Nel 2012 la famiglia Tacchetti ha donato un parte (circa 200) dei libri della biblioteca del maestro al Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza. Come riferisce il sito del Conservatorio, si tratta prevalentemente di libri che trattano la teoria, l’analisi, la didattica e la storia della musica.
A ciascun volume sono associate varie informazioni supplementari (accessibili dalla colonna “Altri dati”) come ad es. lo stato di conservazione, la collocazione, etc., e tra queste anche alcune note biografiche del titolare della donazione.
Il 28 gennaio del 2002, in occasione dell’ottantesimo compleanno di Tacchetti (festeggiato poco più di un mese prima, il 24 dicembre del 2001), l’allora sindaco Enrico Hullweck e il Comune di Vicenza organizzano un evento presso la Sala degli Stucchi di Palazzo Trissino, sede del Comune.
La lettera di invito riporta:
“Vicenza, 18 gennaio 2002
L’Amministrazione Comunale intende dare particolare risalto all’80° compleanno del M° Natalino Tacchetti per il servizio reso alla città di Vicenza nelle arti della musica e dell’insegnamento.
Mi è dunque particolarmente gradito invitarVi all’incontro che avrà luogo lunedì 28 gennaio alle h. 17 nella Sala degli Stucchi di Palazzo Trissino in Corso Palladio, 98.
Confidando non vorrete mancare a questa occasione per festeggiare il nostro meritevole concittadino, in attesa d’incontrarVi invio i miei più cordiali saluti,
Enrico Hullweck”
Di seguito si riportano alcune foto di quella giornata (purtroppo di qualità non ottimale, trattandosi di fotogrammi estratti dal video girato da un’emittente locale per la pagina della cultura nei notiziari).
Tacchetti è ricevuto dal sindaco di Vicenza Enrico Hullweck in occasione dell’evento organizzato in Sala degli Stucchi, a Palazzo Trissino, per il suo ottantesimo compleanno
Tacchetti riceve dal sindaco la targa che così riporta:”IL SINDACO DI VICENZA Enrico Hullweck al Maestro Natalino Tacchetti nel suo 80° compleanno”
Tacchetti riceve i fiori al termine della cerimonia
Tacchetti al pianoforte durante la cerimonia
La torta di compleanno offerta dal Comune, con la riproduzione di un pianoforte e della scena del Teatro Olimpico di Vicenza
Nei giorni seguenti il Giornale di Vicenza e il Gazzettino danno risalto all’evento con 2 articoli. Il Giornale di Vicenza riporta:
“Il sindaco ha festeggiato il compleanno di uno dei compositori più amati della città. In suo onore una torta col disegno di un pianoforte.
Il maestro Tacchetti spegne 80 candeline a Palazzo
«Un piccolo riconoscimento per la bravura di una persona che abbiamo sempre nel cuore»
Una torta con il disegno di un pianoforte, tanti amici, allievi, compositori oggi famosi, il sindaco a ricordare questo compleanno, i suoi ottanta anni splendidi, tra musica e spartiti. Così è stato celebrato ufficialmente il compleanno di uno dei Maestri più stimati e amati in città. «A lui un piccolo riconoscimento per la sua bravura – ha esordito il sindaco di Vicenza – per una persona che noi abbiamo sempre nel cuore. Auguri Maestro!» [..]”
L’articolo prosegue poi con alcune brevi note biografiche, già ampiamente riportate nelle diverse sezioni di questo stesso sito.
Articolo apparso sul Giornale di Vicenza in occasione dell’80° compleanno festeggiato a Palazzo Trissino
Il secondo articolo invece così esordisce:
“Ieri la Giunta comunale ha voluto celebrare gli 80 anni del cittadino benemerito
Festa per il maestroTacchetti
Una carriera artistica di valore, divisa tra studio, composizione e insegnamento della musica. Questo il riconoscimento che la giunta berica ha conferito ieri a palazzo Trissino al maestro Natalino Tacchetti [..].
Erano le 17 in punto quando il maestro (o il professore come lo ricordano affettuosamente anche i tanti vicentini che alle medie lo hanno avuto come professore di musica) è stato accolto dal sindaco Enrico Hullweck e dall’assessore alla cultura Bagnara.
«Tacchetti è tra quelle persone – ha detto un divertito Hullweck in una atmosfera molto rilassata, dove non sono mancate le battute tra la platea, lo stesso sindaco e il maestro – che ha servito la musica e non se ne è servito.» E’ stato poi Tacchetti (diplomato in trombone, alta composizione, pianoforte ed esperto di paleografia musicale) a ricordare «le soddisfazioni avute a Vicenza soprattutto nell’insegnamento; soddisfazioni testimoniate anche da quei miei allievi che sono diventati musicisti o insegnanti di primo piano.»”
Articolo apparso sul Gazzettino per gli 80 anni di Tacchetti a Palazzo Trissino
I concetti espressi dal M° Padoan, dalla prof.ssa Magaraggia e dal M° Lanaro su come Tacchetti interpretasse il ruolo di didatta, ricorrono spesso nelle lettere spedite dagli studenti al proprio maestro. Oggi è difficile pensare che uno studente scriva al proprio insegnante, ma egli riusciva ad instaurare un rapporto tanto confidenziale e umano che a molti allievi veniva naturale usare un mezzo di comunicazione come la lettera per informare il maestro di un esame superato, o per condividere la loro soddisfazione per un successo nello studio. Di seguito un minuscolo e casuale estratto di spezzoni di lettere ricevute in anni diversi da alcuni allievi.
“La soddisfazione che ho avuto negli esami la devo alla solida preparazione che ho ricevuto da lei, unita a quell’entusiasmo nello studio che mi è derivato dalle sue parole. Di questo le riserverò sempre grande riconoscenza. [..] Buon lavoro Maestro! Magda Ronchi” Auronzo di Cadore, 8 luglio 1952
“La gioia della promozione è più grande se so che siete rimasto contento del voto che ho preso. Ho risposto meno di quello che sapevo e se vi mostrassi il compito scritto mi direste che avrei potuto farlo meglio, ma credo che agli esami succeda sempre così. Tutte le volte che mi accorgerò di essere tutt’altro che una ragazza intelligente, e accadrà molto spesso, penserò che voi m’avete detto di esserlo. [..] Il merito maggiore della mia promozione è vostro. Vorrei farvi una visita uno dei sabati di questo mese, se a voi fosse gradito, per ringraziarvi a voce. Abbiate la mia sincera e profonda ammirazione,Silene Dal Bosco” Valdagno, 8 luglio 1947
“Rivolgo a lei un pensiero di riconoscenza per l’amicizia e la stima con la quale mi ha sempre circondato. Con l’augurio che possa avere sempre maggiori soddisfazioni nel campo musicale, la saluto distintamente insieme alla sua gentile signora e famiglia, ricordandole ancora che sarei felice e onorato di averla come ospite in occasione di una sua venuta a Torino. Suo dev.mo e riconoscente allievo, Aria Domenico” Torino, 25 marzo 1958
[Biglietto ricevuto da un gruppo di allieve dopo gli esami, con i rispettivi voti] “Dalle sue allieve di armonia con riconoscenza. Pretto Maddalena 9; Muraro 8,5; Dalla Fusine Giovanna 7; Giacomello Anita 6,5; Brotto Gabriella 6” Vicenza, 25 settembre 1959
[Durante un concorso di canto, n.d.r] “Finora è andata abbastanza bene, anche se le speranze sono poche essendo i concorrenti quasi quattromila! Se l’esito di questa prova si è protratto bene, questo lo devo a lei e alla sua preparazione. Ossequiandola, il suo devotissimo allievo, Marco Giuliani” Roma, 4 dicembre 1969
“[..] La prego di accettare i nostri più sentiti ringraziamenti per tutto ciò che, con tanta cura, ha fatto affinché la Vilma sia stata in grado di superare così brillantemente gli esami. Famiglia Vignato” Vicenza, 7 ottobre 1962
Per Tacchetti tutti avevano il diritto allo studio della musica: se qualche allievo promettente aveva difficoltà economiche, non ci pensava due volte ad impartirgli lezioni gratuite. “Per questo ci metteremo d’accordo” – diceva -“Mi pagherà quando può. Ci vediamo alla prossima lezione!”. Con il suo tono di voce sempre tonante e colmo di positività.
Per dare un’ulteriore idea di quanto genuino e familiare fosse il rapporto che riusciva ad instaurare con i propri studenti, provo a raccontare un aneddoto. Il giorno della vigilia di Natale era il compleanno di Tacchetti, sicché con tutta la famiglia ci si ritrovava a casa dei miei nonni per festeggiare il compleanno, oltre che il Natale in arrivo. Poco prima della mezzanotte iniziava a squillare il telefono: era qualcuno dei suoi allievi che chiamava per salutarlo e porgergli gli auguri, e appena riattaccava arrivava subito una seconda telefonata, e poi una terza e così via al punto che per molto tempo doveva rimanere al telefono. E per lui era la cosa più bella e naturale del mondo.
