerti che inevitabilmente se ne è perso il conto. Di seguito quindi, a titolo di esempio, si riportano alcune delle locandine in cui Tacchetti compare come accompagnatore pianista, e spesso come direttore artistico, sottolineando tuttavia che rappresentano solo una minima parte dell’attività concertistica svolta negli anni, dal momento che gran parte delle locandine e brochures sono andate perdute, o sono ancora in attesa di essere rinvenute e catalogate.
Si inizia quindi dall’immediato dopoguerra quando, evidentemente per legami intrecciati durante gli anni dell’Accademia Musicale di Como, Tacchetti ritorna più volte nella città del lago per alcuni concerti in cui compare come accompagnatore al pianoforte. Di seguito si riporta la locandina di un concerto tenuto nel 1949 a Como con il soprano Vera Traldi – con la quale terrà concerti anche a Vicenza -.
Locandina del concerto lirico del 22 aprile 1949 tenuto a Como con il soprano Vera Traldi. Si noti il nome di Tacchetti al pianoforte che, stampato erroneamente, risulta corretto a mano!
Una curiosità riguarda gli sponsor che, seppur a guerra appena terminata, erano comunque già pronti a sostenere concerti e spettacoli, come si deduce dal retro della stessa locandina in cui i “Magazzini Riuniti Milanesi” pubblicizzano i loro prodotti!
Retro della locandina del concerto, con lo sponsor che pubblicizza i propri prodotti. Da notare, soprattutto oggi che le cifre per i numeri telefonici sembrano non bastare mai, il numero di telefono 33-49!
A distanza di poche settimane, Tacchetti accompagnerà al pianoforte Vera Traldi in occasione di un secondo concerto lirico, questa volta presso la Sala Morone della Cattedra Francescana (chiesa di San Bernardino) a Verona. Di seguito il programma.
Programma del concerto lirico con il soprano Vera Traldi e Tacchetti al pianoforte. Da notare la disponibilità di un pianoforte gran coda Bechstein messo a disposizione dalla ditta Zecchini di Verona, tuttora in attività.
A scopo benefico – come spesso accade – risultano i concerti in cui Tacchetti compare come accompagnatore al pianoforte, riportati nelle due successive locandine . La prima si riferisce ad un concerto tenuto per il Circolo Ricreativo Assistenziale Postelegrafonici di Vicenza, risalente al 1948 (come aggiunto a mano dallo stesso Tacchetti nel programma di sala):
Locandina del concerto a favore del “Circolo Ricreativo Assistenziale Postelegrafonici” del 16 dicembre 1948, in cui Tacchetti è al pianoforte.
La seconda locandina invece è relativa ad un concerto lirico “Pro Asilo Infantile”, tenutosi a Recoaro nel 1953. Il fatto che questo spettacolo sia rappresentato a Recoaro riveste una particolare importanza, se si considera che proprio le Fonti Centrali di Recoaro saranno a lungo la sede di un gran numero di concerti lirici (opera ed operetta) che Tacchetti organizzerà negli anni a venire, fino alla fine degli anni ’80, e per i quali rivestirà il doppio ruolo di direttore artistico e di pianista accompagnatore. Di seguito si riporta il programma del 1953, oltre ad alcune fotografie di anni più recenti in cui Tacchetti è immortalato al pianoforte e al termine dello spettacolo, proprio in occasione di un concerto tenuto presso le Fonti Centrali di Recoaro nel 1966.
Concerto lirico del 1953 Pro Asilo Infantile
Concerto del luglio 1966 presso il salone delle Fonti Centrali di Recoaro. Tacchetti è di spalle al pianoforte.
Applausi alla conclusione del concerto. Tacchetti è al centro, tra i cantanti che ricevono i fiori e salutano il pubblico.
Sempre al 1966 risale la brochure di un altro concerto che Tacchetti organizza e accompagna ancora una volta al pianoforte per il Gruppo Artistico Corale “Aureliano Pertile”, questa volta presso l’Auditorium Canneti di Vicenza.
Fronte del programma di sala del concerto organizzato per il Gruppo Artistico Corale “Aureliano Pertile” di Vicenza, in cui Tacchetti compare come direttore artistico e accompagnatore pianistico.
