Si desidera ringraziare gli ex allievi e colleghi del maestro Tacchetti che con i loro interventi e testimonianze hanno permesso di integrare e completare alcune parti di questo sito.
Si ringraziano in particolare:
il maestro Alessandro Padoan (autore di numerosi interventi, nonché dell’articolo relativo alla Banda del Patronato Leone XIII, già banda cittadina);
la prof.ssa Linda Magaraggia,
il maestro Giuliano Fracasso,
il maestro Mario Lanaro,
il maestro Carmine Carrisi,
il maestro Gastone Zotto
il maestro Bepi De Marzi.
Si ringrazia inoltre il giornalista Alessandro Mognon, autore dell’articolo/intervista su Tacchetti pubblicato nel Giornale di Vicenza e in parte ripreso nella home page di questo sito, nonché la prof.ssa Chiara Faresin che nell’ormai lontanto 2012 ha fortemente voluto l’incontro commemorativo dal titolo “Il Maestro Tacchetti e la musica a Vicenza”, organizzato per l’Associazione SPERI, durante il quale è emersa buona parte delle testimonianze riprese in alcune sezioni di questo sito.
Tutti gli articoli sono aperti a commenti e testimonianze, si ringraziano quindi in anticipo tutto coloro che vorranno intervenire inserendo un loro ricordo, o semplicemente un episodio o un aneddoto, sul maestro Tacchetti.
Il 28 gennaio del 2002, in occasione dell’ottantesimo compleanno di Tacchetti (festeggiato poco più di un mese prima, il 24 dicembre del 2001), l’allora sindaco Enrico Hullweck e il Comune di Vicenza organizzano un evento presso la Sala degli Stucchi di Palazzo Trissino, sede del Comune.
La lettera di invito riporta:
“Vicenza, 18 gennaio 2002
L’Amministrazione Comunale intende dare particolare risalto all’80° compleanno del M° Natalino Tacchetti per il servizio reso alla città di Vicenza nelle arti della musica e dell’insegnamento.
Mi è dunque particolarmente gradito invitarVi all’incontro che avrà luogo lunedì 28 gennaio alle h. 17 nella Sala degli Stucchi di Palazzo Trissino in Corso Palladio, 98.
Confidando non vorrete mancare a questa occasione per festeggiare il nostro meritevole concittadino, in attesa d’incontrarVi invio i miei più cordiali saluti,
Enrico Hullweck”
Di seguito si riportano alcune foto di quella giornata (purtroppo di qualità non ottimale, trattandosi di fotogrammi estratti dal video girato da un’emittente locale per la pagina della cultura nei notiziari).
Tacchetti è ricevuto dal sindaco di Vicenza Enrico Hullweck in occasione dell’evento organizzato in Sala degli Stucchi, a Palazzo Trissino, per il suo ottantesimo compleanno
Tacchetti riceve dal sindaco la targa che così riporta:”IL SINDACO DI VICENZA Enrico Hullweck al Maestro Natalino Tacchetti nel suo 80° compleanno”
Tacchetti riceve i fiori al termine della cerimonia
Tacchetti al pianoforte durante la cerimonia
La torta di compleanno offerta dal Comune, con la riproduzione di un pianoforte e della scena del Teatro Olimpico di Vicenza
Nei giorni seguenti il Giornale di Vicenza e il Gazzettino danno risalto all’evento con 2 articoli. Il Giornale di Vicenza riporta:
“Il sindaco ha festeggiato il compleanno di uno dei compositori più amati della città. In suo onore una torta col disegno di un pianoforte.
Il maestro Tacchetti spegne 80 candeline a Palazzo
«Un piccolo riconoscimento per la bravura di una persona che abbiamo sempre nel cuore»
Una torta con il disegno di un pianoforte, tanti amici, allievi, compositori oggi famosi, il sindaco a ricordare questo compleanno, i suoi ottanta anni splendidi, tra musica e spartiti. Così è stato celebrato ufficialmente il compleanno di uno dei Maestri più stimati e amati in città. «A lui un piccolo riconoscimento per la sua bravura – ha esordito il sindaco di Vicenza – per una persona che noi abbiamo sempre nel cuore. Auguri Maestro!» [..]”
L’articolo prosegue poi con alcune brevi note biografiche, già ampiamente riportate nelle diverse sezioni di questo stesso sito.
Articolo apparso sul Giornale di Vicenza in occasione dell’80° compleanno festeggiato a Palazzo Trissino
Il secondo articolo invece così esordisce:
“Ieri la Giunta comunale ha voluto celebrare gli 80 anni del cittadino benemerito
Festa per il maestroTacchetti
Una carriera artistica di valore, divisa tra studio, composizione e insegnamento della musica. Questo il riconoscimento che la giunta berica ha conferito ieri a palazzo Trissino al maestro Natalino Tacchetti [..].
Erano le 17 in punto quando il maestro (o il professore come lo ricordano affettuosamente anche i tanti vicentini che alle medie lo hanno avuto come professore di musica) è stato accolto dal sindaco Enrico Hullweck e dall’assessore alla cultura Bagnara.
«Tacchetti è tra quelle persone – ha detto un divertito Hullweck in una atmosfera molto rilassata, dove non sono mancate le battute tra la platea, lo stesso sindaco e il maestro – che ha servito la musica e non se ne è servito.» E’ stato poi Tacchetti (diplomato in trombone, alta composizione, pianoforte ed esperto di paleografia musicale) a ricordare «le soddisfazioni avute a Vicenza soprattutto nell’insegnamento; soddisfazioni testimoniate anche da quei miei allievi che sono diventati musicisti o insegnanti di primo piano.»”
Articolo apparso sul Gazzettino per gli 80 anni di Tacchetti a Palazzo Trissino
I concetti espressi dal M° Padoan, dalla prof.ssa Magaraggia e dal M° Lanaro su come Tacchetti interpretasse il ruolo di didatta, ricorrono spesso nelle lettere spedite dagli studenti al proprio maestro. Oggi è difficile pensare che uno studente scriva al proprio insegnante, ma egli riusciva ad instaurare un rapporto tanto confidenziale e umano che a molti allievi veniva naturale usare un mezzo di comunicazione come la lettera per informare il maestro di un esame superato, o per condividere la loro soddisfazione per un successo nello studio. Di seguito un minuscolo e casuale estratto di spezzoni di lettere ricevute in anni diversi da alcuni allievi.
“La soddisfazione che ho avuto negli esami la devo alla solida preparazione che ho ricevuto da lei, unita a quell’entusiasmo nello studio che mi è derivato dalle sue parole. Di questo le riserverò sempre grande riconoscenza. [..] Buon lavoro Maestro! Magda Ronchi” Auronzo di Cadore, 8 luglio 1952
“La gioia della promozione è più grande se so che siete rimasto contento del voto che ho preso. Ho risposto meno di quello che sapevo e se vi mostrassi il compito scritto mi direste che avrei potuto farlo meglio, ma credo che agli esami succeda sempre così. Tutte le volte che mi accorgerò di essere tutt’altro che una ragazza intelligente, e accadrà molto spesso, penserò che voi m’avete detto di esserlo. [..] Il merito maggiore della mia promozione è vostro. Vorrei farvi una visita uno dei sabati di questo mese, se a voi fosse gradito, per ringraziarvi a voce. Abbiate la mia sincera e profonda ammirazione,Silene Dal Bosco” Valdagno, 8 luglio 1947
“Rivolgo a lei un pensiero di riconoscenza per l’amicizia e la stima con la quale mi ha sempre circondato. Con l’augurio che possa avere sempre maggiori soddisfazioni nel campo musicale, la saluto distintamente insieme alla sua gentile signora e famiglia, ricordandole ancora che sarei felice e onorato di averla come ospite in occasione di una sua venuta a Torino. Suo dev.mo e riconoscente allievo, Aria Domenico” Torino, 25 marzo 1958
[Biglietto ricevuto da un gruppo di allieve dopo gli esami, con i rispettivi voti] “Dalle sue allieve di armonia con riconoscenza. Pretto Maddalena 9; Muraro 8,5; Dalla Fusine Giovanna 7; Giacomello Anita 6,5; Brotto Gabriella 6” Vicenza, 25 settembre 1959
[Durante un concorso di canto, n.d.r] “Finora è andata abbastanza bene, anche se le speranze sono poche essendo i concorrenti quasi quattromila! Se l’esito di questa prova si è protratto bene, questo lo devo a lei e alla sua preparazione. Ossequiandola, il suo devotissimo allievo, Marco Giuliani” Roma, 4 dicembre 1969
“[..] La prego di accettare i nostri più sentiti ringraziamenti per tutto ciò che, con tanta cura, ha fatto affinché la Vilma sia stata in grado di superare così brillantemente gli esami. Famiglia Vignato” Vicenza, 7 ottobre 1962
Per Tacchetti tutti avevano il diritto allo studio della musica: se qualche allievo promettente aveva difficoltà economiche, non ci pensava due volte ad impartirgli lezioni gratuite. “Per questo ci metteremo d’accordo” – diceva -“Mi pagherà quando può. Ci vediamo alla prossima lezione!”. Con il suo tono di voce sempre tonante e colmo di positività.
