“L’attuale Conservatorio musicale Arrigo Pedrollo di Vicenza ha sede presso un ex Convento dei Domenicani, fondato nel 1265. Nel 1875 divenne Orfanotrofio maschile cittadino, e dal 1949 fu assunto dalla Piccola Opera della Divina Provvidenza di Don Orione. Da allora il chiostro dell’ex convento risuonò di grida di ragazzi, di giochi e del suono della banda, fino al 1977, anno in cui cessò le attività a seguito delle nuove leggi sull’assistenza ai minori.” (tratto dal sito www.donorione.org)
In realtà la banda nacque nel 1900, e a rifondarla nel 1953 fu proprio il M° Natalino Tacchetti che, con la collaborazione del direttore dell’Istituto don Orione, don Viola, a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 riuscì nell’intento di insegnare ad un gruppo di ragazzi l’uso degli strumenti musicali, fino ad esibirsi con successo in diverse località italiane.
Una delle prime foto che ritrae la banda nel periodo della fondazione risale al 1954, ed è scattata proprio nel chiostro dell’ex convento:
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E’ tuttavia nella seconda metà degli anni ’50 che la banda si afferma come realtà cittadina, ed ancora una volta è un articolo tratto da un giornale dell’epoca, l’Avvenire d’Italia, pagina del Corriere Vicentino, datato 5 settembre 1959, a riassumere l’attività del complesso bandistico, attraverso la presentazione di un concerto tenutosi in Piazza dei Signori a Vicenza:
“Un concerto d’eccezione in programma per domani sera.
Si può ben definire eccezionale il concerto bandistico annunciato per domani sera sabato alle ore 21 in Piazza dei Signori: ma non perché il complesso degli esecutori sia formato da grandi nomi. D’eccezione proprio per una ragione inversa in quanto protagonista della manifestazione musicale è un gruppo di giovanetti in divisa bianco azzurra che non ha tradizioni gloriose pur essendo costituito da elementi volonterosi e ben preparati che hanno come guida un maestro ottimamente quotato: Natalino Tacchetti, nostro valoroso collaboratore.
Si tratta dei piccoli suonatori dell’Orfanotrofio – Scuola Artigiana “A. Rossi” – uno degli istituti dell’Eca -, reduci da acclamati successi ottenuti in una serie di esibizioni a Milano, Arona, Locarno, Lugano e Como.
Di recente essi furono anche sul Laiten [colle sopra Asiago su cui sorge il Sacrario militare, n.d.r.] ad una manifestazione patriottica accanto alla fanfara dei bersaglieri.
I vicentini conoscono bene le benemerenze dell’orfanotrofio. Esso accoglie oggi centinaia di alunni, nella maggioranza appartenenti a famiglie prive di ogni risorsa. Nell’ospitale sede di via S. Domenico essi sono circondati dalle cure sollecite ed amorevoli dei Padri di don Orione, con a capo il generoso ed attivissimo don Viola.
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Alcuni studiano, altri sono occupati nei vari laboratori: calzoleria, falegnameria, meccanica, forneria.
A 18 anni dovrebbero essere dimessi dall’Istituto, e sono lasciati liberi quando le famiglie ne facciano richiesta e venga assicurata un’occupazione che permetta loro di guardare con fiducia l’avvenire.
Nonostante il loro impegno a scuola e nei laboratori, parecchi di essi rinunciano alle ore di ricreazione proprio per dedicarsi all’arte musicale e al canto. E come riescono bene! Gioiose e vibranti dai loro petti e dai loro strumenti escono le note armoniose dalle quali sembra espandersi la loro esuberante attività.
I vicentini accorreranno certamente in gran numero ad applaudirli, domani sera. Il programma comprende:
“Soldato Ignoto” di E. A. Mario (trascrizione del maestro Tacchetti); la “Fantasia dell’Aida” di Verdi (pure trascrizione del maestro Tacchetti); “Canti della montagna”di N. N.; il coro dalla “Forza del destino” di Verdi; la canzone “Mamma” di Bixio; la canzone “La colpa fu” e la marcia “Puccettino” di Bartolucci.
Nella seconda parte del concerto dopo l’inno degli alpini saranno eseguiti brani da il “Nabucco” di Verdi, da “I Puritani” di Bellini (trascrizione del maestro Tacchetti); la “Casetta in Canadà” di Mascheroni, “Chell’llà” di Tacconi e infine la marcia “Strapaese” di Bartolucci.””
Eccola dunque la banda di San Domenico, ritratta in una foto datata 16 novembre 1957 (e rimasta sempre appesa nello studio del M° Tacchetti), con in prima fila il maestro:
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Questa stessa foto compare in un precedente articolo dell’Avvenire d’Italia che, in data 8 dicembre 1957, riporta notizia di una evento all’Orfanotrofio San Domenico in occasione della festa dell’Immacolata. Tale articolo riveste particolare interesse in quanto cita la presenza, oltre che dell’allora presidente dell’ECA e dell’orfanotrofio Cav. Chiodi, anche del procuratore barone Carlo Rossi Di Schio e dei membri della presidenza dell’ECA:
“Festa all’orfanotrofio San Domenico
La festa dell’Immacolata è stata celebrata domenica, con particolare fervore e speciali manifestazioni, all’orfanotrofio maschile di San Domenico. Alla celebrazione, che si è svolta nel salone dell’orfanotrofio convenientemente parato a festa, erano presenti il presidente dell’Eca e dell’orfanotrofio cav. Chiodi, il procuratore barone Carlo Rossi Di Schio, membri della presidenza dell’ECA, amici dell’istituzione e familiari degli alunni, che hanno gremito l’ampio salone. Dopo che i giovani del corpo bandistico dell’orfanotrofio avevano accolto l’ingresso del barone Rossi Di Schio con l’inno degli alpini, hanno avuto luogo i festeggiamenti, nel cui nutrito programma figuravano, particolarmente apprezzati e applauditi dal pubblico, il melodramma «La scuola del villaggio» e la farsa «In tribunale», interpretati dagli ex allievi dell’istituto, diretti dal rag. Antonio Ranzini e dal signor Luigi Costantini. Chiudevano le celebrazioni scelti brani musicali interpretati dall’orchestra diretta dal m.o Tacchetti. Nella foto: il corpo bandistico dell’orfanotrofio.”
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Ritornando al primo articolo, la partecipazione sul colle del Laiten ad Asiago, cui il medesimo fa riferimento, è avvenuta in occasione della cerimonia di commemorazione del 40° della Vittoria della Prima Guerra Mondiale (quindi nel 1958), immortalata in una cartolina dell’epoca. In primo piano in piedi, con lo sguardo rivolto al paese, il M° Tacchetti:
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Un terzo articolo che ribadisce e approfondisce l’attività della banda, aggiungendo pure qualche curiosità sull’abbigliamento dei componenti, appare in data 31/08/1958 sulle pagine del Gazzettino:
“Il 28 settembre nella città scaligera.
Due affiatati complessi vicentini al convegno regionale dei corpi bandistici
Densa attività delle bande di San Gaetano e San Domenico: quest’ultima è partita ieri per una tournée in Piemonte e Svizzera
Il 28 settembre prossimo si terrà a Verona un Convegno Regionale Veneto dei Corpi Bandistici.
A questo convegno prenderanno parte anche le Bande degli Istituti San Gaetano e San Domenico. I due Complessi bandistici cittadini sono già noti non solo alla cittadinanza, ma anche in altre città dove si sono brillantemente esibiti.
Quello di San Gaetano è composto di 32 elementi ed è stato fondato nel 1953 […].
Il complesso bandistico di S. Domenico risale al 1900, tempo in cui era diretto da Visonà. Venne riformato nel 1953, in estate, con i piccoli orfanelli dell’Istituto. Attualmente la banda è diretta del maestro Natalino Tacchetti il quale ha trovato un prezioso collaboratore nel Padre Direttore don Viola.
Dalle lunghe note sul rigo agli interminabili solfeggi, dai primi timidi suoni ai forti squilli non del tutto ortodossi, dalle illusioni alle piccole delusioni, finalmente alla formazione del complesso bene armonizzato c’è voluto del tempo. Ma oggi i “piccoli” di San Domenico hanno un nome come corpo bandistico: un nome che è un richiamo perché suonano così bene che è un piacere sentirli.
Formato il Corpo bandistico si pensò di dargli una elegante divisa, e ciò fu fatto grazie alla benefica iniziativa del Cavaliere del Lavoro Secondo Piovesan: pantaloni bianchi, giacchetta blu, cravatta rossa su camicia bianca. Così essi si fanno particolarmente notare. I piccoli suonatori, infatti, vengono chiamati in tante altre città. Già sono stati a Milano, Venezia, Alessandria, Brescia, Casale, Tortona, Verona, ovunque suscitando vaste simpatie.
Il merito dei lusinghieri successi ottenuti va principalmente al maestro Tacchetti che con tanta passione e competenza dirige il corpo fin dalla sua origine.
Al complesso ultimamente è stata unita una piccola fanfara: quattro trombe da squilli con relativi drappelli e quattro tamburelli, e ciò si è potuto fare grazie all’intervento di alcuni benefattori ed in modo particolare alla generosità del Prefetto di Vicenza, dottor Palutan. Il giorno 28 [agosto], cioè ieri, i piccoli suonatori dell’Istituto San Domenico sono partiti, in numero di 40, per la Lombardia e il Piemonte dove si esibiranno in molti locali. Dopo proseguiranno per la Svizzera, colà chiamati per una serie di concerti.
In settembre il Corpo bandistico di San Domenico terrà alcuni concerti in Piazza dei Signori. Il 28 settembre poi, insieme agli altri Corpi bandistici del Veneto, parteciperà come dicevamo all’inizio al Convegno regionale veneto di Verona.”
Anche riviste del settore (nella fattispecie dell’ambito bandistico come ANBIMA [Associazione Nazionale Bande Italiane Musicali Autonome, tuttora attiva con un proprio sito internet] e Risveglio Bandistico [dismessa invece nel 1981]) dedicano spazio alla Banda di San Domenico, definendola “una delle più belle Bande di Vicenza”:
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La banda rimane in auge fino ai primi anni ’60. Molti anni dopo, il 6 novembre 1969, Tacchetti riceve una lettera da Don Viola – nel frattempo trasferitosi al Collegio Dante Alighieri di Tortona – in risposta ad una precedente lettera dello stesso Tacchetti, purtroppo andata perduta:
“Ill.mo Sig. Maestro Tacchetti,
grazie infinite del suo graditissimo bigliettino: in poche righe ha sintetizzato un lunghissimo passato. Anch’io ricordo tutto e tutto vorrei rifare oggetto della mia vita, della mia esperienza. Ben volentieri ritornerei indietro per rifare assieme i nostri passi, per rivivere uniti gli stessi giorni gloriosi. Pazienza: la nostra vita, come impressa in un nastro, presenta scene diverse, purtroppo non reversibili: non si accettano “ripetizioni”. […]”
All’inizio degli anni ’60, con il trasferimento di Don Viola fuori Vicenza, vengono a mancare i presupposti per il prosieguo dell’attività musicale. Tacchetti cessa di seguire le vicende della banda e inizia ad occuparsi della sezione provinciale dell’A.GI.MUS (Associazione GIovanile MUSicale), da lui stesso fondata.
Sotto il timpano dell’arco d’ingresso al Conservatorio A. Pedrollo in contrà San Domenico, si può leggere ancora oggi l’iscrizione “ORFANOTROFIO E SCUOLA ARTIGIANA ALLIEVO UFFICIALE PILOTA ALESSANDRO ROSSI”.
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La scritta risale proprio a quei giorni che lo stesso Don Viola nella sua lettera ha definito “gloriosi”, e ricorda che laddove oggi sorge uno dei più titolati conservatori del Veneto, allora risuonavano gli strumenti di un gruppo di studenti sfortunati e volonterosi cui Tacchetti seppe infondere l’amore per la musica. Ed è altrettanto bello che nello stesso conservatorio ci sia oggi un’aula studio intitolata proprio al maestro Tacchetti.