Aureliano Pertile, nato a Montagnana nel 1885, fu uno dei più famosi tenori italiani, e debuttò in Martha il 16 febbraio 1911 proprio a Vicenza al Teatro Eretenio (prima che fosse abbattuto dai bombardamenti alleati del 1944). Il gruppo Aureliano Pertile sul retro della locandina così si presenta:
“Il Gruppo Artistico Corale ‘A. Pertile’ Città di Vicenza è sorto fin dalla prima Guerra Mondiale 1915-1918, allora con la denominazione “MARMITTA”, e sempre animò la passione e la concorde volontà di tutti i componenti il precipuo intento di far vivere le splendide musiche del periodo aureo del melodramma.”
Presentazione del gruppo artistico corale “A. Pertile, Città di Vicenza
Di seguito il programma del concerto:
Programma del concerto del 16 giugno 1966, organizzato per il gruppo Aureliano Pertile con Tacchetti al pianoforte
Come già evidenziato precedentemente, tantissimi altri concerti hanno visto Tacchetti nel ruolo di pianista accompagnatore. Se in futuro si ritroveranno altre locandine, in particolare relative all’importante periodo legato agli spettacoli a Recoaro, verranno senz’altro aggiunte a quelle fin qui elencate.
Nel maggio del 1986 Tacchetti presenta un nuovo concerto di sue composizioni a Vicenza presso la sala del Patronato Leone XIII.
Cesare Galla è un rinomato giornalista e critico musicale vicentino che ancora oggi presenta i più importanti concerti che si tengono presso il Teatro Comunale cittadino. Già redattore e caposervizio presso Il Giornale di Vicenza, sulle pagine della medesima testata così recensisce e racconta lo svolgersi della serata:
“Al Patronato un concerto tutto con sue composizioni
Una serata dedicata a Tacchetti, il grande ottimista della musica
La serata-Tacchetti che si è svolta al Patronato nell’ambito dei saggi finali della scuola di musica è stata prima di tutto un’occasione di festa. Non poteva essere altrimenti, visto che il protagonista era lui, Natalino Tacchetti, un uomo che vive nella musica da sempre (e purtroppo gli anni passano, e fra non molto ci saranno da festeggiare le sue nozze d’oro col mondo dei suoni..), e da sempre con lo stesso atteggiamento di limpido ottimismo, di interesse divorante per ogni aspetto della materia prediletta.
Senza dubbio è un personaggio della musica a Vicenza, Tacchetti. Un personaggio particolare, forse anomalo adesso che le nuove leve stanno crescendo e cercano di bruciare le tappe. Lui non ha mai avuto ambizioni brucianti, ma non ha nemmeno mai rinunciato ad occuparsi di tutto quello che nell’ambito della musica attirava il suo interesse, anche se con questo suscitava la diffidenza di qualche addetto ai lavori (magari sospettoso che potesse togliergli il lavoro…).
Natalino Tacchetti è nato alla musica come suonatore di trombone, e non nasconde queste su “umili”origini (ma perché il trombone dovrebbe avere meno dignità del pianoforte o del violino?). Anzi, l’interesse per le formazioni bandistiche l’ha coltivato sempre, dopo, e non mancano complessi, nella provincia di Vicenza, che devono le loro origini proprio al suo lavoro.
Subito dopo la guerra, contemporaneamente agli studi di composizione e pianoforte, girava per la provincia, faceva il “maestro itinerante” formando complessi di vario tipo. Molti ricordano ancora la sua figura asciutta e il gesto impetuoso nel dirigere [..].
Dopo quell’esperienza è arrivato l’insegnamento, in cui Tacchetti si è buttato a capofitto, iniziando contemporaneamente a studiare altre materie, come il latino e la filosofia, per accrescere la sua cultura personale. Ha insegnato alle medie, ha insegnato ai corsi di formazione per i professori delle medie, ha fondato a Vicenza l’Agimus, un’istituzione il cui valore formativo non sarà mai apprezzato abbastanza, ha insegnato canto, ha dato lezioni di composizione e di pianoforte, magari agli allievi del Canneti che solo con gli insegnanti “ufficiali” non ce la facevano ad andarne fuori.
Tutto questo , sempre con il suo incrollabile ottimismo, con la capacità di non aspirare a mete impossibili ma senza mai rinunciare a tuffarsi felice in qualsiasi branca della musica ne risvegliasse l’interesse. E anche la composizione, dunque. Coltivata a scopo didattico in qualche caso, altre volte semplicemente per il piacere di far musica con il saldo artigianato che gli deriva dalla guida di Arrigo Pedrollo , suo maestro a Milano.