Per dare un’ulteriore idea di quanto genuino e familiare fosse il rapporto che riusciva ad instaurare con i propri studenti, provo a raccontare un aneddoto. Il giorno della vigilia di Natale era il compleanno di Tacchetti, sicché con tutta la famiglia ci si ritrovava a casa dei miei nonni per festeggiare il compleanno, oltre che il Natale in arrivo. Poco prima della mezzanotte iniziava a squillare il telefono: era qualcuno dei suoi allievi che chiamava per salutarlo e porgergli gli auguri, e appena riattaccava arrivava subito una seconda telefonata, e poi una terza e così via al punto che per molto tempo doveva rimanere al telefono. E per lui era la cosa più bella e naturale del mondo.
Se, come abbiamo visto, molti allievi scrivono lettere a Tacchetti per esprimere la loro riconoscenza, altri dedicano un libro al loro insegnante. Tra questi, il M° Alessandro Padoan (autore di un intervento riportato in questo sito) gli dedica il libro “Il Teatro della Pusterla”, Vicenza, Edizioni Nuovo Progetto, 1993, pp. 649, che raccoglie “Pagine di vita musicale vicentina negli spettacoli dati nel teatro del Patronato Leone XIII dei Giuseppini (1891 – 1953)“.
Copertina del libro “Il teatro della Pusterla”Pagina con la dedica a Natalino TacchettiFrontespizio del libro con la dedica manoscritta di Alessandro Padoan:”Al Carissimo Maestro Natalino Tacchetti”.
Il M° Mario Marchesi, direttore del coro Voci del Pasubio di Isola Vicentina, dedica invece un libro di composizioni corali dal titolo “Composizioni e Armonizzazioni per cori maschili, femminili e misti”, intitolandolo”Al M° Natalino Tacchetti, al quale devo tutto ciò di cui musicalmente sono.”
Copertina e frontespizio del libro “Composizioni e Armonizzazioni per cori maschili, femminili e misti”Dedica del maestro Mario Marchesi a Tacchetti
Nel donargli il libro, aggiunge la seguente dedica manoscritta:
“Egregio Maestro Tacchetti, la dedica di questa mia raccolta è un doveroso omaggio ad un illustrissimo personaggio della cultura musicale vicentina, che in tempi ormai lontani seppe pazientemente condurmi alle segrete meraviglie della musica pianistica. Con perenne riconoscenza e immutata stima, Mario Marchesi. Altavilla, Maggio 2003”
Altri ex allievi, divenuti poi nomi importanti nel panorama musicale vicentino e anche nazionale, esprimono in modo ancora diverso la loro riconoscenza. In un libro di composizioni corali intitolato “Voci della Montagna – Nuove cante alpine e popolari”, Vicenza, Tipografia Moderna Editrice, 1967, scritte per i Crodaioli, dono del M° Bepi De Marzi, si legge la dedica:”Al mio carissimo grande Maestro Natalino Tacchetti, con la riconoscenza più grande. Dev.mo Bepi De Marzi, Arzignano, 2 dicembre ’67”
Copertina del libro “Voci della montagna – Nuove cante alpine e popolari”Frontespizio del libro con la dedica di Bepi De Marzi a Tacchetti
Molti anni più tardi, e precisamente nel 2010, lo stesso De Marzi apporrà la propria dedica su di una stampa realizzata in occasione dei 50 anni di attività dei Crodaioli e di “Signore delle cime“, e donata per festeggiare i 66 anni di matrimonio di Natalino e Gina! La dedica riporta:”Al carissimo maestro Tacchetti, musicista generoso e sensibile, colto e ottimista, mio Insegnante di Pianoforte e di Composizione, ma anche maestro di vita e di coraggiose scelte. Con affetto e riconoscenza, Bepi De Marzi, 28 sett. 2010“.
La stampa realizzata per i celebrare i cinquant’anni di Signore delle cime e della fondazione dei CrodaioliDettaglio della dedica del maestro De Marzi a Tacchetti datata 28 settembre 2010, 66° anniversario di matrimonio di Natalino e Gina!
Il M° Giuliano Fracasso gli fa dono, tra le altre cose, di una foto in cui è immortalato durante la direzione di un coro presso la basilica di S. Felice e Fortunato a Vicenza. E’ lo stesso maestro Fracasso, nel 2012, a ricordare l’occasione in cui venne scattata:”Questa foto, in cui ero mooolto giovane, è relativa al secondo concerto che tenni per l’A.GI.MUS nel 1973 presso la chiesa dei Santi Felice e Fortunato a Vicenza. In quell’occasione ero con Bepi De Marzi (alla sinistra di Fracasso nella foto, n.d.r.). Il primo concerto invece, nonché mia prima uscita ufficiale, fu sempre per l’AGIUMS l’anno precedente, nel 1972″. Sul retro della foto è riportata la dedica:”Con immensa gratitudine e con sentito affetto, Giuliano Fracasso, 27 giugno 1973”
Anche il M° Mario Lanaro scrive una dedica al suo maestro Tacchetti su un libro di proprie composizioni corali dal titolo “Composizioni Corali Vol. III, sacre, profane, popolari”. La dedica riporta:”Al M° Natalino Tacchetti, che insegna ad insegnare. Mario Lanaro, 20/7/’93”
Infine, anche un atipico ed originale artista vicentino che nulla ha a che fare con la musica, Gabriele Scotolati, dona a Tacchetti il suo libro “Le memorie di Scotolati”, contenente un articolo dedicato allo stesso Tacchetti. Nella dedica si legge:”Per l’87° compleanno di Natalino Tacchetti dal suo coetaneo Gabriele Scotolati, 14/XII/2008“.
Il libro “Le memorie di Scotolati” con la dedica a TacchettiL’articolo di Scotolati dedicato a Natalino Tacchetti, contenuto nel libro “Le memorie di Scotolati”
Il giorno dell’ottantesimo compleanno di Tacchetti, il 24 dicembre 2001, tre ex allievi – Anna Madurelli, Linda Magaraggia e Giuliano Fracasso – augurano Buon Compleanno al loro insegnante attraverso le pagine del Giornale di Vicenza:
Ritaglio della pagina del Giornale di Vicenza in cui gli ex allievi Madurelli, Magaraggia e Fracasso augurano Buon Compleanno a Tacchetti in occasione del suo 80° compleanno
In occasione di un incontro con l’Associazione Docenti Musicisti tenutosi a Vicenza nel 2008, la Presidente prof.ssa Fantato Piva allega un foglio (purtroppo oggi un po’ sgualcito) al libro che viene donato al M° Tacchetti:A.D.M. Associazione Docenti Musicisti di Vicenza
Vicenza, 25 Ottobre 2008
All’Ill.mo M° Natalino Tacchetti
per aver saputo, come nessuno a Vicenza, diffondere l’Arte Musicale.
Con profonda stima
La Presidente A.D.M. e Concorsi Internazionali
Prof. Fantato Piva
Il 15 maggio 2011, in occasione della dodicesima edizione del Concorso Internazionale “Arte Musicale e Talento”, Città di Montecchio Maggiore (VI), Tacchetti riceve quello che sarà l’ultimo omaggio alla sua lunga carriera. Si tratta del “Catalogo dei libretti per musica della Biblioteca del Conservatorio Pollini” di Padova, con la dedica:”Al Maestro Natalino Tacchetti, insigne Didatta e Compositore vicentino. Città di Montecchio Maggiore.”
In quell’occasione, il giovane pianista Riccardo Bozolo si aggiudicherà il primo premio nella sua categoria, eseguendo il pezzo “Divertimento dodecafonico” composto proprio da Tacchetti.
Dopo questo incontro, Tacchetti riuscirà a tenere una conferenza dal titolo “Pianto e preghiera degli schiavi ebrei“, per celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia, il 17 maggio 2011 presso il Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza, e un saggio con i suoi piccoli allievi l’11 giugno. Alla fine del mese di giugno del 2011 entrerà in ospedale e non farà più ritorno a casa. Ci lascerà il 29 settembre dello stesso anno.
Sabato 23 novembre 2019, in concomitanza con l’Inaugurazione dell’Anno Accademico, presso il Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza vengono intitolate tre sale ad altrettanti musicisti illustri vicentini: il maestro Giovanni Guglielmo, la prof.ssa Maria Teresa Carloni, e il maestro Natalino Tacchetti. La cerimonia si è svolta presso la sala Marcella Pobbe dello stesso Conservatorio, alla presenza del Sindaco di Vicenza Francesco Rucco, dell’Assessore alla Cultura Simona Siotto, del Prefetto Pietro Signoriello e del delegato del Questore di Vicenza Gianpaolo Solinger.
Alla cerimonia erano presenti i parenti del maestro Tacchetti, ed in particolare la moglie Gina (Caterina) Palmato (autrice delle “lettere al fronte”, scritte durante la guerra), fresca del suo 95esimo compleanno festeggiato il 18 settembre 2019!