Se, come abbiamo visto, molti allievi scrivono lettere a Tacchetti per esprimere la loro riconoscenza, altri dedicano un libro al loro insegnante. Tra questi, il M° Alessandro Padoan (autore di un intervento riportato in questo sito) gli dedica il libro “Il Teatro della Pusterla”, Vicenza, Edizioni Nuovo Progetto, 1993, pp. 649, che raccoglie “Pagine di vita musicale vicentina negli spettacoli dati nel teatro del Patronato Leone XIII dei Giuseppini (1891 – 1953)“.
Copertina del libro “Il teatro della Pusterla”Pagina con la dedica a Natalino TacchettiFrontespizio del libro con la dedica manoscritta di Alessandro Padoan:”Al Carissimo Maestro Natalino Tacchetti”.
Il M° Mario Marchesi, direttore del coro Voci del Pasubio di Isola Vicentina, dedica invece un libro di composizioni corali dal titolo “Composizioni e Armonizzazioni per cori maschili, femminili e misti”, intitolandolo”Al M° Natalino Tacchetti, al quale devo tutto ciò di cui musicalmente sono.”
Copertina e frontespizio del libro “Composizioni e Armonizzazioni per cori maschili, femminili e misti”Dedica del maestro Mario Marchesi a Tacchetti
Nel donargli il libro, aggiunge la seguente dedica manoscritta:
“Egregio Maestro Tacchetti, la dedica di questa mia raccolta è un doveroso omaggio ad un illustrissimo personaggio della cultura musicale vicentina, che in tempi ormai lontani seppe pazientemente condurmi alle segrete meraviglie della musica pianistica. Con perenne riconoscenza e immutata stima, Mario Marchesi. Altavilla, Maggio 2003”
Altri ex allievi, divenuti poi nomi importanti nel panorama musicale vicentino e anche nazionale, esprimono in modo ancora diverso la loro riconoscenza. In un libro di composizioni corali intitolato “Voci della Montagna – Nuove cante alpine e popolari”, Vicenza, Tipografia Moderna Editrice, 1967, scritte per i Crodaioli, dono del M° Bepi De Marzi, si legge la dedica:”Al mio carissimo grande Maestro Natalino Tacchetti, con la riconoscenza più grande. Dev.mo Bepi De Marzi, Arzignano, 2 dicembre ’67”
Copertina del libro “Voci della montagna – Nuove cante alpine e popolari”Frontespizio del libro con la dedica di Bepi De Marzi a Tacchetti
Molti anni più tardi, e precisamente nel 2010, lo stesso De Marzi apporrà la propria dedica su di una stampa realizzata in occasione dei 50 anni di attività dei Crodaioli e di “Signore delle cime“, e donata per festeggiare i 66 anni di matrimonio di Natalino e Gina! La dedica riporta:”Al carissimo maestro Tacchetti, musicista generoso e sensibile, colto e ottimista, mio Insegnante di Pianoforte e di Composizione, ma anche maestro di vita e di coraggiose scelte. Con affetto e riconoscenza, Bepi De Marzi, 28 sett. 2010“.
La stampa realizzata per i celebrare i cinquant’anni di Signore delle cime e della fondazione dei CrodaioliDettaglio della dedica del maestro De Marzi a Tacchetti datata 28 settembre 2010, 66° anniversario di matrimonio di Natalino e Gina!
Il M° Giuliano Fracasso gli fa dono, tra le altre cose, di una foto in cui è immortalato durante la direzione di un coro presso la basilica di S. Felice e Fortunato a Vicenza. E’ lo stesso maestro Fracasso, nel 2012, a ricordare l’occasione in cui venne scattata:”Questa foto, in cui ero mooolto giovane, è relativa al secondo concerto che tenni per l’A.GI.MUS nel 1973 presso la chiesa dei Santi Felice e Fortunato a Vicenza. In quell’occasione ero con Bepi De Marzi (alla sinistra di Fracasso nella foto, n.d.r.). Il primo concerto invece, nonché mia prima uscita ufficiale, fu sempre per l’AGIUMS l’anno precedente, nel 1972″. Sul retro della foto è riportata la dedica:”Con immensa gratitudine e con sentito affetto, Giuliano Fracasso, 27 giugno 1973”
Anche il M° Mario Lanaro scrive una dedica al suo maestro Tacchetti su un libro di proprie composizioni corali dal titolo “Composizioni Corali Vol. III, sacre, profane, popolari”. La dedica riporta:”Al M° Natalino Tacchetti, che insegna ad insegnare. Mario Lanaro, 20/7/’93”
Infine, anche un atipico ed originale artista vicentino che nulla ha a che fare con la musica, Gabriele Scotolati, dona a Tacchetti il suo libro “Le memorie di Scotolati”, contenente un articolo dedicato allo stesso Tacchetti. Nella dedica si legge:”Per l’87° compleanno di Natalino Tacchetti dal suo coetaneo Gabriele Scotolati, 14/XII/2008“.
Il libro “Le memorie di Scotolati” con la dedica a TacchettiL’articolo di Scotolati dedicato a Natalino Tacchetti, contenuto nel libro “Le memorie di Scotolati”
Il giorno dell’ottantesimo compleanno di Tacchetti, il 24 dicembre 2001, tre ex allievi – Anna Madurelli, Linda Magaraggia e Giuliano Fracasso – augurano Buon Compleanno al loro insegnante attraverso le pagine del Giornale di Vicenza:
Ritaglio della pagina del Giornale di Vicenza in cui gli ex allievi Madurelli, Magaraggia e Fracasso augurano Buon Compleanno a Tacchetti in occasione del suo 80° compleanno
In occasione di un incontro con l’Associazione Docenti Musicisti tenutosi a Vicenza nel 2008, la Presidente prof.ssa Fantato Piva allega un foglio (purtroppo oggi un po’ sgualcito) al libro che viene donato al M° Tacchetti:A.D.M. Associazione Docenti Musicisti di Vicenza
Vicenza, 25 Ottobre 2008
All’Ill.mo M° Natalino Tacchetti
per aver saputo, come nessuno a Vicenza, diffondere l’Arte Musicale.
Con profonda stima
La Presidente A.D.M. e Concorsi Internazionali
Prof. Fantato Piva
Il 15 maggio 2011, in occasione della dodicesima edizione del Concorso Internazionale “Arte Musicale e Talento”, Città di Montecchio Maggiore (VI), Tacchetti riceve quello che sarà l’ultimo omaggio alla sua lunga carriera. Si tratta del “Catalogo dei libretti per musica della Biblioteca del Conservatorio Pollini” di Padova, con la dedica:”Al Maestro Natalino Tacchetti, insigne Didatta e Compositore vicentino. Città di Montecchio Maggiore.”
In quell’occasione, il giovane pianista Riccardo Bozolo si aggiudicherà il primo premio nella sua categoria, eseguendo il pezzo “Divertimento dodecafonico” composto proprio da Tacchetti.
Dopo questo incontro, Tacchetti riuscirà a tenere una conferenza dal titolo “Pianto e preghiera degli schiavi ebrei“, per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia, il 17 maggio 2011 presso il Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza, e un saggio con i suoi piccoli allievi l’11 giugno. Alla fine del mese di giugno del 2011 entrerà in ospedale e non farà più ritorno a casa. Ci lascerà il 29 settembre dello stesso anno.
Sabato 23 novembre 2019, in concomitanza con l’Inaugurazione dell’Anno Accademico, presso il Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza vengono intitolate tre sale ad altrettanti musicisti illustri vicentini: il maestro Giovanni Guglielmo, la prof.ssa Maria Teresa Carloni, e il maestro Natalino Tacchetti. La cerimonia si è svolta presso la sala Marcella Pobbe dello stesso Conservatorio, alla presenza del Sindaco di Vicenza Francesco Rucco, dell’Assessore alla Cultura Simona Siotto, del Prefetto Pietro Signoriello e del delegato del Questore di Vicenza Gianpaolo Solinger.
Alla cerimonia erano presenti i parenti del maestro Tacchetti, ed in particolare la moglie Gina (Caterina) Palmato (autrice delle “lettere al fronte”, scritte durante la guerra), fresca del suo 95esimo compleanno festeggiato il 18 settembre 2019!
Dopo il saluto alle autorità, l’intervento del Direttore del Conservatorio M° Roberto Antonello, ed il Concerto in sol per pianoforte e orchestra di Maurice Ravel eseguito dagli studenti del Conservatorio (con trascrizione per ensamble strumentale di Fiammetta Morisani e Alberto Piazza), per tracciare un tratto distintivo dei tre musicisti si sono alternati il maestro Alessandro Padoan per il ricordo di Tacchetti, il prof. Enrico Pisa per Maria Teresa Carloni, e infine il dott. Giacomo Rodighiero – presidente dello stesso Conservatorio A. Pedrollo – per Guglielmo.