Il concerto del Patronato ha proposto qualche scampolo dei suoi lavori, in un arco che va dal 1950 al 1985; c’era stata un’iniziativa analoga, in anni ormai lontani, al Canneti, ma non si era più ripetuta. E così quasi tutti i brani ascoltati l’altra sera (tranne un piccolo pezzo per flauto solo tratto dal balletto “Suite Fantastica”, andato in scena all’Olimpico nel 1967) avevano il sapore della novità. C’erano due Sonate per tromba e pianoforte (la seconda, del 1973, prevede anzi l’impiego di un trombino barocco) dalla semplice struttura bipartita e dal sapore vagamente arcaico; c’era una melodia per corno e pianoforte dalle frasi ampie e cantabili. C’erano una “Berceuse” per flauto e pianoforte, con lo strumento a fiato in tessitura acuta (ma senza durezze), e un Capriccio per flauto solo di impronta virtuosistica.
E poi i “Ritagli di tempo”, venti invenzioni a due voci per pianoforte trascritte per flauto, clarinetto e fagotto, altrettanti esempi (a scopo didattico, appunto) di forme e linguaggi, dodecafonia compresa. E ancora il Corale, Preludio e Fuga per quattro strumenti a fiato (dove il tema della fuga è insolitamente marcato ritmicamente), e soprattutto “La vita”, una lirica per soprano e pianoforte su testo di Annalisa Conte, una giovane uccisa dal male del secolo a 34 anni.
“Il testo deve avermi ispirato, perché contrariamente al solito ho buttato giù la musica di getto”, ha spiegato candidamente Tacchetti, confessando implicitamente il travaglio che deve essergli abituale nello scrivere. E’ una lirica in cui la linea vocale è sinuosa e qua e là spezzata, intensa, a volte capace di accensioni espressive subitanee e forti. L’ha ben interpretata Manuela Matteazzi, giovane soprano dal timbro sapidamente chiaroscurale. Con lei, impeccabili protagonisti della serata sono stati il flautista Giuseppe Dal Bianco, il trombettista Alessandro Pretto e l’ensamble di Vicenza, formato da Antonio Vivian flauto, Paolo Fontolan oboe, Francesco Guiotto clarinetto, Domenico Faccin fagotto e Andrea Piccolo corno.
Alla fine, applausi convinti per tutti, ma soprattutto, caldissimi, per Natalino Tacchetti, che ha fornito l’accompagnamento pianistico quando necessario. Un applauso che suonava con un abbraccio, tanto che Natalino Tacchetti si è commosso. Non poteva essere altrimenti.
Cesare Galla”
Il 30 maggio 1986 il maestro Giuliano Fracasso, noto musicista vicentino ex allievo di Tacchetti, spedisce una lettera al suo ex insegnante, prendendo come spunto proprio l’ultimo concerto di sue composizioni:
“Gent.mo Maestro Natalino Tacchetti,
voglio congratularmi con lei per la presentazione in concerto delle Sue composizioni e per il giusto risalto nell’articolo del Giornale di Vicenza, dato da Cesare Galla.
Lei è stato ed è tuttora un pilastro nella cultura musicale non solo vicentina, e sono orgoglioso di essere stato Suo allievo. Continui, e lei sarà sempre un faro luminoso per le nuove generazioni.
Sabato 23 novembre 2019, in concomitanza con l’Inaugurazione dell’Anno Accademico, presso il Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza vengono intitolate tre sale ad altrettanti musicisti illustri vicentini: il maestro Giovanni Guglielmo, la prof.ssa Maria Teresa Carloni, e il maestro Natalino Tacchetti. La cerimonia si è svolta presso la sala Marcella Pobbe dello stesso Conservatorio, alla presenza del Sindaco di Vicenza Francesco Rucco, dell’Assessore alla Cultura Simona Siotto, del Prefetto Pietro Signoriello e del delegato del Questore di Vicenza Gianpaolo Solinger.
Alla cerimonia erano presenti i parenti del maestro Tacchetti, ed in particolare la moglie Gina (Caterina) Palmato (autrice delle “lettere al fronte”, scritte durante la guerra), fresca del suo 95esimo compleanno festeggiato il 18 settembre 2019!