Dopo il saluto alle autorità, l’intervento del Direttore del Conservatorio M° Roberto Antonello, ed il Concerto in sol per pianoforte e orchestra di Maurice Ravel eseguito dagli studenti del Conservatorio (con trascrizione per ensamble strumentale di Fiammetta Morisani e Alberto Piazza), per tracciare un tratto distintivo dei tre musicisti si sono alternati il maestro Alessandro Padoan per il ricordo di Tacchetti, il prof. Enrico Pisa per Maria Teresa Carloni, e infine il dott. Giacomo Rodighiero – presidente dello stesso Conservatorio A. Pedrollo – per Guglielmo.
Il maestro Alessandro Padoan così ha riassunto la figura di Tacchetti nel suo discorso commemorativo:
“Saluto tutti i presenti, il Direttore del Conservatorio Prof. Roberto Antonello e i familiari del M° Natalino Tacchetti, in particolare la moglie Gina (Caterina), le tre figlie e le loro famiglie, i nipoti e soprattutto il nipote Ing. Carlo Bezzon, che da otto anni sta curando con passione il riordino dell’archivio del nonno [..].
Ringrazio il Direttore per essere riuscito a realizzare questo evento, e per avermi invitato a tenere un breve discorso di commemorazione, oggi che il Maestro Natalino Tacchetti riceve questo importante riconoscimento dalla principale istituzione musicale cittadina.
Ho accettato l’invito non solo in quanto ex allievo del Maestro Tacchetti – fin dal lontano ottobre 1974 quando ad otto anni grazie a lui intrapresi lo studio della musica, e iniziai a frequentare le lezioni di pianoforte in Contrà Riale – ma anche per il profondo legame umano e professionale che è continuato fino agli ultimi giorni della sua vita (fino al 29 settembre 2011, quando il maestro ci ha lasciati).
Nei pochi minuti che mi sono concessi per questa commemorazione, vorrei focalizzare l’attenzione sulla sua figura, sull’attività artistica e di insegnante. E poiché ci troviamo qui, cercherò di sottolineare i suoi legami diretti e indiretti con questo Conservatorio.
Lo vorrei ricordare partendo brevemente dal suo curriculum di studio e formazione musicale, per passare ai momenti salienti della sua attività professionale che da quella formazione si è in seguito sviluppata. Tre i campi principali nei quali si può considerare un Vicentino illustre – avendo dato tanto alla propria città e a centinaia se non migliaia di giovani e adulti per circa settant’anni, con grande generosità, vitalità, competenza e ottimismo che erano sue caratteristiche indimenticabili -: la direzione di Bande musicali, l’insegnamento e la divulgazione della cultura musicale, e la composizione.
Nato a Vicenza la vigilia di Natale del 1921, inizia ad avvicinarsi alla musica a tredici anni, suonando il basso tuba nella Fanfara di San Biagio. A 16 anni, nel 1938, inizia a frequentare a Roma l’Accademia Musicale ‘La Farnesina’ dove si diploma in trombone nel 1941. Nel frattempo studia anche Armonia e Composizione in particolare con il Maestro Vincenzo Di Donato (che fu anche maestro di Petrassi), che possiamo definire il suo punto di riferimento, il suo confidente, colui il quale lo aiuta molto nei momenti di difficoltà durante gli anni difficili della guerra. Studia Composizione anche a Genova con Mario Barbieri e poi soprattutto, al suo rientro a Vicenza dopo la Liberazione, dal 1945 con Arrigo Pedrollo, che aveva conosciuto per la prima volta a Padova nel 1941. Ma è in particolare dal 1945 al 1948 che i suoi studi di Composizione con Pedrollo si fanno intensi, fino ad arrivare al Diploma di Alta Composizione conseguito al Conservatorio ‘G. Verdi’ di Milano, appunto nel 1948, unico musicista vicentino allievo di Pedrollo ad aver raggiunto tale traguardo. È bello pensare che ora un’aula del Conservatorio intitolato a Pedrollo sia dedicata proprio a Natalino Tacchetti.
Il suo curriculum studiorum termina con il Diploma di Pianoforte conseguito al ‘Pollini’ di Padova nel 1952, e con la frequenza del corso di Paleografia musicale all’Università di Parma.
DIREZIONE DI BANDE MUSICALI
Il suo nome è legato alla fondazione e alla direzione di numerose bande musicali della città e della provincia, soprattutto negli anni tra il 1950 e il 1960. Lo troviamo alla guida della Banda di Vò di Brendola, di quella dei Salesiani di Schio, di Quinto Vicentino, dell’Istituto “Buoni Fanciulli” di Costozza, ma soprattutto della Banda del Patronato Leone XIII dei Giuseppini del Murialdo e di quella dell’Istituto San Domenico, poi denominato ‘A. Rossi’, un orfanotrofio affidato ai Padri di Don Orione dal 1949, che aveva sede proprio qui, in questo ex convento. Anche questo è un ulteriore importante legame che si può individuare con il nostro Conservatorio. Tacchetti diresse la Banda di San Domenico per lunghi anni, esibendosi non solo a Vicenza ma in varie città italiane. Dal maggio 1951 all’ottobre 1952 diresse la Banda del Patronato Leone XIII di Ponte Pusterla, incarico che gli fu affidato dal direttore grazie anche ad una lettera di referenze scritta di proprio pugno dallo stesso Arrigo Pedrollo, documento che ebbi modo di rintracciare nel corso dei miei studi sulla storia del teatro del Patronato Leone XIII.
Fondò e diresse anche l’orchestra civica di Arzignano.
INSEGNAMENTO E DIVULGAZIONE DELLA CULTURA MUSICALE
Insegnamento, divulgazione e diffusione della cultura musicale sono gli aspetti più importanti dell’attività pluriennale del maestro Tacchetti. Intere schiere di giovani e adulti vicentini sono passate attraverso il suo insegnamento, fin dall’inizio della carriera quando anche la direzione delle bande implicava lezioni settimanali ai bandisti e aspiranti tali.
Il nido, la culla del suo insegnamento era la sua casa, prima in Contrà Santi Apostoli, poi ai Carmini, quindi in Contrà San Marcello, Contrà Riale e infine in Corso Padova. La casa risuonava a tutte le ore del giorno di musica e di canto, e Tacchetti è sempre stato un maestro molto ricercato per le lezioni di pianoforte, storia della musica, composizione e armonia. Preparava molti giovani per i concorsi all’abilitazione dell’insegnamento dell’educazione musicale nelle scuole, ma impartiva lezioni anche a gruppi strumentali e accompagnava moltissimi cantanti che preparavano con lui concerti lirici. Ricordo che un giorno, al termine della mia lezione – io avevo 9 anni, quindi era presumibilmente il 1975 – vidi entrare Marcella Pobbe che doveva esercitarsi con il maestro – la Pobbe frequentava spesso la casa di Tacchetti per le sue prove -. E proprio a Marcella Pobbe è dedicata la Sala Concerti in cui oggi ci troviamo.
Le sue lezioni, oltre ad essere caratterizzate da una generosità, onestà ed apertura mentale rare, seguivano un metodo particolarmente “aperto”. Il pezzo che si studiava allo strumento era l’occasione per alzare ed allargare lo sguardo: il maestro sollecitava l’allievo ad inquadrare l’autore nel contesto storico e artistico, e si creavano così mille collegamenti, giungendo ad approfondimenti storici e culturali molto vasti. Lo studio del pezzo era anche il presupposto per un’analisi armonica e contrappuntistica molto puntuale, e c’era sempre da parte del maestro un invito a comporre nello stile della musica che si andava a studiare, per capire come quella musica era fatta – ricordo come la composizione fosse un momento veramente importante della lezione allo strumento -. Tutto questo condito e intriso da un grande ottimismo che infondeva agli allievi fiducia nelle proprie capacità. Credo che tanti altri studenti, come me, sentano come la formazione ricevuta dal maestro Tacchetti abbia contribuito a forgiare la propria personalità, infondendo la capacità e il desiderio di superare tutti gli ostacoli, di non abbattersi mai e di non essere mai dominati dallo sconforto – oltre ad incidere nelle scelte che ci si è ritrovati a fare successivamente indirizzando i propri studi, o diventando a propria volta insegnanti -. Questo, al di là dell’aspetto puramente tecnico, ha sempre rappresentato una caratteristica peculiare del suo metodo di insegnamento.
Tacchetti fu impegnato anche, in collaborazione con la prof.ssa Maria Pia Pasoli e con la Società Italiana per l’Educazione Musicale, nella pubblicazione di testi didattici per varie case editrici.
E strettamente legata alla sua passione per l’insegnamento è anche la sua instancabile attività di organizzatore di eventi per la divulgazione della cultura musicale. Nel 1966 fondò e fu il Presidente dell’A.GI.MUS di Vicenza, Associazione con la quale per almeno quarant’anni organizzò in città e provincia innumerevoli concerti e conferenze che spaziavano dal canto gregoriano, alla musica barocca, all’opera lirica, alla musica del Novecento.