Il maestro Alessandro Padoan così ha riassunto la figura di Tacchetti nel suo discorso commemorativo:
“Saluto tutti i presenti, il Direttore del Conservatorio Prof. Roberto Antonello e i familiari del M° Natalino Tacchetti, in particolare la moglie Gina (Caterina), le tre figlie e le loro famiglie, i nipoti e soprattutto il nipote Ing. Carlo Bezzon, che da otto anni sta curando con passione il riordino dell’archivio del nonno [..].
Ringrazio il Direttore per essere riuscito a realizzare questo evento, e per avermi invitato a tenere un breve discorso di commemorazione, oggi che il Maestro Natalino Tacchetti riceve questo importante riconoscimento dalla principale istituzione musicale cittadina.
Ho accettato l’invito non solo in quanto ex allievo del Maestro Tacchetti – fin dal lontano ottobre 1974 quando ad otto anni grazie a lui intrapresi lo studio della musica, e iniziai a frequentare le lezioni di pianoforte in Contrà Riale – ma anche per il profondo legame umano e professionale che è continuato fino agli ultimi giorni della sua vita (fino al 29 settembre 2011, quando il maestro ci ha lasciati).
Nei pochi minuti che mi sono concessi per questa commemorazione, vorrei focalizzare l’attenzione sulla sua figura, sull’attività artistica e di insegnante. E poiché ci troviamo qui, cercherò di sottolineare i suoi legami diretti e indiretti con questo Conservatorio.
Lo vorrei ricordare partendo brevemente dal suo curriculum di studio e formazione musicale, per passare ai momenti salienti della sua attività professionale che da quella formazione si è in seguito sviluppata. Tre i campi principali nei quali si può considerare un Vicentino illustre – avendo dato tanto alla propria città e a centinaia se non migliaia di giovani e adulti per circa settant’anni, con grande generosità, vitalità, competenza e ottimismo che erano sue caratteristiche indimenticabili -: la direzione di Bande musicali, l’insegnamento e la divulgazione della cultura musicale, e la composizione.
Nato a Vicenza la vigilia di Natale del 1921, inizia ad avvicinarsi alla musica a tredici anni, suonando il basso tuba nella Fanfara di San Biagio. A 16 anni, nel 1938, inizia a frequentare a Roma l’Accademia Musicale ‘La Farnesina’ dove si diploma in trombone nel 1941. Nel frattempo studia anche Armonia e Composizione in particolare con il Maestro Vincenzo Di Donato (che fu anche maestro di Petrassi), che possiamo definire il suo punto di riferimento, il suo confidente, colui il quale lo aiuta molto nei momenti di difficoltà durante gli anni difficili della guerra. Studia Composizione anche a Genova con Mario Barbieri e poi soprattutto, al suo rientro a Vicenza dopo la Liberazione, dal 1945 con Arrigo Pedrollo, che aveva conosciuto per la prima volta a Padova nel 1941. Ma è in particolare dal 1945 al 1948 che i suoi studi di Composizione con Pedrollo si fanno intensi, fino ad arrivare al Diploma di Alta Composizione conseguito al Conservatorio ‘G. Verdi’ di Milano, appunto nel 1948, unico musicista vicentino allievo di Pedrollo ad aver raggiunto tale traguardo. È bello pensare che ora un’aula del Conservatorio intitolato a Pedrollo sia dedicata proprio a Natalino Tacchetti.
Il suo curriculum studiorum termina con il Diploma di Pianoforte conseguito al ‘Pollini’ di Padova nel 1952, e con la frequenza del corso di Paleografia musicale all’Università di Parma.
DIREZIONE DI BANDE MUSICALI
Il suo nome è legato alla fondazione e alla direzione di numerose bande musicali della città e della provincia, soprattutto negli anni tra il 1950 e il 1960. Lo troviamo alla guida della Banda di Vò di Brendola, di quella dei Salesiani di Schio, di Quinto Vicentino, dell’Istituto “Buoni Fanciulli” di Costozza, ma soprattutto della Banda del Patronato Leone XIII dei Giuseppini del Murialdo e di quella dell’Istituto San Domenico, poi denominato ‘A. Rossi’, un orfanotrofio affidato ai Padri di Don Orione dal 1949, che aveva sede proprio qui, in questo ex convento. Anche questo è un ulteriore importante legame che si può individuare con il nostro Conservatorio. Tacchetti diresse la Banda di San Domenico per lunghi anni, esibendosi non solo a Vicenza ma in varie città italiane. Dal maggio 1951 all’ottobre 1952 diresse la Banda del Patronato Leone XIII di Ponte Pusterla, incarico che gli fu affidato dal direttore grazie anche ad una lettera di referenze scritta di proprio pugno dallo stesso Arrigo Pedrollo, documento che ebbi modo di rintracciare nel corso dei miei studi sulla storia del teatro del Patronato Leone XIII.
Fondò e diresse anche l’orchestra civica di Arzignano.
INSEGNAMENTO E DIVULGAZIONE DELLA CULTURA MUSICALE
Insegnamento, divulgazione e diffusione della cultura musicale sono gli aspetti più importanti dell’attività pluriennale del maestro Tacchetti. Intere schiere di giovani e adulti vicentini sono passate attraverso il suo insegnamento, fin dall’inizio della carriera quando anche la direzione delle bande implicava lezioni settimanali ai bandisti e aspiranti tali.
Il nido, la culla del suo insegnamento era la sua casa, prima in Contrà Santi Apostoli, poi ai Carmini, quindi in Contrà San Marcello, Contrà Riale e infine in Corso Padova. La casa risuonava a tutte le ore del giorno di musica e di canto, e Tacchetti è sempre stato un maestro molto ricercato per le lezioni di pianoforte, storia della musica, composizione e armonia. Preparava molti giovani per i concorsi all’abilitazione dell’insegnamento dell’educazione musicale nelle scuole, ma impartiva lezioni anche a gruppi strumentali e accompagnava moltissimi cantanti che preparavano con lui concerti lirici. Ricordo che un giorno, al termine della mia lezione – io avevo 9 anni, quindi era presumibilmente il 1975 – vidi entrare Marcella Pobbe che doveva esercitarsi con il maestro – la Pobbe frequentava spesso la casa di Tacchetti per le sue prove -. E proprio a Marcella Pobbe è dedicata la Sala Concerti in cui oggi ci troviamo.
Le sue lezioni, oltre ad essere caratterizzate da una generosità, onestà ed apertura mentale rare, seguivano un metodo particolarmente “aperto”. Il pezzo che si studiava allo strumento era l’occasione per alzare ed allargare lo sguardo: il maestro sollecitava l’allievo ad inquadrare l’autore nel contesto storico e artistico, e si creavano così mille collegamenti, giungendo ad approfondimenti storici e culturali molto vasti. Lo studio del pezzo era anche il presupposto per un’analisi armonica e contrappuntistica molto puntuale, e c’era sempre da parte del maestro un invito a comporre nello stile della musica che si andava a studiare, per capire come quella musica era fatta – ricordo come la composizione fosse un momento veramente importante della lezione allo strumento -. Tutto questo condito e intriso da un grande ottimismo che infondeva agli allievi fiducia nelle proprie capacità. Credo che tanti altri studenti, come me, sentano come la formazione ricevuta dal maestro Tacchetti abbia contribuito a forgiare la propria personalità, infondendo la capacità e il desiderio di superare tutti gli ostacoli, di non abbattersi mai e di non essere mai dominati dallo sconforto – oltre ad incidere nelle scelte che ci si è ritrovati a fare successivamente indirizzando i propri studi, o diventando a propria volta insegnanti -. Questo, al di là dell’aspetto puramente tecnico, ha sempre rappresentato una caratteristica peculiare del suo metodo di insegnamento.
Tacchetti fu impegnato anche, in collaborazione con la prof.ssa Maria Pia Pasoli e con la Società Italiana per l’Educazione Musicale, nella pubblicazione di testi didattici per varie case editrici.
E strettamente legata alla sua passione per l’insegnamento è anche la sua instancabile attività di organizzatore di eventi per la divulgazione della cultura musicale. Nel 1966 fondò e fu il Presidente dell’A.GI.MUS di Vicenza, Associazione con la quale per almeno quarant’anni organizzò in città e provincia innumerevoli concerti e conferenze che spaziavano dal canto gregoriano, alla musica barocca, all’opera lirica, alla musica del Novecento.
Si può dire che le lezioni di Vincenzo di Donato prima e di Arrigo Pedrollo poi lasciarono in lui una profondissima passione nei confronti della scrittura musicale, sia sotto forma di trascrizioni di opere altrui, sia sotto forma di composizioni originali per vari organici. Grazie alla meritoria opera di riordino e inventariazione compiuta in questi anni dal nipote Ing. Carlo Bezzon, siamo in grado di contare più di duecento, fra opere originali e trascrizioni, del Maestro Tacchetti: due Balletti, rappresentati all’Olimpico e al Teatro Astra di Bassano, pezzi per pianoforte, per voce e organo, per trio di trombe, per quartetto di ottoni, per tromba e pianoforte, per violino e pianoforte, per orchestra e brani vocali. Amava divertirsi con l’armonia, di cui era profondo conoscitore, con il contrappunto, con la dodecafonia, con la politonalità: era estremamente curioso di tutto ciò che poteva sperimentare e conoscere nei più diversi stili. Poiché manca ad oggi uno studio della sua opera, auspico che in questo Conservatorio ‘Pedrollo’ di Vicenza studenti di Triennio o Biennio scelgano di elaborare tesi di laurea dedicate alle sue composizioni, e insegnanti e studenti si possano dedicare allo studio e all’esecuzione in concerto di sue composizioni, che meriterebbero di essere più conosciute.
Lancio questa proposta, e qui concludo, anche immaginando il non lontano dicembre 2021, quando ricorreranno i 100 anni dalla nascita del Maestro Natalino Tacchetti.”
Al termine degli interventi commemorativi, le autorità presenti ed i parenti si sono spostati presso le sale per l’effettiva inaugurazione. Nel caso di Tacchetti, a tagliare il nastro è stato il sindaco Francesco Rucco che poi ne ha donato un pezzetto proprio alla moglie di Tacchetti, Caterina (Gina).
Il sindaco Francesco Rucco taglia il nastro durante l’inaugurazione dell’aula studio intitolata al maestro Natalino Tacchetti, presso il Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza. Ad assistere al taglio del nastro la moglie Gina (Caterina) e una delle figlie di Tacchetti, Carla, nonché il Prefetto e l’Assessore alla Cultura del Comune di Vicenza. Si ringrazia il Conservatorio A. Pedrollo per la gentile concessione della foto.Il sindaco Francesco Rucco consegna alla moglie di Tacchetti il pezzo del nastro appena tagliato. Si ringrazia il Conservatorio A. Pedrollo per la gentile concessione della foto.
A completare l’inaugurazione della sala, c’è stata l’esecuzione di due sonate (Aequale di Anton Bruckner e la Prima Sonata per tre tromboni di Daniel Speer) per trio di fiati (dato che Tacchetti ha iniziato i suoi studi con il diploma in trombone, e successivamente ha insegnato tromba e trombone presso l’Istituto Canneti di Vicenza), magistralmente eseguite da Fabio Rovere, Riccardo Piazza e Filippo Munari.
Un momento del concerto per fiati eseguito durante l’inaugurazione dell’aula al maestro Tacchetti. Si ringrazia il Conservatorio A. Pedrollo per la gentile concessione della foto.
Dopo una vita trascorsa come didatta presso il collegio di San Domenico negli anni ’50, attuale sede del Conservatorio (si veda la sezione dedicata alla Banda di San Domenico), esiste ora una targa che ricorda e almeno in parte rende merito all’attività di un maestro che ha dedicato la propria vita all’insegnamento ed alla diffusione della musica.
La targa all’ingresso dell’aula studio dedicata al maestro Tacchetti, presso il Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza.
Tacchetti fonda la sezione vicentina dell’A.GI.MUS (Associazione Giovanile Musicale, sotto il patronato del Ministero della Pubblica Istruzione) nel 1966, anno in cui è anche insegnante di Educazione Musicale presso la Scuola Media Leonardo Da Vinci, in Contrà Riale a Vicenza. In qualità di presidente, attraverso l’AGIMUS Tacchetti si prefigge l’obiettivo di diffondere l’interesse e la passione per la musica tra i giovani, facendo leva su un fitto calendario di concerti e incontri musicali che si tengono prevalentemente il sabato pomeriggio presso l’Istituto Musicale F. Canneti. Per l’organizzazione e la gestione dell’associazione, Tacchetti si avvale del supporto di preziosi collaboratori, in particolare della Prof. Maria Pia Pasoli, diplomata in Paleografia Musicale all’Università di Parma, e del Rag. Mario Padoan in qualità di tesoriere dell’associazione.
Racconta Linda Magaraggia, allora allieva del M° Tacchetti ed ex insegnante di pianoforte al Conservatorio Pollini di Padova:”Ogni sabato c’erano concerti con nomi importanti del panorama musicale locale e nazionale. Mio padre mi raccomandava sempre:”Non devi mai avere paura di nulla, l’importante è che non fai del male a nessuno!”, e così chiesi al maestro se potevo avere un contatto più diretto con il pubblico per vincere la mia ritrosia a confrontarmi con le persone. Al che lui mi disse subito:”Non preoccuparti, fanciulla: se ti fa piacere, puoi tranquillamente presentare qualche concerto!”. E così mi ritrovai a presentare svariati spettacoli davanti ad una platea gremita.
Oltre a questo, mi ero offerta di aiutare ad affiggere i manifesti con il programma dei concerti alle vetrine dei negozi del centro storico. A volte i titolari erano disponibili, altre non capivano (o non volevano capire) di cosa si trattasse e si rifiutavano, e non c’era verso di fargli cambiare idea! All’epoca la sensibilità per la musica era bassa: in città non c’era ancora un Conservatorio e i concerti si contavano sulle dita di una mano. L’AGIMUS nel tempo è riuscita a cambiare lo stato delle cose, e quei sabati musicali avvicinarono molti ragazzi alla musica riscuotendo un larghissimo consenso. “
Anche Giuseppina Tacchetti, figlia di Natalino, si adoperava per l’associazione:”Ricordo che, assieme ad altri ragazzi, vendevamo le tessere associative per l’intera stagione o per i singoli concerti nell’atrio dell’auditorium Canneti. Poi io con un amico facevamo delle lunghe passeggiate nella zona del quartiere di San Felice per affiggere i manifesti con il programma. In pratica ci si divideva le zone per cercare di coprire la maggior parte della città e dei quartieri limitrofi.”
Inizia così nel 1966 l’attività musicale dell’AGIMUS a Vicenza. Il pieghevole relativo al “Calendario delle manifestazioni” per la stagione inaugurale riporta a fondo pagina:
“L’A.GI.MUS inizia oggi la sua attività nella nostra Provincia, con la fiduciosa speranza di offrire ai suoi giovani amici, insieme a buona musica, pomeriggi di lieto ascolto ed occasioni di spirituale affinamento.”
Pieghevole relativo al Calendario delle Manifestazioni del 1966, anno di fondazione dell’A.GI.MUS
Nel programma redatto da Tacchetti spiccano alcune lezioni (“Ritmo e forme della musica“, “La Melodia“, “L’Armonia“, “Il timbro“) tenute dal M° Wolfango Dalla Vecchia, nome di spicco del panorama musicale del tempo, organista e compositore, già titolare della cattedra di Composizione al Conservatorio di Venezia e successivamente direttore al Conservatorio Pollini di Padova, nonché fondatore del Centro di Sonologia Computazionale dell’Università di Padova. Si segnala inoltre un “Concerto d’Organo” eseguito dal M° Bepi De Marzi, fondatore e direttore del coro dei Crodaioli – nonché diplomato in pianoforte con il M° Tacchetti -. Di seguito il programma completo della stagione 1966/67.
Programma del 1966, primo anno di vita dell’A.GI.MUS
Una curiosità: lo stesso M° Wolfango Dalla Vecchia, tra il 1971 e il 1976, avvierà proprio a Vicenza, presso l’Istituto Musicale Canneti, un ciclo di Seminari internazionali di studi e ricerche sul Linguaggio Musicale cui parteciperanno nomi del calibro di Stockhausen, Kagel, Berio, Ferneyhough e Nono (fonte: Diastema Studi e Ricerche).
L’anno successivo un altro ricco programma di concerti caratterizza la nuova stagione. Il fronte del pieghevole di presentazione per l’anno 1967/68 si presenta con una bella grafica riportante un pianoforte stilizzato:
Fronte del pieghevole per la stagione 1967/68 dell’A.GI.MUS
Nel programma spicca il concerto del 2 dicembre 1967 con i “Crodaioli” diretti dal M° Bepi De Marzi, nonché due ulteriori lezioni del M° Dalla Vecchia: “Commemorazione Monteverdiana: connubio voci e strumenti” e “Commemorazione Rossiniana“. Nel programma inoltre sono inserite due “conversazioni con audizione illustrativa” del M° Tacchetti: “Dai classici ai romantici” e “La musica a programma“. Di seguito il programma completo.
Interno del pieghevole con il programma per la stagione 1968/69. Sono evidenziati con matita rossa i due interventi di Tacchetti in programma.
Di seguito invece la copertina del pieghevole per l’anno successivo, 1968/69:
Fronte del pieghevole per la stagione A.GI.MUS 1968-69
In questo terzo anno spiccano alcuni interessanti concerti per pianoforte, con interpreti anche stranieri, oltre ad altre due lezioni/incontro di Tacchetti su “Come ascoltare la musica” e “La voce” (quest’ultima con il supporto dell’insegnante di canto Sig.ra Elena Fava Ceriati, storica voce lirica vicentina nonché insegnante presso il Conservatorio Cesare Pollini di Padova). Interessanti anche le conversazioni su”Espressionismo e dodecafonia” e sulle “Avanguardie musicali” con la Prof.ssa Maria Pia Pasoli. Di seguito il programma completo.
Programma per la stagione 1968-69
Non potendo riportare tutti i concerti eseguiti nei vari anni (anche perché molti volantini di programma sono andati purtroppo perduti), se ne illustra a titolo di esempio uno relativo al concerto tenutosi il 19 aprile del 1969:
Da notare, in questo programma, l’intervento del M° Italo Stella con il “Piccolo Coro di voci bianche” e con la “libera trascrizione a 3 voci” de “La leggenda del Piave“, oltre al “Canto di Gloria” di Nino Rota con la scuola di canto della Prof. Elena Fava Ceriati.
Con l’ingresso nel nuovo decennio, l’A.GI.MUS continua a svolgere la sua attività riscuotendo sempre maggior successo. Una particolare testimonianza di come l’associazione continua a muoversi nel tessuto musicale cittadino dei primi anni ’70, ci giunge dal maestro Carmine Carrisi, allievo di Tacchetti e già direttore del Conservatorio G. B. Martini di Bologna:
“Quando sono arrivato a Vicenza, nel 1970, provenivo dal Conservatorio di Santa Cecilia a Roma e mi trovavo in difficoltà, non sapendo a chi rivolgermi per la prosecuzione dei miei studi. Chiesi informazioni, e tutti mi indicarono nel M° Tacchetti la persona più adatta. Da quel momento ho seguito il maestro in ogni suo passo, ed oltre allo studio è iniziato un importante periodo di collaborazione. Per l’AGIMUS in particolare ho lavorato dal 1972. Il maestro si sforzava di chiamare quanti più giovani possibili alla musica con gli incontri del sabato pomeriggio, e ricordo che il mio primo concerto in assoluto è stato un concerto per pianoforte tenuto proprio per l’AGIMUS. Il maestro Tacchetti riversava grande entusiasmo in tutte le iniziative, sia a livello musicale che organizzativo e talvolta, in caso di necessità, ci chiedeva la disponibilità a rimanere al bancone d’ingresso prima del concerto per la vendita dei biglietti! Poi, una volta entrati in sala, ci incoraggiava e tranquillizzava in modo da avere lo spirito giusto per affrontare al meglio la nostra esibizione.
Per quanto mi riguarda, avevo messo a disposizione la mia automobile per portare ai concerti il maggior numero possibile di ragazzi, in particolare della scuola media perché lui teneva moltissimo ai più giovani, e così andavo a Monteviale, a Bolzano Vicentino e in altri comuni limitrofi: prendevo i ragazzi e li portavo al concerto. Questo nel tempo ha entusiasmato la città, e pian piano siamo riusciti ad avere un certo tipo di pubblico, sempre perlopiù giovanissimo. Ad un certo punto il nome AGIMUS rappresentava un tale richiamo che le scuole stesse iniziarono ad allestire dei pulmann per permettere a intere schiere di ragazzi di partecipare ai concerti.
Fu questa un’iniziativa molto importante per Vicenza dal momento che l’AGIMUS era a conti fatti l’unica associazione in grado di promuovere la buona musica in città, e il maestro Tacchetti si è dedicato sempre alla sua «creatura» con infinita passione, dedizione, entusiasmo e con grande competenza.”
L’AGIMUS continua così la sua attività di concerti e lezioni per la prima metà degli anni ’70, rimanendo un punto di riferimento unico nel suo genere nel panorama musicale cittadino. Ricorda ancora Carrisi:
“Successivamente – altro aspetto importante per il quale devo molto a Tacchetti – il maestro non solo ha collaborato, ma mi ha proprio incoraggiato a fondare la Libera Scuola di Musica, che poi è diventata Gioventù Musicale e successivamente Accademia Musicale del Veneto. Il primo anno, 1975/76 – c’era anche la prof.ssa Linda Magaraggia come insegnante -, il M° Tacchetti ci ha supportato come «consulente musicale», e quando il tempo a disposizione glielo permetteva teneva lezioni per la scuola. Dava tutti i suggerimenti possibili e immaginabili non solo per la musica ma anche per l’organizzazione di manifestazioni musicali: era maestro anche in questo! E così, oltre ad essere stato mio insegnante quando sono arrivato a Vicenza, è stato poi insegnante anche di mio figlio Matteo – che è stato tenuto a battesimo proprio dal M° Tacchetti! – che poi si è diplomato in violino. Questo per sottolineare che c’erano grandi stima e affetto reciproci, e che c’è una tradizione di suoi ex studenti, compreso il sottoscritto, che grazie a lui ha ottenuto grandi risultati”.
Di fatto l’A.GI.MUS continuerà ad esistere fino agli anni 2000 e sotto la sua egida molti altri incontri e conferenze saranno organizzati a Vicenza e provincia, seppur in forma più ridotta e nei luoghi più diversi (circoli culturali, biblioteche, scuole, etc.). Parallelamente, verso la metà degli ’70 – come già ricordato da Carrisi nell’intervento precedente – nasce la Libera Scuola di Musica, che tuttavia si configura maggiormente e proprio come scuola, piuttosto che come strumento di diffusione musicale. L’obiettivo – come scrive Cesare Galla nel libriccino “1975/6 – 2015/16 – 40 anni di Note” – è quello di “portare l’educazione musicale fuori dalle allora asfittiche mura della scuola dell’obbligo e oltre l’austera severità accademica dei conservatori”. Alla fine degli anni ’70 le idee stanno cambiando, e l’A.GI.MUS ha dato il suo contributo verso una nuovo modo di diffusione e di fruizione della musica.
L’insegnamento è la pietra d’angolo nella carriera musicale di Tacchetti, che inizia ad insegnare dopo l’8 settembre 1943 all’Accademia di Musica di Vicenza, in Contrà Santa Maria Nova, all’età di appena 22 anni, continuando poi all’Accademia Musicale di Como, ad Arzignano con l’Orchestra, al Patronato Leone XIII di Vicenza, all’Istituto Musicale Canneti, alla Libera Scuola di Musica, nonché alla Scuola Media statale. Privatamente insegnerà pianoforte e composizione fino a pochi mesi prima della morte.
In questa sede non si intende tanto trattare l’aspetto tecnico dell’insegnamento, o gli argomenti di studio, quanto evidenziare il lato più propriamente umano e pedagogico della sua didattica.
“Insegnamento, divulgazione e diffusione della cultura musicale sono gli aspetti più importanti dell’attività pluriennale del maestro Tacchetti. Intere schiere di giovani e adulti vicentini sono passate attraverso il suo insegnamento, fin dall’inizio della carriera quando anche la direzione delle bande implicava lezioni settimanali ai bandisti e aspiranti tali.
Il nido, la culla del suo insegnamento era la sua casa, prima in Contrà Santi Apostoli, poi ai Carmini, quindi in Contrà San Marcello, in Contrà Riale e infine in Corso Padova.
Lo studio del M° Tacchetti presso la casa di Corso Padova
Il pianoforte a coda August Forster
La casa risuonava a tutte le ore del giorno di musica e di canto, e Tacchetti è sempre stato un maestro molto ambito per le lezioni di pianoforte, storia della musica, composizione e armonia. Preparava molti giovani per i concorsi all’abilitazione dell’insegnamento dell’educazione musicale nelle scuole, ma impartiva lezioni anche a gruppi strumentali e accompagnava moltissimi cantanti che preparavano con lui concerti lirici. Ricordo che un giorno, al termine della mia lezione – io avevo 9 anni, quindi era presumibilmente il 1975 – vidi entrare Marcella Pobbe che doveva esercitarsi con il maestro – la Pobbe frequentava spesso la casa di Tacchetti per le sue prove -. E proprio a Marcella Pobbe è dedicata la Sala Concerti in cui oggi ci troviamo.
Le sue lezioni, oltre ad essere caratterizzate da una generosità, onestà ed apertura mentale rare, seguivano un metodo particolarmente “aperto”. Il pezzo che si studiava allo strumento era l’occasione per alzare ed allargare lo sguardo: il maestro sollecitava l’allievo ad inquadrare l’autore nel contesto storico e artistico, e si creavano così mille collegamenti, giungendo ad approfondimenti storici e culturali molto vasti. Lo studio del pezzo era anche il presupposto per un’analisi armonica e contrappuntistica puntuale, e c’era sempre da parte del maestro un invito a comporre nello stile della musica che si andava a studiare, per capire come quella musica era fatta – ricordo come la composizione fosse un momento veramente importante della lezione allo strumento -. Tutto questo condito e intriso da un innato ottimismo che infondeva agli allievi fiducia nelle proprie capacità. Credo che tanti altri studenti, come me, sentano come la formazione ricevuta dal maestro Tacchetti abbia contribuito a forgiare la propria personalità, infondendo la capacità e il desiderio di superare tutti gli ostacoli, di non abbattersi mai e di non essere mai dominati dallo sconforto – oltre ad incidere nelle scelte che ci si è ritrovati a fare successivamente indirizzando i propri studi, o diventando a propria volta insegnanti -. Questo, al di là dell’aspetto puramente tecnico, ha sempre rappresentato una caratteristica peculiare del suo metodo di insegnamento.
Tacchetti fu anche impegnato, in collaborazione con la prof.ssa Maria Pia Pasoli e con la Società Italiana per l’Educazione Musicale, nella pubblicazione di testi didattici per varie case editrici.”
Busta dalla casa editrice Ricordi, contenente il contratto per la pubblicazione del libro “50 Canti brevi brevissimi – Canti, Filastrocchi, Indovinelli e Canoni per la Scuola elementare”, scritto in collaborazione con la Prof.ssa Maria Pia Pasoli e tuttora disponibile in catalogo.
Ricorda invece la prof.ssa Linda Magaraggia, insegnante al Conservatorio Pollini di Padova nonché ex allieva del maestro:”Era un educatore esemplare, un vero e proprio ‘maestro di vita’ dotato di straordinaria forza interiore. Sarebbe molto bello se noi insegnanti ricordassimo più spesso di trasmettere anche altri valori al di là della nota, del trillo, della diteggiatura, del metronomo, del pezzo. Forse a volte dimentichiamo che l’aspetto più importante è dare vivacità intellettuale, trasmettere l’entusiasmo per lo studio e la passione per la musica che a lui non sono mai mancati.”
Tacchetti è colpito da una grave ischemia nel mese di gennaio del 2004, ed è ricoverato presso la Casa di Cura Villa Margherita di Arcugnano per un periodo di riabilitazione. Ricorda ancora la Magaraggia:”Dopo il suo grave problema di salute, si temeva che non sarebbe più riuscito a proseguire nell’insegnamento, né tanto meno nell’esecuzione pianistica, ma grazie alla sua straordinaria forza di volontà ha ripreso a suonare nel giro di pochi mesi. Vi posso assicurare che la fatica di quest’uomo era indescrivibile, però ce l’ha fatta: è riuscito a far tornare le dieci dita a muoversi e io mi sono sempre chiesta come fosse possibile, pensando a persone che di fronte a problemi di questo genere si arrendono, si arenano, si bloccano.
Nel periodo successivo alla malattia ho notato nel maestro una carica se possibile ancora maggiore in tutti i settori musicali, ma in particolare nell’insegnamento ai bambini e agli allievi giovani. Poiché io da sempre mi occupo di didattica musicale, anche e in modo particolare rivolta ai bambini (la prof.ssa Magaraggia ha tenuto corsi di Pedagogia musicale per bambini dai 4 anni, ed ha insegnato al corso di Musica d’Insieme per bambini presso la Libera Scuola di Musica di Vicenza, n.d.r.), ho notato che è come se fosse ritornato ‘fanciullo’, e l’ho visto estremamente felice di lavorare con i più piccoli. Addirittura uno dei bimbi che lui aveva a lezione, e che poi è stato mio allievo, aveva definito il maestro ‘magico’. Ha detto proprio così:’Il maestro è magico!’. Perciò mi sento di dire che questo suo aspetto di didatta, che è sempre stato molto spiccato, ha trovato il suo compimento in età matura con l’insegnamento ai più piccoli – cosa che non accade spesso, se si pensa ai molti maestri che ad un certo punto sono talmente stanchi di insegnare da diventare nervosi, non risultando più adatti ai bambini che notoriamente richiedono maggior energia e tanta pazienza -.”
A supporto delle parole di Linda, si riportano di seguito a titolo di esempio alcune fotografie. Una ci riporta indietro nel tempo (anni ’50), durante una esecuzione canora alla presenza dei bimbi di una scuola elementare di Valdagno; le successive sono invece relative agli ultimi due Saggi eseguiti dai piccoli allievi del M° Tacchetti. Nel mezzo, sono centinaia le apparizioni pubbliche di Tacchetti alla guida dei suoi allievi in occasione di saggi e concerti, in cui spesso accompagna al pianoforte.
Tacchetti all’organo durante un’esecuzione canora all’aperto, alla presenza dei bimbi di una scuola elementare di Valdagno (anni ’50)
Il maestro Tacchetti durante un Saggio dei suoi piccoli allievi presso Villa Serena a Valdagno, il 26 marzo 2011
Il maestro Tacchetti presenta il Saggio dei suoi allievi presso Villa Valeri a Vicenza, l’11 giugno 2011. Sarà l’ultima apparizione in pubblico di Tacchetti, che entrerà in ospedale alla fine di giugno dello stesso anno, e non farà più ritorno a casa. Ci lascerà il 29 settembre.
Il maestro Tacchetti segue in piedi l’esecuzione al pianoforte del pezzo “Un valzer per Elena” scritto dallo stesso Tacchetti per la piccola Elena Padoan, figlia del maestro Alessandro Padoan.
Continua quindi la Magaraggia:”Una testimonianza inoltre del senso di responsabilità di quest’uomo, e della sua capacità di rinuncia, è riconducibile ad un episodio avvenuto quando ancora insegnava presso la scuola media Leonardo Da Vinci in Contrà Riale a Vicenza. Ero presente ad una lezione nel suo studio quando giunse il telegramma di nomina per l’insegnamento della Composizione al conservatorio Bonporti di Trento. Noi sappiamo quanto la cattedra di Composizione sia prestigiosa ed io, contenta per lui, gli dissi:’Che bella notizia maestro! Aspettava da tanto questo momento, e adesso potrà insegnare a Trento!’ E lui tranquillamente mi rispose:’Scusa sai cara, ma come faccio io con tre figlie a lasciare il ruolo alla scuola media per andare al Conservatorio, che magari l’anno dopo non mi prendono più!’. Ecco, questo episodio è pure emblematico di una persona umile, che non si è mai montata la testa.
Fra venti o trent’anni si parlerà ancora del maestro, ma non saranno molte le persone che come noi ex studenti potranno dire di avere imparato da lui. Anche chi magari della musica non ha fatto una professione – per quanto siamo in moltissimi allievi del maestro a fare oggi i musicisti -, ha comunque ricevuto umanamente moltissimo, e questo è ancora più importante del diploma e dell’abilitazione. E così ho sempre apprezzato quest’uomo che, vicino alle sue conferenze, alla sua musica e alla sua composizione, ha sempre trovato spazio per regalare felicità ed entusiasmo attraverso l’insegnamento della musica a generazioni di tutte le età”.
Una bella e significativa immagine di come si svolgeva una classica lezione di composizione nello studio del M° Tacchetti , nonché una riflessione sulla figura di didatta e divulgatore, ce la fornisce un altro ex allievo, il maestro Mario Lanaro, che così ha ricordato il suo ex maestro in occasione di un incontro commemorativo tenutosi presso il chiostro di San Lorenzo a Vicenza nel mese di gennaio del 2012:
“Prima del pianoforte arrivava la voce.
Era il 1987, la mia prima lezione di ‘Didattica dell’armonia’, la capacità cioè di acquisire un linguaggio che andasse più a fondo della regola e al di là del dato fine a se stesso, per perfezionare l’aspetto pedagogico.
Oltre la porta a vetri, nella bella abitazione del maestro – la palazzina al numero 234 di Corso Padova -, arrivava prima la voce, penetrante, col “va bene” a fine frase. Intimoriva solo un po’, ma bastava un attimo per capire che dietro alla voce potente c’era un’animo buono, c’era un didatta desideroso di insegnare. Se si era un po’ in anticipo, ad accogliere c’era la gentile signora Gina. Un po’ d’attesa, e la lezione iniziava.
Penso che il maestro fosse prima di tutto un Divulgatore. Alla tastiera a spiegare le regole della composizione, davanti ad un pubblico nelle conferenze, quando presentava autori, opere o brani orchestrali o cameristici, oppure quando accompagnava al pianoforte allievi, cantanti, strumentisti. Ogni didatta, col tempo, matura un suo linguaggio figurato fatto di aneddoti, esempi con riferimenti ad azioni, oggetti, gesti quotidiani.
Ricordo quando spiegava che “l’Armonia respira come il mantice della fisarmonica”: ora le quattro voci si toccano dentro uno spazio limitato, poi si allargano in una tessitura più ampia, per poi tornare ad avvicinarsi. Il respiro, il mantice.
C’era un‘altra immagine che il M° Tacchetti usava, gli intervalli “ad uncino”: un intervallo dissonante di quarta o quinta diminuita, dopo il salto verso il basso, doveva risolvere salendo di semitono: ecco l’uncino! Quante volte il M° Tacchetti avrà dettato la regola della settima che scende e la sensibile
che sale, o le regole delle tonalità, i nomi dei modi. Avrà parlato di “classicismo”, di “barocco”, di nuovi linguaggi: con infinita pazienza all’allievo che intuiva alla prima spiegazione, che quasi anticipava il maestro, così come a chi non aveva la dote dell’immediatezza, della deduzione.
Al maestro ci siamo rivolti in tanti: c’era chi doveva risolvere l’urgenza di quel “pezzo di carta” che gli permettesse di accedere ad un incarico lavorativo, ed anche chi, con più ambizione, voleva impadronirsi di una tecnica compositiva più alta; oppure appassionati, che avrebbero poi scelto altre professioni. La sua preoccupazione era che il messaggio pedagogico arrivasse a destinazione, un dovere morale nei confronti di chi investiva tempo, denaro, impegno e progetti futuri o semplice passione. Era evidente l’esigenza di trasmettere all’allievo un sapere consapevole, che lo elevasse ad un punto di osservazione più alto per godere di un panorama più vasto; non solo la nozione, la regola fine a se stessa, ma qualcosa in più.
Un didatta deve saper leggere nel volto dell’allievo la sorpresa, la soddisfazione, oppure la delusione, quando ad esempio uscivano le odiatissime quinte o ottave o altri errori, ma anche qui in modo elegante, potente nella voce ma leggero nel colpevolizzare. Preciso, ma non disarmante.
La molteplicità dei suoi studi e la varietà delle esperienze quotidiane vissute avevano arricchito il suo bagaglio di conoscenze e di ricordi. Per questo gli risultava facile ripercorrere i momenti della sua vita e ci raccontava alcuni passaggi, specialmente se la lezione non ingranava, ma solo un po’, solo per far riposare la mente dell’allievo, e poi si riprendeva.
Il rapporto con il M° Tacchetti nasce però prima del 1987, quando mi invita a tenere un concerto per l’A.GI.MUS di Vicenza con il coro polifonico Schola Cantorum di Malo, che ho diretto fino al 1997. In quella occasione eseguo anche un mio mottetto, composto sotto la guida del maestro, con una giovanissima Silvia Dalla Benetta, poco più che bambina, oggi soprano in carriera. E’ stato ospite della stagione di concerti di Malo; nel 1985 il maestro aveva preparato una “Conversazione con ascolto” (così amava chiamare le sue conferenze) sui tre grandi compositori Händel, Bach e Scarlatti: 1685/1985 trecento anni dalla nascita, un’occasione troppo importante per il M° Tacchetti, attento alle ricorrenze e sempre puntuale nel proporre incontri culturali (da evidenziare il suo impegno non solo nel ricordare gli autori celebrati, ma anche personaggi ed eventi legati alla nostra cultura vicentina). E’ venuto a Malo, nella Sala Consiliare a tenere una brillante conversazione. Il maestro non guidava l’auto e così l’incontro aveva una sua premessa nel viaggio di andata e una sua conclusione nel viaggio di ritorno: amava conversare con un gusto ed humor molto personali.
Credo giusto un segno di riconoscenza, un pensiero grato carico d’affetto al M° Natalino Tacchetti per la sua lunga e continua opera di Divulgazione, e per aver portato la Musica nel cuore e nella mente di tanti e tanti allievi ed appassionati.
Mario Lanaro
30 gennaio 2012
Serata di commemorazione, presso il Convento di S. Lorenzo a Vicenza”
Per concludere, in occasione della medesima serata commemorativa del 2012, il maestro Gastone Zotto, già direttore del Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza, così ha sintetizzato la figura di insegnante di Tacchetti:
“Io credo che Tacchetti resterà nella storia di Vicenza per un motivo molto importante: è stato il grande artigiano dell’insegnamento musicale. Credo che abbia educato più musicisti Tacchetti che noi al Conservatorio per anni e anni! Tacchetti non aveva supponenza: era l’uomo che diceva ‘Io ho studiato in giro per il mondo e ti insegno ciò che ho imparato, e te lo insegno con grande umiltà’.
Sapeva comunicare una carica di entusiasmo e una desiderio di studiare formidabili, ma possedeva soprattutto una capacità unica: riusciva a trasmettere il senso del Mito della Musica. Perché la musica non è solo una scuola, non è un insegnamento puro: la musica deve essere una passione, e lui te la comunicava come qualcosa di grande, trasmettendo esattamente il senso “mitico” – si direbbe “sacrale” – della musica (la quale, si voglia o no, contiene il senso della trascendenza, come sosteneva Goethe).
Nella nostra vita abbiamo lavorato tanti anni per la musica, e ci lavoriamo tuttora, e il lavoro che abbiamo fatto per decenni sta dando i suoi frutti. Io sono un testimone vivo e vivente, e la musica che c’è oggi a Vicenza rispetto a quella degli anni ’60 e ’70 (ho conosciuto Tacchetti nel 1966) è molto più qualificata, perché ci sono centinaia di ragazzi che hanno studiato e che si sono diplomati. Ma questi non sono mica nati dal nulla: sono nati dalla fatica di coloro che si sono impegnati a fare questo lavoro. Le cose belle non nascono da sole: nascono perché ci sono persone che con tanta umiltà studiano, si impegnano, insegnano ed entusiasmano. E questo è uno dei meriti che fa di Tacchetti un grande maestro.”
Per Natalino Tacchetti la musica ha sempre rivestito un’importante funzione di “responsabilità sociale”, e per questo non ha mai smesso di proporre concerti, incontri, conferenze, saggi e qualsiasi altra attività inerente la musica, rivolti ad ogni sorta di ente: case di riposo, orfanotrofi, circoli di mutuo soccorso, istituti religiosi, così come caserme, carceri, scuole, partiti, circoli culturali, luoghi pubblici. Non si contano i volantini e le brochures di eventi organizzati in tal senso nei vari anni da Tacchetti, coinvolgendo ad ogni occasione gruppi di musicisti di ottimo livello.
A titolo di esempio, una infinitesima parte dei volantini di concerti ed incontri organizzati da Tacchetti con finalità benefiche e culturali
Si trattava in effetti di vere e proprie opere di volontariato se si considera che spesso i compensi erano appena sufficienti a coprire le spese e a premiare in parte i musicisti accompagnatori. Tacchetti tuttavia non badava a questi aspetti: per lui la Musica veniva prima di tutto e aveva il compito di coinvolgere ed allietare il pubblico, oltre a rappresentare un privilegiato veicolo culturale. D’altronde, tutte le attività che hanno contraddistinto la carriera musicale di Tacchetti vanno lette in quest’ottica: dall’Orchestra di Arzignano che cresceva nuovi talenti e suonava spesso a scopo benefico, alla Banda di San Domenico nata per aiutare i ragazzi orfani ad uscire dalla strada, alla fondazione della sezione vicentina dell’A.GI.MUS che si prefiggeva lo scopo di diffondere la passione e la conoscenza della musica tra le generazioni più giovani.
A testimonianza del fatto che l’attenzione al rapporto tra musica e società è sempre stato uno dei tratti distintivi di Tacchetti, si riportano di seguito alcuni dei ringraziamenti e attestati di stima, scelti totalmente a caso, ricevuti dai rappresentanti degli enti più disparati. Si inizia con la lettera dell’Istituto Sant’Angela di Arzignano, un orfanotrofio femminile dove Tacchetti aveva offerto il proprio insegnamento alle maestre delle bambine e delle ragazze lì ospitate, risalente addirittura all’immediato dopoguerra (1946), per terminare con le righe di ringraziamento del P.C.I., fatto perlomeno curioso se si considerano i trascorsi e gli studi di Tacchetti a Roma – e a dimostrazione che per lui la Musica superava qualsiasi bandiera e credo politico -.
A parte la prima lettera, il resto della corrispondenza non osserva alcun ordine cronologico, proprio per evidenziare il contenuto rispetto al momento, a dimostrazione del fatto che nell’arco della sua carriera Tacchetti ha sempre riservato ampio spazio a questo genere di iniziative. Le lettere che seguono sono interessanti anche per il loro tono e per la forma che, a distanza di tanti anni, appare in alcuni casi desueta.
Casa Sant’Angela di Arzignano (orfanotrofio femminile)
21-12-1946, Preg.mo Maestro,
con animo grato e riconoscente rinnoviamo anche a nome di Monsignore i nostri sentiti ringraziamenti per la generosa dedizione della S. V. ispirata da nobili sensi, a pro di questa Pia Casa che tanto ha allietato.
La preghiera delle povere innocenti orfanelle che mane e sera innalzano per i loro Benefattori, varranno a far discendere dal Cielo sopra della S. V. e Famiglia ogni più eletta benedizione. Uniamo gli auguri di Buon Natale e nuovo Anno.
Degnatevi di accettare questa umile offerta in segno di gratitudine. Con sensi di devoto ossequio, ci onoriamo d’essere della S. V. umili serve,
Arzignano 21-12-946, Mani Maria – Superiora, Marzotto Lisetta – Vicaria
Unione Lavoratori Tubercolotici
Vicenza, 20/04/1950, Al Maestro Natalino Tacchetti,
Quest’Unione porge un vivissimo ringraziamento alla s/v. per la cooperazione sempre data per rendere meno triste il soggiorno nei Sanatori a tanti giovani infelici. Se noi non abbiamo possibilità di ricompensarvi minimamente per la vostra opera, vi sia di soddisfazione il bene che fate; e questo può dimostrarvelo la copia di una lettera ricevuta da Arco, che sotto trascriviamo:
All’Unione Lavoratori Tubercolotici, Vicenza
A nome di tutti i Vicentini Vi invio il nostro grazie più sentito per quanto è stato fatto nel vostro breve soggiorno di lunedì 10 c.m.. Vorrei saper trascrivere ciò che i nostri cuori provarono nel trascorrere quelle poche ore assieme a voi tutti, cari nostri benefattori. Perché così vogliamo chiamarvi, avendo noi ricevuto non solo un aiuto materiale, ma soprattutto morale.
L’essere ricordati così fraternamente dai nostri concittadini fu per noi come un balsamo, che ci donò forza e coraggio a sperare e vivere per un domani migliore.
Un grazie particolare da noi Vicentini “di città”, per il bel dono avuto. Vi prego di ringraziare tutti coloro che in qualsiasi modo hanno cooperato per alleviare le nostre pene.
Voglia Iddio ricompensarvi nella giusta misura per quanto avete fatto per noi. Di nuovo grazie; e a nome di tutti i vicentini mi firmo: Dalla Pria Domenico
Con rinnovato grazie e fiduciosi sempre nel V./S. aiuto, distintamente Vi salutiamo,
p. Il Comitato Provinciale Unione Lavoratori Tubercolotici
Ente Comunale di Assistenza, Casa di ricovero “O. Trento”
La ringrazio vivamente della bella serata di divertimento con cui Lei, con tanta bontà e gentilezza, ha voluto allietare i nostri cari vecchiotti. Grazie anche agli artisti veramente bravi.
Riconoscente, invio cordialità e saluti,
Il Procuratore, Col. Cav. Uff. E. Marzarotto
Istituto Arte e Mestieri Don Orione di Alessandria (Don Viola)
S. Natale 1963, Ill.mo Sig. Maestro,
sensibile al richiamo della circostanza e spinto da un doveroso impulso di riconoscenza, vengo a lei per porgere anzitutto i più fervidi Auguri di Buone e Sante Feste e per esprimerle i miei sentiti ringraziamenti per quanto ha fatto a bene dell’Istituto: sempre costante nelle sue prestazioni anche quando il venir qui per lei implicava grandi sacrifici.
Un plauso alla sua costanza quindi, una espressione di ammirazione alla sua efficienza. Gesù Bambino benedica lei e famiglia tutta.
Con stima, Don Dante Viola (già direttore dell’Orfanotrofio di San Domenico a Vicenza, n.d.r.)
Caserma 5° C.A.R., Distaccamento di Vicenza, Il Comandante
Vicenza, 29 ottobre 1950, Stimatissimo Maestro,
unitamente ai miei dipendenti tutti Le porgo il più sentito ringraziamento per la gentile e appassionata prestazione da Lei data, acchè lo spettacolo organizzato in onore delle reclute del II°/1929 – che avevano prestato giuramento di fedeltà alla Patria il mattino del 26 u.s. – avesse pieno successo.
La sua collaborazione è stata ancor più apprezzata in quanto sappiamo che Le è costata del sacrificio, costringendola a stare lontano dai Suoi e dal Suo fertile lavoro per un’intera giornata. Grazie di cuore, caro Maestro, per questa sua opera meritoria che la rende creditore della riconoscenza di noi tutti.
La preghiamo di voler estendere i nostri ringraziamenti ai suoi valenti collaboratori del Trio che come Lei si sono tanto prodigati per il nostro successo, nonché alle gentili signorine ed ai brillanti ruzzantini del complesso folcloristico Arzignanese che tanto degnamente hanno collaborato alla felice riuscita della nostra festa.
E ciò indipendentemente da quanto scriverò al Comm. Ing. Pellizzari che con squisito spirito di comprensione ha sollecitamente aderito alla mia non lieve richiesta.
Con i sensi della più viva riconoscenza Le invio i miei saluti più distinti con l’augurio di presto rivederLa tra noi.
Ten.Col. Tommaso Crogliano
Vicenza, 22 marzo 1951, Stimatissimo Maestro,
è con animo veramente grato che, anche a nome di tutti i miei dipendenti, Le porgo il ringraziamento più sentito per la collaborazione dataci al nostro spettacolo organizzato in occasione del Giuramento delle reclute del III°/1929.
Solamente Lei, con quel Suo gentile tocco pieno di squisita sensibilità, poteva accompagnare con impareggiabile maestria gli artisti che molto generosamente si sono prodigati per noi; gli applausi del pubblico, sinceramente calorosi, erano rivolti in gran parte a Lei, valido ed esperto Maestro accompagnatore al pianoforte.
Grazie, stimatissimo Maestro, grazie di cuore per averci permesso, ancora una volta, di ottenere anche nella magnifica serata, il successo più brillante.
Con i sensi della più viva riconoscenza Le invio gli auguri più fervidi per la Santa Pasqua ed i miei ossequi più distinti.
Ten.Col. Tommaso Crogliano
Direzione Didattica di Vicenza, III Circolo
Vicenza, 13/04/1956, Sig. Prof. Natalino Tacchetti
Sento il dovere di esprimere alla S.V. il mio sentito ringraziamento per la cordiale e intelligente collaborazione prestata in questi giorni a favore della nostra scuola nell’accompagnare al pianoforte il complesso corale partecipante al 5° Concorso naz. indetto dalla R.A.I.
Distinti saluti,
Il Direttore Didattico, Molino Giovanni
Provveditorato agli Studi di Vicenza
Vicenza, 12/11/1952, Al Dott. Prof. Natalino Tacchetti
Esprimo il mio vivo ringraziamento per l’opera che V. S. ha volontariamente esplicato con intelligenza e zelo per l’espletamento delle pratiche relative agli incarichi di insegnamento nelle Scuole Medie di questa Provincia.
Il Provveditore agli Studi, Puppi
11/05/1967, Prof. Natalino Tacchetti, Scuola Media “L. Da Vinci” e p.c. Al Preside Scuola Media “L. Da Vinci”, Vicenza
La ringrazio vivamente della cortese e gentile prestazione effettuata il 25 aprile scorso, in Piazza de Signori per la celebrazione del XXII° Anniversario della Liberazione.
Il coro preparato dalla S. V. per tale manifestazione ha dimostrato l’impegno assunto per l’occasione, anche e soprattutto in considerazione del poco tempo messo a disposizione.
Mi è gradito inviarLe, unitamente al mio elogio, i più cordiali saluti.
G. Fox
Comune di Vicenza – Il sindaco
Vicenza, 8/11/1963
Egregio Professore,
sono lieto di esprimerLe il mio più vivo ringraziamento per la collaborazione da Lei prestata nella preparazione del coro degli studenti che ha ben figurato durante la cerimonia del 4 Novembre u. s.
Mi è gradita l’occasione per porgerLe i più distinti saluti,
Il Sindaco di Vicenza, dott. Giorgio Sala
Partito Socialista Italiano
Esimio Signor Maestro Tacchetti
Egregio Maestro,
La preghiamo di accettare, a nome della nostra Federazione, i più vivi e sentiti ringraziamenti per la lodevole e qualificata direzione che Ella ha effettuato in occasione della prestazione della Società corale G. Verdi.
Con stima, p.La Federazione del PSI (Amedeo Lugli)
Partito Comunista Italiano
3 ottobre 1950
Egr. Sig. Maestro,
Siamo vivamente a ringraziarla per il suo prezioso contributo datoci per la festa Prov. “Amici de L’UNITA'” e fiduciosi di averLa ancora con noi in altre serate, distintamente La salutiamo.