Dopo il saluto alle autorità, l’intervento del Direttore del Conservatorio M° Roberto Antonello, ed il Concerto in sol per pianoforte e orchestra di Maurice Ravel eseguito dagli studenti del Conservatorio (con trascrizione per ensamble strumentale di Fiammetta Morisani e Alberto Piazza), per tracciare un tratto distintivo dei tre musicisti si sono alternati il maestro Alessandro Padoan per il ricordo di Tacchetti, il prof. Enrico Pisa per Maria Teresa Carloni, e infine il dott. Giacomo Rodighiero – presidente dello stesso Conservatorio A. Pedrollo – per Guglielmo.
Il maestro Alessandro Padoan così ha riassunto la figura di Tacchetti nel suo discorso commemorativo:
“Saluto tutti i presenti, il Direttore del Conservatorio Prof. Roberto Antonello e i familiari del M° Natalino Tacchetti, in particolare la moglie Gina (Caterina), le tre figlie e le loro famiglie, i nipoti e soprattutto il nipote Ing. Carlo Bezzon, che da otto anni sta curando con passione il riordino dell’archivio del nonno [..].
Ringrazio il Direttore per essere riuscito a realizzare questo evento, e per avermi invitato a tenere un breve discorso di commemorazione, oggi che il Maestro Natalino Tacchetti riceve questo importante riconoscimento dalla principale istituzione musicale cittadina.
Ho accettato l’invito non solo in quanto ex allievo del Maestro Tacchetti – fin dal lontano ottobre 1974 quando ad otto anni grazie a lui intrapresi lo studio della musica, e iniziai a frequentare le lezioni di pianoforte in Contrà Riale – ma anche per il profondo legame umano e professionale che è continuato fino agli ultimi giorni della sua vita (fino al 29 settembre 2011, quando il maestro ci ha lasciati).
Nei pochi minuti che mi sono concessi per questa commemorazione, vorrei focalizzare l’attenzione sulla sua figura, sull’attività artistica e di insegnante. E poiché ci troviamo qui, cercherò di sottolineare i suoi legami diretti e indiretti con questo Conservatorio.
Lo vorrei ricordare partendo brevemente dal suo curriculum di studio e formazione musicale, per passare ai momenti salienti della sua attività professionale che da quella formazione si è in seguito sviluppata. Tre i campi principali nei quali si può considerare un Vicentino illustre – avendo dato tanto alla propria città e a centinaia se non migliaia di giovani e adulti per circa settant’anni, con grande generosità, vitalità, competenza e ottimismo che erano sue caratteristiche indimenticabili -: la direzione di Bande musicali, l’insegnamento e la divulgazione della cultura musicale, e la composizione.
Nato a Vicenza la vigilia di Natale del 1921, inizia ad avvicinarsi alla musica a tredici anni, suonando il basso tuba nella Fanfara di San Biagio. A 16 anni, nel 1938, inizia a frequentare a Roma l’Accademia Musicale ‘La Farnesina’ dove si diploma in trombone nel 1941. Nel frattempo studia anche Armonia e Composizione in particolare con il Maestro Vincenzo Di Donato (che fu anche maestro di Petrassi), che possiamo definire il suo punto di riferimento, il suo confidente, colui il quale lo aiuta molto nei momenti di difficoltà durante gli anni difficili della guerra. Studia Composizione anche a Genova con Mario Barbieri e poi soprattutto, al suo rientro a Vicenza dopo la Liberazione, dal 1945 con Arrigo Pedrollo, che aveva conosciuto per la prima volta a Padova nel 1941. Ma è in particolare dal 1945 al 1948 che i suoi studi di Composizione con Pedrollo si fanno intensi, fino ad arrivare al Diploma di Alta Composizione conseguito al Conservatorio ‘G. Verdi’ di Milano, appunto nel 1948, unico musicista vicentino allievo di Pedrollo ad aver raggiunto tale traguardo. È bello pensare che ora un’aula del Conservatorio intitolato a Pedrollo sia dedicata proprio a Natalino Tacchetti.
Il suo curriculum studiorum termina con il Diploma di Pianoforte conseguito al ‘Pollini’ di Padova nel 1952, e con la frequenza del corso di Paleografia musicale all’Università di Parma.