Si può dire che le lezioni di Vincenzo di Donato prima e di Arrigo Pedrollo poi lasciarono in lui una profondissima passione nei confronti della scrittura musicale, sia sotto forma di trascrizioni di opere altrui, sia sotto forma di composizioni originali per vari organici. Grazie alla meritoria opera di riordino e inventariazione compiuta in questi anni dal nipote Ing. Carlo Bezzon, siamo in grado di contare più di duecento, fra opere originali e trascrizioni, del Maestro Tacchetti: due Balletti, rappresentati all’Olimpico e al Teatro Astra di Bassano, pezzi per pianoforte, per voce e organo, per trio di trombe, per quartetto di ottoni, per tromba e pianoforte, per violino e pianoforte, per orchestra e brani vocali. Amava divertirsi con l’armonia, di cui era profondo conoscitore, con il contrappunto, con la dodecafonia, con la politonalità: era estremamente curioso di tutto ciò che poteva sperimentare e conoscere nei più diversi stili. Poiché manca ad oggi uno studio della sua opera, auspico che in questo Conservatorio ‘Pedrollo’ di Vicenza studenti di Triennio o Biennio scelgano di elaborare tesi di laurea dedicate alle sue composizioni, e insegnanti e studenti si possano dedicare allo studio e all’esecuzione in concerto di sue composizioni, che meriterebbero di essere più conosciute.
Lancio questa proposta, e qui concludo, anche immaginando il non lontano dicembre 2021, quando ricorreranno i 100 anni dalla nascita del Maestro Natalino Tacchetti.”
Al termine degli interventi commemorativi, le autorità presenti ed i parenti si sono spostati presso le sale per l’effettiva inaugurazione. Nel caso di Tacchetti, a tagliare il nastro è stato il sindaco Francesco Rucco che poi ne ha donato un pezzetto proprio alla moglie di Tacchetti, Caterina (Gina).
Il sindaco Francesco Rucco taglia il nastro durante l’inaugurazione dell’aula studio intitolata al maestro Natalino Tacchetti, presso il Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza. Ad assistere al taglio del nastro la moglie Gina (Caterina) e una delle figlie di Tacchetti, Carla, nonché il Prefetto e l’Assessore alla Cultura del Comune di Vicenza. Si ringrazia il Conservatorio A. Pedrollo per la gentile concessione della foto.Il sindaco Francesco Rucco consegna alla moglie di Tacchetti il pezzo del nastro appena tagliato. Si ringrazia il Conservatorio A. Pedrollo per la gentile concessione della foto.
A completare l’inaugurazione della sala, c’è stata l’esecuzione di due sonate (Aequale di Anton Bruckner e la Prima Sonata per tre tromboni di Daniel Speer) per trio di fiati (dato che Tacchetti ha iniziato i suoi studi con il diploma in trombone, e successivamente ha insegnato tromba e trombone presso l’Istituto Canneti di Vicenza), magistralmente eseguite da Fabio Rovere, Riccardo Piazza e Filippo Munari.
Un momento del concerto per fiati eseguito durante l’inaugurazione dell’aula al maestro Tacchetti. Si ringrazia il Conservatorio A. Pedrollo per la gentile concessione della foto.
Dopo una vita trascorsa come didatta presso il collegio di San Domenico negli anni ’50, attuale sede del Conservatorio (si veda la sezione dedicata alla Banda di San Domenico), esiste ora una targa che ricorda e almeno in parte rende merito all’attività di un maestro che ha dedicato la propria vita all’insegnamento ed alla diffusione della musica.
La targa all’ingresso dell’aula studio dedicata al maestro Tacchetti, presso il Conservatorio A. Pedrollo di Vicenza.
L’insegnamento è la pietra d’angolo nella carriera musicale di Tacchetti, che inizia ad insegnare dopo l’8 settembre 1943 all’Accademia di Musica di Vicenza, in Contrà Santa Maria Nova, all’età di appena 22 anni, continuando poi all’Accademia Musicale di Como, ad Arzignano con l’Orchestra, al Patronato Leone XIII di Vicenza, all’Istituto Musicale Canneti, alla Libera Scuola di Musica, nonché alla Scuola Media statale. Privatamente insegnerà pianoforte e composizione fino a pochi mesi prima della morte.
In questa sede non si intende tanto trattare l’aspetto tecnico dell’insegnamento, o gli argomenti di studio, quanto evidenziare il lato più propriamente umano e pedagogico della sua didattica.
“Insegnamento, divulgazione e diffusione della cultura musicale sono gli aspetti più importanti dell’attività pluriennale del maestro Tacchetti. Intere schiere di giovani e adulti vicentini sono passate attraverso il suo insegnamento, fin dall’inizio della carriera quando anche la direzione delle bande implicava lezioni settimanali ai bandisti e aspiranti tali.
Il nido, la culla del suo insegnamento era la sua casa, prima in Contrà Santi Apostoli, poi ai Carmini, quindi in Contrà San Marcello, in Contrà Riale e infine in Corso Padova.
Lo studio del M° Tacchetti presso la casa di Corso PadovaIl pianoforte a coda August Forster
La casa risuonava a tutte le ore del giorno di musica e di canto, e Tacchetti è sempre stato un maestro molto ambito per le lezioni di pianoforte, storia della musica, composizione e armonia. Preparava molti giovani per i concorsi all’abilitazione dell’insegnamento dell’educazione musicale nelle scuole, ma impartiva lezioni anche a gruppi strumentali e accompagnava moltissimi cantanti che preparavano con lui concerti lirici. Ricordo che un giorno, al termine della mia lezione – io avevo 9 anni, quindi era presumibilmente il 1975 – vidi entrare Marcella Pobbe che doveva esercitarsi con il maestro – la Pobbe frequentava spesso la casa di Tacchetti per le sue prove -. E proprio a Marcella Pobbe è dedicata la Sala Concerti in cui oggi ci troviamo.
Le sue lezioni, oltre ad essere caratterizzate da una generosità, onestà ed apertura mentale rare, seguivano un metodo particolarmente “aperto”. Il pezzo che si studiava allo strumento era l’occasione per alzare ed allargare lo sguardo: il maestro sollecitava l’allievo ad inquadrare l’autore nel contesto storico e artistico, e si creavano così mille collegamenti, giungendo ad approfondimenti storici e culturali molto vasti. Lo studio del pezzo era anche il presupposto per un’analisi armonica e contrappuntistica puntuale, e c’era sempre da parte del maestro un invito a comporre nello stile della musica che si andava a studiare, per capire come quella musica era fatta – ricordo come la composizione fosse un momento veramente importante della lezione allo strumento -. Tutto questo condito e intriso da un innato ottimismo che infondeva agli allievi fiducia nelle proprie capacità. Credo che tanti altri studenti, come me, sentano come la formazione ricevuta dal maestro Tacchetti abbia contribuito a forgiare la propria personalità, infondendo la capacità e il desiderio di superare tutti gli ostacoli, di non abbattersi mai e di non essere mai dominati dallo sconforto – oltre ad incidere nelle scelte che ci si è ritrovati a fare successivamente indirizzando i propri studi, o diventando a propria volta insegnanti -. Questo, al di là dell’aspetto puramente tecnico, ha sempre rappresentato una caratteristica peculiare del suo metodo di insegnamento.
Tacchetti fu anche impegnato, in collaborazione con la prof.ssa Maria Pia Pasoli e con la Società Italiana per l’Educazione Musicale, nella pubblicazione di testi didattici per varie case editrici.”
Busta dalla casa editrice Ricordi, contenente il contratto per la pubblicazione del libro “50 Canti brevi brevissimi – Canti, Filastrocchi, Indovinelli e Canoni per la Scuola elementare”, scritto in collaborazione con la Prof.ssa Maria Pia Pasoli e tuttora disponibile in catalogo.
Ricorda invece la prof.ssa Linda Magaraggia, insegnante al Conservatorio Pollini di Padova nonché ex allieva del maestro:”Era un educatore esemplare, un vero e proprio ‘maestro di vita’ dotato di straordinaria forza interiore. Sarebbe molto bello se noi insegnanti ricordassimo più spesso di trasmettere anche altri valori al di là della nota, del trillo, della diteggiatura, del metronomo, del pezzo. Forse a volte dimentichiamo che l’aspetto più importante è dare vivacità intellettuale, trasmettere l’entusiasmo per lo studio e la passione per la musica che a lui non sono mai mancati.”
Tacchetti è colpito da una grave ischemia nel mese di gennaio del 2004, ed è ricoverato presso la Casa di Cura Villa Margherita di Arcugnano per un periodo di riabilitazione. Ricorda ancora la Magaraggia:”Dopo il suo grave problema di salute, si temeva che non sarebbe più riuscito a proseguire nell’insegnamento, né tanto meno nell’esecuzione pianistica, ma grazie alla sua straordinaria forza di volontà ha ripreso a suonare nel giro di pochi mesi. Vi posso assicurare che la fatica di quest’uomo era indescrivibile, però ce l’ha fatta: è riuscito a far tornare le dieci dita a muoversi e io mi sono sempre chiesta come fosse possibile, pensando a persone che di fronte a problemi di questo genere si arrendono, si arenano, si bloccano.
Nel periodo successivo alla malattia ho notato nel maestro una carica se possibile ancora maggiore in tutti i settori musicali, ma in particolare nell’insegnamento ai bambini e agli allievi giovani. Poiché io da sempre mi occupo di didattica musicale, anche e in modo particolare rivolta ai bambini (la prof.ssa Magaraggia ha tenuto corsi di Pedagogia musicale per bambini dai 4 anni, ed ha insegnato al corso di Musica d’Insieme per bambini presso la Libera Scuola di Musica di Vicenza, n.d.r.), ho notato che è come se fosse ritornato ‘fanciullo’, e l’ho visto estremamente felice di lavorare con i più piccoli. Addirittura uno dei bimbi che lui aveva a lezione, e che poi è stato mio allievo, aveva definito il maestro ‘magico’. Ha detto proprio così:’Il maestro è magico!’. Perciò mi sento di dire che questo suo aspetto di didatta, che è sempre stato molto spiccato, ha trovato il suo compimento in età matura con l’insegnamento ai più piccoli – cosa che non accade spesso, se si pensa ai molti maestri che ad un certo punto sono talmente stanchi di insegnare da diventare nervosi, non risultando più adatti ai bambini che notoriamente richiedono maggior energia e tanta pazienza -.”
A supporto delle parole di Linda, si riportano di seguito a titolo di esempio alcune fotografie. Una ci riporta indietro nel tempo (anni ’50), durante una esecuzione canora alla presenza dei bimbi di una scuola elementare di Valdagno; le successive sono invece relative agli ultimi due Saggi eseguiti dai piccoli allievi del M° Tacchetti. Nel mezzo, sono centinaia le apparizioni pubbliche di Tacchetti alla guida dei suoi allievi in occasione di saggi e concerti, in cui spesso accompagna al pianoforte.
Tacchetti all’organo durante un’esecuzione canora all’aperto, alla presenza dei bimbi di una scuola elementare di Valdagno (anni ’50)
Il maestro Tacchetti durante un Saggio dei suoi piccoli allievi presso Villa Serena a Valdagno, il 26 marzo 2011Il maestro Tacchetti presenta il Saggio dei suoi allievi presso Villa Valeri a Vicenza, l’11 giugno 2011. Sarà l’ultima apparizione in pubblico di Tacchetti, che entrerà in ospedale alla fine di giugno dello stesso anno, e non farà più ritorno a casa. Ci lascerà il 29 settembre.Il maestro Tacchetti segue in piedi l’esecuzione al pianoforte del pezzo “Un valzer per Elena” scritto dallo stesso Tacchetti per la piccola Elena Padoan, figlia del maestro Alessandro Padoan.
Continua quindi la Magaraggia:”Una testimonianza inoltre del senso di responsabilità di quest’uomo, e della sua capacità di rinuncia, è riconducibile ad un episodio avvenuto quando ancora insegnava presso la scuola media Leonardo Da Vinci in Contrà Riale a Vicenza. Ero presente ad una lezione nel suo studio quando giunse il telegramma di nomina per l’insegnamento della Composizione al conservatorio Bonporti di Trento. Noi sappiamo quanto la cattedra di Composizione sia prestigiosa ed io, contenta per lui, gli dissi:’Che bella notizia maestro! Aspettava da tanto questo momento, e adesso potrà insegnare a Trento!’ E lui tranquillamente mi rispose:’Scusa sai cara, ma come faccio io con tre figlie a lasciare il ruolo alla scuola media per andare al Conservatorio, che magari l’anno dopo non mi prendono più!’. Ecco, questo episodio è pure emblematico di una persona umile, che non si è mai montata la testa.
Fra venti o trent’anni si parlerà ancora del maestro, ma non saranno molte le persone che come noi ex studenti potranno dire di avere imparato da lui. Anche chi magari della musica non ha fatto una professione – per quanto siamo in moltissimi allievi del maestro a fare oggi i musicisti -, ha comunque ricevuto umanamente moltissimo, e questo è ancora più importante del diploma e dell’abilitazione. E così ho sempre apprezzato quest’uomo che, vicino alle sue conferenze, alla sua musica e alla sua composizione, ha sempre trovato spazio per regalare felicità ed entusiasmo attraverso l’insegnamento della musica a generazioni di tutte le età”.
Una bella e significativa immagine di come si svolgeva una classica lezione di composizione nello studio del M° Tacchetti , nonché una riflessione sulla figura di didatta e divulgatore, ce la fornisce un altro ex allievo, il maestro Mario Lanaro, che così ha ricordato il suo ex maestro in occasione di un incontro commemorativo tenutosi presso il chiostro di San Lorenzo a Vicenza nel mese di gennaio del 2012:
“Prima del pianoforte arrivava la voce.
Era il 1987, la mia prima lezione di ‘Didattica dell’armonia’, la capacità cioè di acquisire un linguaggio che andasse più a fondo della regola e al di là del dato fine a se stesso, per perfezionare l’aspetto pedagogico.
Oltre la porta a vetri, nella bella abitazione del maestro – la palazzina al numero 234 di Corso Padova -, arrivava prima la voce, penetrante, col “va bene” a fine frase. Intimoriva solo un po’, ma bastava un attimo per capire che dietro alla voce potente c’era un’animo buono, c’era un didatta desideroso di insegnare. Se si era un po’ in anticipo, ad accogliere c’era la gentile signora Gina. Un po’ d’attesa, e la lezione iniziava.
Penso che il maestro fosse prima di tutto un Divulgatore. Alla tastiera a spiegare le regole della composizione, davanti ad un pubblico nelle conferenze, quando presentava autori, opere o brani orchestrali o cameristici, oppure quando accompagnava al pianoforte allievi, cantanti, strumentisti. Ogni didatta, col tempo, matura un suo linguaggio figurato fatto di aneddoti, esempi con riferimenti ad azioni, oggetti, gesti quotidiani.
Ricordo quando spiegava che “l’Armonia respira come il mantice della fisarmonica”: ora le quattro voci si toccano dentro uno spazio limitato, poi si allargano in una tessitura più ampia, per poi tornare ad avvicinarsi. Il respiro, il mantice.
C’era un‘altra immagine che il M° Tacchetti usava, gli intervalli “ad uncino”: un intervallo dissonante di quarta o quinta diminuita, dopo il salto verso il basso, doveva risolvere salendo di semitono: ecco l’uncino! Quante volte il M° Tacchetti avrà dettato la regola della settima che scende e la sensibile
che sale, o le regole delle tonalità, i nomi dei modi. Avrà parlato di “classicismo”, di “barocco”, di nuovi linguaggi: con infinita pazienza all’allievo che intuiva alla prima spiegazione, che quasi anticipava il maestro, così come a chi non aveva la dote dell’immediatezza, della deduzione.
Al maestro ci siamo rivolti in tanti: c’era chi doveva risolvere l’urgenza di quel “pezzo di carta” che gli permettesse di accedere ad un incarico lavorativo, ed anche chi, con più ambizione, voleva impadronirsi di una tecnica compositiva più alta; oppure appassionati, che avrebbero poi scelto altre professioni. La sua preoccupazione era che il messaggio pedagogico arrivasse a destinazione, un dovere morale nei confronti di chi investiva tempo, denaro, impegno e progetti futuri o semplice passione. Era evidente l’esigenza di trasmettere all’allievo un sapere consapevole, che lo elevasse ad un punto di osservazione più alto per godere di un panorama più vasto; non solo la nozione, la regola fine a se stessa, ma qualcosa in più.
Un didatta deve saper leggere nel volto dell’allievo la sorpresa, la soddisfazione, oppure la delusione, quando ad esempio uscivano le odiatissime quinte o ottave o altri errori, ma anche qui in modo elegante, potente nella voce ma leggero nel colpevolizzare. Preciso, ma non disarmante.
La molteplicità dei suoi studi e la varietà delle esperienze quotidiane vissute avevano arricchito il suo bagaglio di conoscenze e di ricordi. Per questo gli risultava facile ripercorrere i momenti della sua vita e ci raccontava alcuni passaggi, specialmente se la lezione non ingranava, ma solo un po’, solo per far riposare la mente dell’allievo, e poi si riprendeva.
Il rapporto con il M° Tacchetti nasce però prima del 1987, quando mi invita a tenere un concerto per l’A.GI.MUS di Vicenza con il coro polifonico Schola Cantorum di Malo, che ho diretto fino al 1997. In quella occasione eseguo anche un mio mottetto, composto sotto la guida del maestro, con una giovanissima Silvia Dalla Benetta, poco più che bambina, oggi soprano in carriera. E’ stato ospite della stagione di concerti di Malo; nel 1985 il maestro aveva preparato una “Conversazione con ascolto” (così amava chiamare le sue conferenze) sui tre grandi compositori Händel, Bach e Scarlatti: 1685/1985 trecento anni dalla nascita, un’occasione troppo importante per il M° Tacchetti, attento alle ricorrenze e sempre puntuale nel proporre incontri culturali (da evidenziare il suo impegno non solo nel ricordare gli autori celebrati, ma anche personaggi ed eventi legati alla nostra cultura vicentina). E’ venuto a Malo, nella Sala Consiliare a tenere una brillante conversazione. Il maestro non guidava l’auto e così l’incontro aveva una sua premessa nel viaggio di andata e una sua conclusione nel viaggio di ritorno: amava conversare con un gusto ed humor molto personali.
Credo giusto un segno di riconoscenza, un pensiero grato carico d’affetto al M° Natalino Tacchetti per la sua lunga e continua opera di Divulgazione, e per aver portato la Musica nel cuore e nella mente di tanti e tanti allievi ed appassionati.
Mario Lanaro
30 gennaio 2012
Serata di commemorazione, presso il Convento di S. Lorenzo a Vicenza”
Per concludere, in occasione della medesima serata commemorativa del 2012, il maestro Gastone Zotto, già direttore del Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza, così ha sintetizzato la figura di insegnante di Tacchetti:
“Io credo che Tacchetti resterà nella storia di Vicenza per un motivo molto importante: è stato il grande artigiano dell’insegnamento musicale. Credo che abbia educato più musicisti Tacchetti che noi al Conservatorio per anni e anni! Tacchetti non aveva supponenza: era l’uomo che diceva ‘Io ho studiato in giro per il mondo e ti insegno ciò che ho imparato, e te lo insegno con grande umiltà’.
Sapeva comunicare una carica di entusiasmo e una desiderio di studiare formidabili, ma possedeva soprattutto una capacità unica: riusciva a trasmettere il senso del Mito della Musica. Perché la musica non è solo una scuola, non è un insegnamento puro: la musica deve essere una passione, e lui te la comunicava come qualcosa di grande, trasmettendo esattamente il senso “mitico” – si direbbe “sacrale” – della musica (la quale, si voglia o no, contiene il senso della trascendenza, come sosteneva Goethe).
Nella nostra vita abbiamo lavorato tanti anni per la musica, e ci lavoriamo tuttora, e il lavoro che abbiamo fatto per decenni sta dando i suoi frutti. Io sono un testimone vivo e vivente, e la musica che c’è oggi a Vicenza rispetto a quella degli anni ’60 e ’70 (ho conosciuto Tacchetti nel 1966) è molto più qualificata, perché ci sono centinaia di ragazzi che hanno studiato e che si sono diplomati. Ma questi non sono mica nati dal nulla: sono nati dalla fatica di coloro che si sono impegnati a fare questo lavoro. Le cose belle non nascono da sole: nascono perché ci sono persone che con tanta umiltà studiano, si impegnano, insegnano ed entusiasmano. E questo è uno dei meriti che fa di Tacchetti un grande maestro.”
Il 30 gennaio 2012, presso l’Aula Francescana del chiostro del Convento di San Lorenzo a Vicenza, per il ciclo “Imparare Vicenza” si tiene presso l’Associazione SPERI – per iniziativa della Prof.ssa Chiara Faresin – una serata dedicata al ricordo del M° Natalino Tacchetti, mancato pochi mesi prima, il 29 settembre 2011. Il titolo dell’incontro è “Il Maestro Tacchetti e la musica a Vicenza“, e vi partecipano alcuni importanti nomi della musica vicentina tra i quali il M°Alessandro Padoan, il M° Giuliano Fracasso, il M° Gastone Zotto, il M° Mario Lanaro, il M° Carmine Carrisi, la Prof.ssa Linda Magaraggia, nonché l’ex sindaco di Vicenza Giorgio Sala e molti ex allievi che hanno fatto della musica la loro professione.
Tra questi, l’intervento del M° Alessandro Padoan, oggi docente di Clavicembalo e Direttore del Dipartimento di Musica Antica al Conservatorio C. Monteverdi di Bolzano, traccia la storia di un giovane Natalino Tacchetti che nel 1951, non ancora trentenne, riceve l’incarico per dirigere la storica Banda del Patronato Leone XIII, allora anche banda cittadina. Di seguito l’intervento integrale del M° Padoan.
“Il giovane Maestro Natalino Tacchetti a Vicenza (1951): la Banda del Patronato Leone XIII”
Appunti nati a margine della ricerca sulla storia del Teatro dell’Istituto dei Padri Giuseppini del Murialdo (1891-1953).
Mi è giunto assai gradito l’invito dell’Associazione “Speri”, per il tramite di Carlo Bezzon, a prendere parte a questa serata dedicata al Maestro Tacchetti. Sentivo, da ex allievo del Maestro, che si trattava di un atto doveroso di testimonianza, anche se non avevo assolutamente chiaro quale sarebbe stato l’oggetto del mio breve intervento. Che fare? Ricordarlo come il mio Maestro nel lungo percorso di studi con lui, iniziato nel 1974 (io avevo allora 8 anni) in Contrà Riale, proseguito fino al mio diploma di pianoforte e fino all’esame di 4° anno di composizione, oppure ricordare i lunghi anni di continue collaborazioni con lui nell’ambito dell’A.Gi.Mus., quando mi invitava per realizzare ogni anno conferenze e concerti dedicati alla causa della diffusione in città della musica antica, con il clavicembalo, almeno a partire dal 1988, o alla diffusione della storia e della semiologia del canto gregoriano, che erano diventati i miei ambiti di studio e di lavoro? Alla fine, invece, ho preferito utilizzare il tempo che mi è qui concesso per abbozzare un intervento di tipo storico, sfruttando alcuni documenti da me raccolti anni fa, che ci permettono di fotografare il Maestro in una delle numerosissime attività musicali alle quali si è dedicato nella sua lunga vita. Ho scelto per voi alcuni episodi che hanno coinvolto il giovane Natalino Tacchetti nel lontano 1951. È una piccola vicenda, poco conosciuta nei suoi particolari, che ha a che fare con il Patronato Leone XIII dei Padri Giuseppini del Murialdo, che fu fin dalla sua fondazione uno dei principali centri cattolici di educazione dei giovani e un istituto di primissimo ordine anche per il suo ruolo in ambito culturale e musicale a Vicenza.
L’idea mi è venuta ripensando alla lunga ricerca che ebbi l’onore di condurre per tre anni, a partire dal 1990, quando l’allora direttore del Patronato Leone XIII don Guido Bassanello mi affidò, per l’interessamento proprio del Maestro Natalino Tacchetti, l’incarico di scrivere un approfondimento storico musicologico intorno all’Istituto e al suo Teatro, nel 100° anniversario della sua fondazione. Ne nacque un libro – questo – dal titolo “Il Teatro della Pusterla. Pagine di vita musicale vicentina negli spettacoli dati nel teatro del Patronato Leone XIII dei Giuseppini (1891-1953)”, che fu pubblicato dalle Edizioni Nuovo Progetto nel 1993. Questo libro, distribuito in tutte le biblioteche della provincia di Vicenza e nei vari istituti dei Giuseppini del Murialdo in giro per l’Italia, fu da me dedicato proprio a Natalino Tacchetti, come si può leggere nella pagina che precede il primo capitolo. Nel corso della presentazione pubblica del libro, nel 1993, ricordo che invitai il Maestro sul palco, e sottolineai l’affetto che mi legava a lui e la riconoscenza che avevo nei suoi confronti perché mi aveva insegnato ad amare la musica, a divertirmi con la musica, ad esprimermi con la musica, e lo aveva sempre fatto con modestia e con grandissima generosità. E questo era il motivo che mi aveva spinto a dedicargli quella mia “opera prima”.
Dunque, negli ultimi anni dei quali si occupa il mio libro, che arriva fino al 1953, quando si decise di abbattere il pericolante ma bellissimo teatrino per costruire un nuovo cinema-teatro, trovai una testimonianza che mi permise di aprire una finestra nuova, anche se secondaria rispetto al tema principale del libro: Natalino Tacchetti come direttore della gloriosa Banda del Patronato Leone XIII. Siamo nell’Aprile 1951. Natalino Tacchetti aveva allora ventinove anni.
La Banda del Patronato, fondata nel lontano 1898, era una delle Bande storiche di Vicenza. Le sue esecuzioni erano richieste per: – feste e celebrazioni interne all’Istituto; – cerimonie e concerti pubblici in città e provincia (ad es° in Piazza dei Signori), anche perché per lunghi anni dovette svolgere le funzioni della disciolta Banda Cittadina. Anzi, addirittura, specie nel periodo antecedente la seconda guerra, con il M° Michele Baudino come direttore, il Patronato richiese ed ottenne per parecchi anni il prestito delle parti di tantissima musica del repertorio della Banda Cittadina (per la maggior parte repertorio operistico trascritto) che si trovava conservato all’Istituto Musicale “Canneti” di Vicenza.
Ricordo inoltre che la Banda del Patronato aveva una sua scuola di musica nella quale si formavano giovani allievi aspiranti bandisti.
In quel secondo dopoguerra la situazione economica si fece difficile per il Patronato, e fu impossibile continuare a pagare il compenso richiesto dal M° Ferruccio Marotto di Padova, allora direttore della banda. Nel diario del direttore del Patronato P. Luciano Trevisan in data 1° aprile 1951 leggiamo: “Riunione di Biffi, Cangini, Pasqualotto, Nogara [si trattava di Alessandro Biffi, Ugo Cangini, Guido Pasqualotto e Guglielmo Nogara, tutti e quattro ex bandisti] e il Direttore per trattare l’argomento spinoso della Banda musicale. Il Direttore avverte che più di 50.000 lire annuali non può cavar fuori dal misero bilancio; Biffi mette uguale somma; Cangini altrettanto e Nogara… tace. Il Maestro però, venendo da Padova non è soddisfatto certamente e allora si pensa ad un Maestro del luogo. Ci sarà da cozzare con la cocciutaggine dei bandisti che insistono per Marotto da Padova.” Dunque a disposizione c’erano, pare, solo 150.000 lire annuali.
E il Maestro Marotto effettivamente si dimise dall’incarico proprio per disaccordi con la direzione del Patronato in merito al trattamento economico, come apprendiamo da una nota manoscritta del 26 aprile 1951.
Il “Maestro del luogo” alla fine fu scelto e fu proprio Natalino Tacchetti, che nel secondo dopoguerra era conosciuto come direttore anche di molte altre bande locali: la Banda dell’Orfanotrofio “A. Rossi” dei Padri del Don Orione, la Banda di Quinto Vicentino, la Banda dell’Istituto “Buoni fanciulli” di Costozza, la Banda dei Salesiani di Schio, la Banda di Vò di Brendola, la Banda di Arzignano. Di queste ultime due sappiamo che le diresse proprio negli anni in cui assunse l’incarico al Patronato, in particolare 1950 e 1951.
Banda di Vò di Brendola il 13 maggio 1951. Il M° Tacchetti è sul centro-destra della foto, in piedi con le braccia conserte.
L’annuncio della nomina del nuovo direttore fu data ai bandisti il 28 aprile 1951 con una circolare dello stesso direttore del Patronato P. Luciano Trevisan: “Carissimi Bandisti, dopo il forzato riposo invernale, ecco ripresentarsi l’occasione per dimostrare coi fatti l’attaccamento al glorioso CORPO BANDISTICO del Patronato che si ricompone. Per dovere di deferenza fu interpellato il benemerito M° Marotto, ma non avendo egli creduto opportuno accettare le proposte fattegli, ci siamo fermati sulla persona del M° Tacchetti, Vicentino diplomato a Milano in alta composizione e strumentazione. Di Lui hanno dato ottime informazioni i migliori intenditori cittadini [nella copia manoscritta veniamo a sapere che si trattava del “M° Pedrollo e Mons. Dalla Libera”]. Spero che il cambio del Maestro non porti difficoltà nella ripresa della scuola.”
Nell’Archivio del Patronato sono riuscito a rintracciare proprio la lettera manoscritta di referenza che Arrigo Pedrollo indirizzò al direttore del Patronato lo stesso 28 aprile 1951: “Il Maestro Tacchetti possiede i diplomi di Composizione (Conservatorio di Milano) e di Trombone. Dovrebbe quindi essere in grado di assumere l’insegnamento e la direzione di una banda, conoscendo il meccanismo degli strumenti di ottone ed avendo pratica sufficiente di direzione. Con distinti ossequi: Arrigo Pedrollo”.
Lettera di referenza manoscritta del M° Arrigo Pedrollo
Non ho trovato, invece, se mai è esistita una sua redazione scritta, la referenza di Mons. Dalla Libera di cui parla il direttore del Patronato in quella circolare.
La prima testimonianza di un concerto con Tacchetti alla direzione della banda del Patronato Leone XIII risale alla Festa della premiazione del 1° luglio 1951, svoltasi come tradizione nel cortile dell’Istituto. La Festa della Premiazione si svolgeva alla fine di ogni anno scolastico, con un programma vario nel quale la Banda del Patronato introduceva, eseguiva un intermezzo e concludeva. In quel 1° luglio 1951, dopo la marcia introduttiva e un “discorso”, seguirono delle “evoluzioni figurate per lupetti” (la ginnastica fu sempre, insieme con il nuoto, un fiore all’occhiello del Patronato) ed infine la “distribuzione dei premi di religione e di condotta”. Dopo l’intermezzo suonato dalla banda, registrato nel programma d’epoca con l’espressione generica “Musica per banda” (non sappiamo quali e quanti brani furono suonati) il programma prevedeva invece una “scena muta” dal titolo “Psilli incantatore di serpenti” (le scene mimate ebbero seguito e successo nei vari spettacoli dell’epoca), di nuovo una distribuzione di premi, questa volta “premi di studio”, a seguire un altro “discorso” e infine “Musica d’addio per banda”.
Il nome di Natalino Tacchetti come direttore della Banda compare anche il 28 giugno 1952, di nuovo per una Festa della Premiazione (questa volta segnalata come distribuzione “serale” dei premi, svoltasi nel cortile dell’Istituto, “illuminato e addobbato”). Certamente sotto la sua guida si svolsero tante altre esecuzioni, anche se i documenti non riportano il suo nome. Fra queste sicuramente le due per il Comune di Vicenza di cui ho trovato testimonianza scritta nell’Archivio Municipale: quella del 4 Novembre 1951, quando la Banda del Patronato suonò durante le cerimonie commemorative in ricordo della fine della prima guerra mondiale e dei soldati caduti (e della quale si riporta una richiesta di contributo al Comune da parte del Patronato, e una relativa deliberazione della Giunta Municipale), e quella dell’11 Agosto 1951 in Piazza dei Signori (di cui si riporta una domanda di concessione per il “palco in ferro”).
Richiesta di contributo al Comune per il concerto del 4 Novembre
Deliberazione della Giunta Municipale del contributo di 30.000 lire per quel concerto, nella quale si legge: “Si deve ora corrispondere alla benemerita Istituzione un compenso per il servizio prestato con capacità e solerzia”
Richiesta al Comune di concessione del palco in ferro per il concerto dell’11 agosto in Piazza dei Signori
Del concerto dell’11 agosto 1951 lo stesso Tacchetti ha tenuto un trafiletto comparso nel Giornale di Vicenza:
“Musica in Piazza
La riorganizzata Banda del Patronato Leone XIII ha fatto adunare ieri sera in Piazza dei Signori un considerevole numero di appassionati che hanno vivamente applaudito un programma di musiche di carattere popolaresco eseguite con brio e buona fusione, che il concittadino maestro Tacchetti seppe dirigere con profitto.”
Del 1951 rimane inoltre testimonianza di altri due concerti attraverso altrettanti articoli, tenuti da Tacchetti e consegnatimi dal nipote Carlo, comparsi nel Giornale di Vicenza: il primo per i festeggiamenti legati all’8 settembre, con il relativo programma, il secondo con data 11 ottobre.
“Il programma del concerto questa sera in Piazza
Ecco il programma della manifestazione indetta ed organizzata dalla Pro Vicenza col concerto che sarà svolto in Piazza dei Signori questa sera alle 20.45 dalla Banda del Patronato Leone XIII diretta dal maestro Natalino Tacchetti. Parte prima: Sabatini – Lux (Marcia Sinfonica); Rossini – Barbiere di Siviglia – Cavatina (solista Nosiglia Orlando); Mascagni – Guglielmo Ratcliff – Sogno, Cavalleria Rusticana – Fantasia. Parte seconda: Verdi – Trovatore – Fantasia; Pedrotti – Tutti in maschera – Sinfonia; Sabatini – Eroica – Marcia Sinfonica.” Sabato 8 settembre 1951
“La banda del Patronato
Chi parla della trapassata Banda Cittadina, rivede subito con la memoria svolazzanti candide piume su imponenti feluche, abiti a coda di rondine bleu marine, incedere marziale.
La chiamavano scherzosamente «La Banda degli Ammiragli d’acqua dolce». Il «dopo l’altra guerra» con la sua turbolenta economia l’ha inghiottita. E’ rimasta l’altra, la cenerentola di quei tempi, quella del «Patronato» come dicono ancora le donnette del popolo che inceppano la lingua su quel «ti erre». E’ rimasta passando anch’essa le sue crisi. Più agile dei maggiori complessi civici ha superate tutte le «marette» che travagliano i sodalizi musicali.
E avanza, s’ingrandisce la umile ancella di un tempo a pari passo dei suoi ragazzi che, oggi, sono uomini.
Li abbiamo rivisti in Piazza: sempre quelli, i più bravi i più fedeli e assieme «ai fioi». Sono in 45 ma suonano con la bravura di un grande complesso. Gonfiano le gote e gli occhi divenuti più piccoli dallo sforzo del fiato sembrano strizzare e dire «pazientate ancora qualche mese, poi tireremo fuori i nostri allievi che stanno facendo le ossa nella nostra scuola interna. Allora vedrete che ci mancheranno solo le feluca e la ‘prefittizia’».
Ora hanno anche un nuovo maestro: giovane ma.. con i fiocchi, perché Natalino Tacchetti, due volte diplomato all’Accademia di Stato, a soli 26 anni ha ottenuto il titolo di maestro d’alta composizione con il massimo dei voti al Conservatorio G. Verdi di Milano. I dirigenti hanno avuto buon fiuto nella scelta del maestro Tacchetti, il cui non comune senso musicale gli consente di dirigere brillantemente a memoria.
Dobbiamo proprio parlare con simpatia e con stima della nostra Banda del Patronato perché ci ha offerto esecuzione veramente egregie.
La banda del Patronato che per virtù dei dirigenti, del valoroso Maestro e di tutti i suoi fedeli componenti oggi rappresenta degnamente Vicenza, con l’affluire continuo dei suoi allievi della Scuola interna sta avviandosi sul piano del grande complesso che fu la famosa nostra Banda Cittadina. Senza disturbare nessuno, in silenzio, con il lavoro, con il sacrificio. Bravi!” Zeta, giovedì 11 ottobre 1951
Nel dicembre 1952 già non figura più il M° Natalino Tacchetti quale direttore della Banda, perché iniziò a dirigerla il padre giuseppino Assirio Cappellari. Tra le carte del suo archivio, Tacchetti stesso mi tirò fuori un attestato, datato 24 novembre 1952, rilasciato dal nuovo direttore del Patronato, Giovanni De Angeli, che ci conferma con precisione quanto durò il suo incarico di direzione della banda: “Il sottoscritto P. Giovanni de Angeli Direttore del Patronato Leone XIII di Vicenza attesta che il M.stro Tacchetti Natalino di Giacomo ha prestato la sua opera quale M.stro nella Banda di questo Istituto dal maggio del 1951 al 31 ottobre del 1952. Valida e preziosa è stata la sua opera. Se al presente lascia l’insegnamento nel Corpo bandistico è perché il Patronato può contare tra il suo personale di insegnamento un sacerdote maestro di Banda, il quale essendo della stessa famiglia religiosa è anche più a disposizione. Il Patronato è in dovere di dare al Sig. M. Tacchetti tutto il suo ringraziamento per la sua opera attiva specie nella formazione degli Allievi.” È uno scritto di non secondaria importanza, perché non solo attesta il periodo esatto dell’incarico svolto ma anche l’impegno di Tacchetti come insegnante. Sappiamo infatti che il direttore della Banda si assumeva anche il compito di impartire lezioni settimanali ai giovani aspiranti bandisti. Questa scuola di musica del Patronato era rinomata e vantava una lunga tradizione.
Attestato che riporta il periodo di incarico di direzione della Banda da parte del M° Tacchetti
Aggiungo che proprio in quei giorni, nell’autunno 1952, Natalino Tacchetti si diplomò in Pianoforte al Conservatorio “Pollini” di Padova, sempre con il Maestro Pedrollo, che di quel conservatorio era anche il Direttore. Perciò fu un anno d’impegno intenso per il giovane Tacchetti.
Ricordo inoltre che nello stesso periodo, tra il 1950 e il 1952, Tacchetti era impegnato anche nell’attività di insegnante di canto individuale e corale negli istituti dell’Ente Comunale di Assistenza di Vicenza. A riprova di ciò il nipote Carlo Bezzon, che ringrazio molto, mi ha trasmesso un documento tratto dall’Archivio del nonno che qui vedete in foto:
Vi si dichiara che da oltre due anni Tacchetti insegnava canto facendo conseguire agli allievi esiti brillanti in vari saggi ed aveva inoltre diretto, “con eccellente risultato”, concerti sinfonici e bandistici per conto dello stesso Ente (pensiamo perciò che sia stata chiamata in varie occasioni la Banda del Patronato da lui diretta).
Credo, e qui concludo, che questi piccoli e necessariamente veloci appunti o squarci su un pezzetto di storia musicale vicentina e sul giovane Natalino Tacchetti, ci confermino soprattutto il suo amore disinteressato per l’insegnamento nei confronti dei giovani, per la loro formazione, anche per i giovani più sfortunati che, soprattutto nel dopoguerra, erano molti (vedi orfanotrofi, enti di assistenza). E ci confermano anche i suoi poliedrici interessi e la febbrile attività soprattutto indirizzata alla diffusione, in città e in provincia, del fare musica, cantando o suonando uno strumento.
In un’intervista rilasciata nel 1986, alla richiesta della giornalista se si identificasse di più con l’insegnante o con il compositore, Tacchetti risponde:”L’insegnamento della musica comprende vari rami: principalmente insegno composizione e pianoforte. Tutti possiamo imparare a comporre non tanto per fare musica quanto per capire come è fatta la musica.” E alla successiva domanda su quali siano le caratteristiche della sua musica, afferma:”E’ il mio linguaggio musicale che si colloca nel XX secolo, con particolare inclinazione per la melodia.”
Tacchetti ha completato gli studi della composizione con Arrigo Pedrollo, che di lui diceva:”E’ un uomo libero e inquieto, simpatico, formidabile anche per il suo contagioso ottimismo”. E’ stato amico del maestro Girotto, il sapiente dodecafonista vicentino, e con lui ha vissuto le difficoltà della musica contemporanea. Bepi De Marzi, suo allievo, scrive:”Ha sempre creduto e crede nell’armonia, nella buona melodia, nella cantabilità senza fingimenti”.
A Roma, durante la guerra, studia con il maestro Vincenzo Di Donato, assimilando i dettami compositivi propri del XX secolo. Influenzato anche dallo stile di grandi musicisti di allora come Goffredo Petrassi (di Zagarolo, vicino a Roma, dove Tacchetti stanzierà per un breve periodo durante la guerra) e Gian Francesco Malipiero (ai quali dedicherà alcune delle sue conferenze per ribadirne l’importanza nell’ambito della musica del secolo scorso), la musica di Tacchetti è prevalentemente orientata alla dodecafonia e all’atonalità, mantenendo tuttavia sempre un occhio di riguardo alla melodia. Si può dire che è musica a tratti “onirica”, evocativa, talora anche dura e difficile all’ascolto per un orecchio non preparato.
Le composizioni di Tacchetti (se ne contano circa duecento di diversi generi e durata, dal piano solo all’organo, ai pezzi per i più svariati organici) risalgono ad un arco di tempo che va dagli anni ’40 alle soglie del nuovo millennio. Oltre alle composizioni, si contano decine di trascrizioni per banda e orchestra destinate all’esecuzione in concerto.
Durante l’intervento di commemorazione tenuto presso il Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza il 23 novembre 2019, in occasione dell’intitolazione di un’aula studio a Tacchetti, il maestro Alessandro Padoan così ne ha riassunto l’attività di compositore:
“Si può dire che le lezioni di Vincenzo di Donato prima e di Arrigo Pedrollo poi abbiano lasciato in lui una profondissima passione nei confronti della scrittura musicale, sia sotto forma di trascrizioni di opere altrui, sia sotto forma di composizioni originali per vari organici. Grazie alla meritoria opera di riordino e inventariazione compiuta in questi anni dal nipote Carlo, siamo in grado di contare oggi più di duecento opere, fra originali e trascrizioni, del maestro Tacchetti: due Balletti, rappresentati all’Olimpico e al Teatro Astra di Bassano, pezzi per pianoforte, per voce e organo, per trio di trombe, per quartetto di ottoni, per tromba e pianoforte, per violino e pianoforte, per orchestra, oltre a brani vocali. Tacchetti amava divertirsi con l’armonia, di cui era profondo conoscitore, con il contrappunto, con la dodecafonia, con la politonalità: era estremamente curioso di tutto ciò che poteva sperimentare e conoscere nei più diversi stili. Poiché manca ad oggi uno studio della sua opera, auspico che in questo Conservatorio «Pedrollo» di Vicenza, studenti di Triennio o Biennio scelgano di elaborare tesi di laurea dedicate alle sue composizioni, e che insegnanti e studenti si possano dedicare allo studio e all’esecuzione in concerto di sue composizioni, che meriterebbero di essere più conosciute.”
Per concludere questa introduzione, riportiamo il pensiero della prof.ssa Linda Magaraggia su cosa la Composizione rappresentasse per il maestro Tacchetti:
“[..] Giusto oggi parlavo con il papà di un allievo ora mio, una volta del maestro, e dicevo che secondo me per lui la composizione era la ‘porticina’ della sua anima. Io per molto tempo non sono riuscita a capire perché mai il maestro non pubblicasse le sue musiche, non le facesse conoscere di più e non le divulgasse maggiormente e gli dicevo:”Ma scusi, possibile che di questi pacchi di musica a lei non salti in mente di farne qualcosa?” E lui mi rispondeva:”Veramente no. Io scrivo, partecipo ai concorsi, mi diverto. A proposito: vuoi sentire qualcosa?” E allora si sedeva, e suonava. E io vedevo in quel preciso momento – pur dispiacendomi che non aprisse di più agli altri questa sua capacità compositiva che era eccellente – che quella era proprio la sua parte personalissima, uno spazio di privata introspezione, e allora non ho più insistito.
Sempre a proposito della composizione, un giorno gli chiesi:”Scusi maestro, ma lei con tutte quelle attività che svolgeva da giovane, e successivamente quando ha avuto le sue tre figlie molto presto, dovendo oltretutto scorrazzare di qua e di là per fare di tutto, per vivere – se è difficile oggi fare i musicisti, possiamo immaginare la difficoltà di anni fa -, quand’è che trovava il tempo di scrivere?”. E mi rispose:”E’ molto semplice: la Gianna – la figlia maggiore, o la ‘primogenita’ come la chiamava lui – piangeva spesso. Allora io me la sedevo sulle ginocchia, facevo un cavalluccio, e intanto scrivevo musica.” E a me è piaciuta tanto questa immagine: ho chiesto conferma alla moglie Gina che mi ha detto di sì, che è vero!”