DIREZIONE DI BANDE MUSICALI
Il suo nome è legato alla fondazione e alla direzione di numerose bande musicali della città e della provincia, soprattutto negli anni tra il 1950 e il 1960. Lo troviamo alla guida della Banda di Vò di Brendola, di quella dei Salesiani di Schio, di Quinto Vicentino, dell’Istituto “Buoni Fanciulli” di Costozza, ma soprattutto della Banda del Patronato Leone XIII dei Giuseppini del Murialdo e di quella dell’Istituto San Domenico, poi denominato ‘A. Rossi’, un orfanotrofio affidato ai Padri di Don Orione dal 1949, che aveva sede proprio qui, in questo ex convento. Anche questo è un ulteriore importante legame che si può individuare con il nostro Conservatorio. Tacchetti diresse la Banda di San Domenico per lunghi anni, esibendosi non solo a Vicenza ma in varie città italiane. Dal maggio 1951 all’ottobre 1952 diresse la Banda del Patronato Leone XIII di Ponte Pusterla, incarico che gli fu affidato dal direttore grazie anche ad una lettera di referenze scritta di proprio pugno dallo stesso Arrigo Pedrollo, documento che ebbi modo di rintracciare nel corso dei miei studi sulla storia del teatro del Patronato Leone XIII.
Fondò e diresse anche l’orchestra civica di Arzignano.
INSEGNAMENTO E DIVULGAZIONE DELLA CULTURA MUSICALE
Insegnamento, divulgazione e diffusione della cultura musicale sono gli aspetti più importanti dell’attività pluriennale del maestro Tacchetti. Intere schiere di giovani e adulti vicentini sono passate attraverso il suo insegnamento, fin dall’inizio della carriera quando anche la direzione delle bande implicava lezioni settimanali ai bandisti e aspiranti tali.
Il nido, la culla del suo insegnamento era la sua casa, prima in Contrà Santi Apostoli, poi ai Carmini, quindi in Contrà San Marcello, Contrà Riale e infine in Corso Padova. La casa risuonava a tutte le ore del giorno di musica e di canto, e Tacchetti è sempre stato un maestro molto ricercato per le lezioni di pianoforte, storia della musica, composizione e armonia. Preparava molti giovani per i concorsi all’abilitazione dell’insegnamento dell’educazione musicale nelle scuole, ma impartiva lezioni anche a gruppi strumentali e accompagnava moltissimi cantanti che preparavano con lui concerti lirici. Ricordo che un giorno, al termine della mia lezione – io avevo 9 anni, quindi era presumibilmente il 1975 – vidi entrare Marcella Pobbe che doveva esercitarsi con il maestro – la Pobbe frequentava spesso la casa di Tacchetti per le sue prove -. E proprio a Marcella Pobbe è dedicata la Sala Concerti in cui oggi ci troviamo.
Le sue lezioni, oltre ad essere caratterizzate da una generosità, onestà ed apertura mentale rare, seguivano un metodo particolarmente “aperto”. Il pezzo che si studiava allo strumento era l’occasione per alzare ed allargare lo sguardo: il maestro sollecitava l’allievo ad inquadrare l’autore nel contesto storico e artistico, e si creavano così mille collegamenti, giungendo ad approfondimenti storici e culturali molto vasti. Lo studio del pezzo era anche il presupposto per un’analisi armonica e contrappuntistica molto puntuale, e c’era sempre da parte del maestro un invito a comporre nello stile della musica che si andava a studiare, per capire come quella musica era fatta – ricordo come la composizione fosse un momento veramente importante della lezione allo strumento -. Tutto questo condito e intriso da un grande ottimismo che infondeva agli allievi fiducia nelle proprie capacità. Credo che tanti altri studenti, come me, sentano come la formazione ricevuta dal maestro Tacchetti abbia contribuito a forgiare la propria personalità, infondendo la capacità e il desiderio di superare tutti gli ostacoli, di non abbattersi mai e di non essere mai dominati dallo sconforto – oltre ad incidere nelle scelte che ci si è ritrovati a fare successivamente indirizzando i propri studi, o diventando a propria volta insegnanti -. Questo, al di là dell’aspetto puramente tecnico, ha sempre rappresentato una caratteristica peculiare del suo metodo di insegnamento.
Tacchetti fu impegnato anche, in collaborazione con la prof.ssa Maria Pia Pasoli e con la Società Italiana per l’Educazione Musicale, nella pubblicazione di testi didattici per varie case editrici.
E strettamente legata alla sua passione per l’insegnamento è anche la sua instancabile attività di organizzatore di eventi per la divulgazione della cultura musicale. Nel 1966 fondò e fu il Presidente dell’A.GI.MUS di Vicenza, Associazione con la quale per almeno quarant’anni organizzò in città e provincia innumerevoli concerti e conferenze che spaziavano dal canto gregoriano, alla musica barocca, all’opera lirica, alla musica del Novecento.
Si può dire che le lezioni di Vincenzo di Donato prima e di Arrigo Pedrollo poi lasciarono in lui una profondissima passione nei confronti della scrittura musicale, sia sotto forma di trascrizioni di opere altrui, sia sotto forma di composizioni originali per vari organici. Grazie alla meritoria opera di riordino e inventariazione compiuta in questi anni dal nipote Ing. Carlo Bezzon, siamo in grado di contare più di duecento, fra opere originali e trascrizioni, del Maestro Tacchetti: due Balletti, rappresentati all’Olimpico e al Teatro Astra di Bassano, pezzi per pianoforte, per voce e organo, per trio di trombe, per quartetto di ottoni, per tromba e pianoforte, per violino e pianoforte, per orchestra e brani vocali. Amava divertirsi con l’armonia, di cui era profondo conoscitore, con il contrappunto, con la dodecafonia, con la politonalità: era estremamente curioso di tutto ciò che poteva sperimentare e conoscere nei più diversi stili. Poiché manca ad oggi uno studio della sua opera, auspico che in questo Conservatorio ‘Pedrollo’ di Vicenza studenti di Triennio o Biennio scelgano di elaborare tesi di laurea dedicate alle sue composizioni, e insegnanti e studenti si possano dedicare allo studio e all’esecuzione in concerto di sue composizioni, che meriterebbero di essere più conosciute.
Lancio questa proposta, e qui concludo, anche immaginando il non lontano dicembre 2021, quando ricorreranno i 100 anni dalla nascita del Maestro Natalino Tacchetti.”
Al termine degli interventi commemorativi, le autorità presenti ed i parenti si sono spostati presso le sale per l’effettiva inaugurazione. Nel caso di Tacchetti, a tagliare il nastro è stato il sindaco Francesco Rucco che poi ne ha donato un pezzetto proprio alla moglie di Tacchetti, Caterina (Gina).
Il sindaco Francesco Rucco taglia il nastro durante l’inaugurazione dell’aula studio intitolata al maestro Natalino Tacchetti, presso il Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza. Ad assistere al taglio del nastro la moglie Gina (Caterina) e una delle figlie di Tacchetti, Carla, nonché il Prefetto e l’Assessore alla Cultura del Comune di Vicenza. Si ringrazia il Conservatorio A. Pedrollo per la gentile concessione della foto.Il sindaco Francesco Rucco consegna alla moglie di Tacchetti il pezzo del nastro appena tagliato. Si ringrazia il Conservatorio A. Pedrollo per la gentile concessione della foto.
A completare l’inaugurazione della sala, c’è stata l’esecuzione di due sonate (Aequale di Anton Bruckner e la Prima Sonata per tre tromboni di Daniel Speer) per trio di fiati (dato che Tacchetti ha iniziato i suoi studi con il diploma in trombone, e successivamente ha insegnato tromba e trombone presso l’Istituto Canneti di Vicenza), magistralmente eseguite da Fabio Rovere, Riccardo Piazza e Filippo Munari.
Un momento del concerto per fiati eseguito durante l’inaugurazione dell’aula al maestro Tacchetti. Si ringrazia il Conservatorio A. Pedrollo per la gentile concessione della foto.
Dopo una vita trascorsa come didatta presso il collegio di San Domenico negli anni ’50, attuale sede del Conservatorio (si veda la sezione dedicata alla Banda di San Domenico), esiste ora una targa che ricorda e almeno in parte rende merito all’attività di un maestro che ha dedicato la propria vita all’insegnamento ed alla diffusione della musica.
La targa all’ingresso dell’aula studio dedicata al maestro Tacchetti, presso il Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza.