Si desidera ringraziare gli ex allievi e colleghi del maestro Tacchetti che con i loro interventi e testimonianze hanno permesso di integrare e completare alcune parti di questo sito.
Si ringraziano in particolare:
il maestro Alessandro Padoan (autore di numerosi interventi, nonché dell’articolo relativo alla Banda del Patronato Leone XIII, già banda cittadina);
la prof.ssa Linda Magaraggia,
il maestro Giuliano Fracasso,
il maestro Mario Lanaro,
il maestro Carmine Carrisi,
il maestro Gastone Zotto
il maestro Bepi De Marzi.
Si ringrazia inoltre il giornalista Alessandro Mognon, autore dell’articolo/intervista su Tacchetti pubblicato nel Giornale di Vicenza e in parte ripreso nella home page di questo sito, nonché la prof.ssa Chiara Faresin che nell’ormai lontanto 2012 ha fortemente voluto l’incontro commemorativo dal titolo “Il Maestro Tacchetti e la musica a Vicenza”, organizzato per l’Associazione SPERI, durante il quale è emersa buona parte delle testimonianze riprese in alcune sezioni di questo sito.
Tutti gli articoli sono aperti a commenti e testimonianze, si ringraziano quindi in anticipo tutto coloro che vorranno intervenire inserendo un loro ricordo, o semplicemente un episodio o un aneddoto, sul maestro Tacchetti.
Tacchetti fonda la sezione vicentina dell’A.GI.MUS (Associazione Giovanile Musicale, sotto il patronato del Ministero della Pubblica Istruzione) nel 1966, anno in cui è anche insegnante di Educazione Musicale presso la Scuola Media Leonardo Da Vinci, in Contrà Riale a Vicenza. In qualità di presidente, attraverso l’AGIMUS Tacchetti si prefigge l’obiettivo di diffondere l’interesse e la passione per la musica tra i giovani, facendo leva su un fitto calendario di concerti e incontri musicali che si tengono prevalentemente il sabato pomeriggio presso l’Istituto Musicale F. Canneti. Per l’organizzazione e la gestione dell’associazione, Tacchetti si avvale del supporto di preziosi collaboratori, in particolare della Prof. Maria Pia Pasoli, diplomata in Paleografia Musicale all’Università di Parma, e del Rag. Mario Padoan in qualità di tesoriere dell’associazione.
Racconta Linda Magaraggia, allora allieva del M° Tacchetti ed ex insegnante di pianoforte al Conservatorio Pollini di Padova:”Ogni sabato c’erano concerti con nomi importanti del panorama musicale locale e nazionale. Mio padre mi raccomandava sempre:”Non devi mai avere paura di nulla, l’importante è che non fai del male a nessuno!”, e così chiesi al maestro se potevo avere un contatto più diretto con il pubblico per vincere la mia ritrosia a confrontarmi con le persone. Al che lui mi disse subito:”Non preoccuparti, fanciulla: se ti fa piacere, puoi tranquillamente presentare qualche concerto!”. E così mi ritrovai a presentare svariati spettacoli davanti ad una platea gremita.
Oltre a questo, mi ero offerta di aiutare ad affiggere i manifesti con il programma dei concerti alle vetrine dei negozi del centro storico. A volte i titolari erano disponibili, altre non capivano (o non volevano capire) di cosa si trattasse e si rifiutavano, e non c’era verso di fargli cambiare idea! All’epoca la sensibilità per la musica era bassa: in città non c’era ancora un Conservatorio e i concerti si contavano sulle dita di una mano. L’AGIMUS nel tempo è riuscita a cambiare lo stato delle cose, e quei sabati musicali avvicinarono molti ragazzi alla musica riscuotendo un larghissimo consenso. “
Anche Giuseppina Tacchetti, figlia di Natalino, si adoperava per l’associazione:”Ricordo che, assieme ad altri ragazzi, vendevamo le tessere associative per l’intera stagione o per i singoli concerti nell’atrio dell’auditorium Canneti. Poi io con un amico facevamo delle lunghe passeggiate nella zona del quartiere di San Felice per affiggere i manifesti con il programma. In pratica ci si divideva le zone per cercare di coprire la maggior parte della città e dei quartieri limitrofi.”
Inizia così nel 1966 l’attività musicale dell’AGIMUS a Vicenza. Il pieghevole relativo al “Calendario delle manifestazioni” per la stagione inaugurale riporta a fondo pagina:
“L’A.GI.MUS inizia oggi la sua attività nella nostra Provincia, con la fiduciosa speranza di offrire ai suoi giovani amici, insieme a buona musica, pomeriggi di lieto ascolto ed occasioni di spirituale affinamento.”
Pieghevole relativo al Calendario delle Manifestazioni del 1966, anno di fondazione dell’A.GI.MUS
Nel programma redatto da Tacchetti spiccano alcune lezioni (“Ritmo e forme della musica“, “La Melodia“, “L’Armonia“, “Il timbro“) tenute dal M° Wolfango Dalla Vecchia, nome di spicco del panorama musicale del tempo, organista e compositore, già titolare della cattedra di Composizione al Conservatorio di Venezia e successivamente direttore al Conservatorio Pollini di Padova, nonché fondatore del Centro di Sonologia Computazionale dell’Università di Padova. Si segnala inoltre un “Concerto d’Organo” eseguito dal M° Bepi De Marzi, fondatore e direttore del coro dei Crodaioli – nonché diplomato in pianoforte con il M° Tacchetti -. Di seguito il programma completo della stagione 1966/67.
Programma del 1966, primo anno di vita dell’A.GI.MUS
Una curiosità: lo stesso M° Wolfango Dalla Vecchia, tra il 1971 e il 1976, avvierà proprio a Vicenza, presso l’Istituto Musicale Canneti, un ciclo di Seminari internazionali di studi e ricerche sul Linguaggio Musicale cui parteciperanno nomi del calibro di Stockhausen, Kagel, Berio, Ferneyhough e Nono (fonte: Diastema Studi e Ricerche).
L’anno successivo un altro ricco programma di concerti caratterizza la nuova stagione. Il fronte del pieghevole di presentazione per l’anno 1967/68 si presenta con una bella grafica riportante un pianoforte stilizzato:
Fronte del pieghevole per la stagione 1967/68 dell’A.GI.MUS
Nel programma spicca il concerto del 2 dicembre 1967 con i “Crodaioli” diretti dal M° Bepi De Marzi, nonché due ulteriori lezioni del M° Dalla Vecchia: “Commemorazione Monteverdiana: connubio voci e strumenti” e “Commemorazione Rossiniana“. Nel programma inoltre sono inserite due “conversazioni con audizione illustrativa” del M° Tacchetti: “Dai classici ai romantici” e “La musica a programma“. Di seguito il programma completo.
Interno del pieghevole con il programma per la stagione 1968/69. Sono evidenziati con matita rossa i due interventi di Tacchetti in programma.
Di seguito invece la copertina del pieghevole per l’anno successivo, 1968/69:
Fronte del pieghevole per la stagione A.GI.MUS 1968-69
In questo terzo anno spiccano alcuni interessanti concerti per pianoforte, con interpreti anche stranieri, oltre ad altre due lezioni/incontro di Tacchetti su “Come ascoltare la musica” e “La voce” (quest’ultima con il supporto dell’insegnante di canto Sig.ra Elena Fava Ceriati, storica voce lirica vicentina nonché insegnante presso il Conservatorio Cesare Pollini di Padova). Interessanti anche le conversazioni su”Espressionismo e dodecafonia” e sulle “Avanguardie musicali” con la Prof.ssa Maria Pia Pasoli. Di seguito il programma completo.
Programma per la stagione 1968-69
Non potendo riportare tutti i concerti eseguiti nei vari anni (anche perché molti volantini di programma sono andati purtroppo perduti), se ne illustra a titolo di esempio uno relativo al concerto tenutosi il 19 aprile del 1969:
Da notare, in questo programma, l’intervento del M° Italo Stella con il “Piccolo Coro di voci bianche” e con la “libera trascrizione a 3 voci” de “La leggenda del Piave“, oltre al “Canto di Gloria” di Nino Rota con la scuola di canto della Prof. Elena Fava Ceriati.
Con l’ingresso nel nuovo decennio, l’A.GI.MUS continua a svolgere la sua attività riscuotendo sempre maggior successo. Una particolare testimonianza di come l’associazione continua a muoversi nel tessuto musicale cittadino dei primi anni ’70, ci giunge dal maestro Carmine Carrisi, allievo di Tacchetti e già direttore del Conservatorio G. B. Martini di Bologna:
“Quando sono arrivato a Vicenza, nel 1970, provenivo dal Conservatorio di Santa Cecilia a Roma e mi trovavo in difficoltà, non sapendo a chi rivolgermi per la prosecuzione dei miei studi. Chiesi informazioni, e tutti mi indicarono nel M° Tacchetti la persona più adatta. Da quel momento ho seguito il maestro in ogni suo passo, ed oltre allo studio è iniziato un importante periodo di collaborazione. Per l’AGIMUS in particolare ho lavorato dal 1972. Il maestro si sforzava di chiamare quanti più giovani possibili alla musica con gli incontri del sabato pomeriggio, e ricordo che il mio primo concerto in assoluto è stato un concerto per pianoforte tenuto proprio per l’AGIMUS. Il maestro Tacchetti riversava grande entusiasmo in tutte le iniziative, sia a livello musicale che organizzativo e talvolta, in caso di necessità, ci chiedeva la disponibilità a rimanere al bancone d’ingresso prima del concerto per la vendita dei biglietti! Poi, una volta entrati in sala, ci incoraggiava e tranquillizzava in modo da avere lo spirito giusto per affrontare al meglio la nostra esibizione.
Per quanto mi riguarda, avevo messo a disposizione la mia automobile per portare ai concerti il maggior numero possibile di ragazzi, in particolare della scuola media perché lui teneva moltissimo ai più giovani, e così andavo a Monteviale, a Bolzano Vicentino e in altri comuni limitrofi: prendevo i ragazzi e li portavo al concerto. Questo nel tempo ha entusiasmato la città, e pian piano siamo riusciti ad avere un certo tipo di pubblico, sempre perlopiù giovanissimo. Ad un certo punto il nome AGIMUS rappresentava un tale richiamo che le scuole stesse iniziarono ad allestire dei pulmann per permettere a intere schiere di ragazzi di partecipare ai concerti.
Fu questa un’iniziativa molto importante per Vicenza dal momento che l’AGIMUS era a conti fatti l’unica associazione in grado di promuovere la buona musica in città, e il maestro Tacchetti si è dedicato sempre alla sua «creatura» con infinita passione, dedizione, entusiasmo e con grande competenza.”
L’AGIMUS continua così la sua attività di concerti e lezioni per la prima metà degli anni ’70, rimanendo un punto di riferimento unico nel suo genere nel panorama musicale cittadino. Ricorda ancora Carrisi:
“Successivamente – altro aspetto importante per il quale devo molto a Tacchetti – il maestro non solo ha collaborato, ma mi ha proprio incoraggiato a fondare la Libera Scuola di Musica, che poi è diventata Gioventù Musicale e successivamente Accademia Musicale del Veneto. Il primo anno, 1975/76 – c’era anche la prof.ssa Linda Magaraggia come insegnante -, il M° Tacchetti ci ha supportato come «consulente musicale», e quando il tempo a disposizione glielo permetteva teneva lezioni per la scuola. Dava tutti i suggerimenti possibili e immaginabili non solo per la musica ma anche per l’organizzazione di manifestazioni musicali: era maestro anche in questo! E così, oltre ad essere stato mio insegnante quando sono arrivato a Vicenza, è stato poi insegnante anche di mio figlio Matteo – che è stato tenuto a battesimo proprio dal M° Tacchetti! – che poi si è diplomato in violino. Questo per sottolineare che c’erano grandi stima e affetto reciproci, e che c’è una tradizione di suoi ex studenti, compreso il sottoscritto, che grazie a lui ha ottenuto grandi risultati”.
Di fatto l’A.GI.MUS continuerà ad esistere fino agli anni 2000 e sotto la sua egida molti altri incontri e conferenze saranno organizzati a Vicenza e provincia, seppur in forma più ridotta e nei luoghi più diversi (circoli culturali, biblioteche, scuole, etc.). Parallelamente, verso la metà degli ’70 – come già ricordato da Carrisi nell’intervento precedente – nasce la Libera Scuola di Musica, che tuttavia si configura maggiormente e proprio come scuola, piuttosto che come strumento di diffusione musicale. L’obiettivo – come scrive Cesare Galla nel libriccino “1975/6 – 2015/16 – 40 anni di Note” – è quello di “portare l’educazione musicale fuori dalle allora asfittiche mura della scuola dell’obbligo e oltre l’austera severità accademica dei conservatori”. Alla fine degli anni ’70 le idee stanno cambiando, e l’A.GI.MUS ha dato il suo contributo verso una nuovo modo di diffusione e di fruizione della musica.
L’insegnamento è la pietra d’angolo nella carriera musicale di Tacchetti, che inizia ad insegnare dopo l’8 settembre 1943 all’Accademia di Musica di Vicenza, in Contrà Santa Maria Nova, all’età di appena 22 anni, continuando poi all’Accademia Musicale di Como, ad Arzignano con l’Orchestra, al Patronato Leone XIII di Vicenza, all’Istituto Musicale Canneti, alla Libera Scuola di Musica, nonché alla Scuola Media statale. Privatamente insegnerà pianoforte e composizione fino a pochi mesi prima della morte.
In questa sede non si intende tanto trattare l’aspetto tecnico dell’insegnamento, o gli argomenti di studio, quanto evidenziare il lato più propriamente umano e pedagogico della sua didattica.
“Insegnamento, divulgazione e diffusione della cultura musicale sono gli aspetti più importanti dell’attività pluriennale del maestro Tacchetti. Intere schiere di giovani e adulti vicentini sono passate attraverso il suo insegnamento, fin dall’inizio della carriera quando anche la direzione delle bande implicava lezioni settimanali ai bandisti e aspiranti tali.
Il nido, la culla del suo insegnamento era la sua casa, prima in Contrà Santi Apostoli, poi ai Carmini, quindi in Contrà San Marcello, in Contrà Riale e infine in Corso Padova.
Lo studio del M° Tacchetti presso la casa di Corso Padova
Il pianoforte a coda August Forster
La casa risuonava a tutte le ore del giorno di musica e di canto, e Tacchetti è sempre stato un maestro molto ambito per le lezioni di pianoforte, storia della musica, composizione e armonia. Preparava molti giovani per i concorsi all’abilitazione dell’insegnamento dell’educazione musicale nelle scuole, ma impartiva lezioni anche a gruppi strumentali e accompagnava moltissimi cantanti che preparavano con lui concerti lirici. Ricordo che un giorno, al termine della mia lezione – io avevo 9 anni, quindi era presumibilmente il 1975 – vidi entrare Marcella Pobbe che doveva esercitarsi con il maestro – la Pobbe frequentava spesso la casa di Tacchetti per le sue prove -. E proprio a Marcella Pobbe è dedicata la Sala Concerti in cui oggi ci troviamo.
Le sue lezioni, oltre ad essere caratterizzate da una generosità, onestà ed apertura mentale rare, seguivano un metodo particolarmente “aperto”. Il pezzo che si studiava allo strumento era l’occasione per alzare ed allargare lo sguardo: il maestro sollecitava l’allievo ad inquadrare l’autore nel contesto storico e artistico, e si creavano così mille collegamenti, giungendo ad approfondimenti storici e culturali molto vasti. Lo studio del pezzo era anche il presupposto per un’analisi armonica e contrappuntistica puntuale, e c’era sempre da parte del maestro un invito a comporre nello stile della musica che si andava a studiare, per capire come quella musica era fatta – ricordo come la composizione fosse un momento veramente importante della lezione allo strumento -. Tutto questo condito e intriso da un innato ottimismo che infondeva agli allievi fiducia nelle proprie capacità. Credo che tanti altri studenti, come me, sentano come la formazione ricevuta dal maestro Tacchetti abbia contribuito a forgiare la propria personalità, infondendo la capacità e il desiderio di superare tutti gli ostacoli, di non abbattersi mai e di non essere mai dominati dallo sconforto – oltre ad incidere nelle scelte che ci si è ritrovati a fare successivamente indirizzando i propri studi, o diventando a propria volta insegnanti -. Questo, al di là dell’aspetto puramente tecnico, ha sempre rappresentato una caratteristica peculiare del suo metodo di insegnamento.
Tacchetti fu anche impegnato, in collaborazione con la prof.ssa Maria Pia Pasoli e con la Società Italiana per l’Educazione Musicale, nella pubblicazione di testi didattici per varie case editrici.”
Busta dalla casa editrice Ricordi, contenente il contratto per la pubblicazione del libro “50 Canti brevi brevissimi – Canti, Filastrocchi, Indovinelli e Canoni per la Scuola elementare”, scritto in collaborazione con la Prof.ssa Maria Pia Pasoli e tuttora disponibile in catalogo.
Ricorda invece la prof.ssa Linda Magaraggia, insegnante al Conservatorio Pollini di Padova nonché ex allieva del maestro:”Era un educatore esemplare, un vero e proprio ‘maestro di vita’ dotato di straordinaria forza interiore. Sarebbe molto bello se noi insegnanti ricordassimo più spesso di trasmettere anche altri valori al di là della nota, del trillo, della diteggiatura, del metronomo, del pezzo. Forse a volte dimentichiamo che l’aspetto più importante è dare vivacità intellettuale, trasmettere l’entusiasmo per lo studio e la passione per la musica che a lui non sono mai mancati.”
Tacchetti è colpito da una grave ischemia nel mese di gennaio del 2004, ed è ricoverato presso la Casa di Cura Villa Margherita di Arcugnano per un periodo di riabilitazione. Ricorda ancora la Magaraggia:”Dopo il suo grave problema di salute, si temeva che non sarebbe più riuscito a proseguire nell’insegnamento, né tanto meno nell’esecuzione pianistica, ma grazie alla sua straordinaria forza di volontà ha ripreso a suonare nel giro di pochi mesi. Vi posso assicurare che la fatica di quest’uomo era indescrivibile, però ce l’ha fatta: è riuscito a far tornare le dieci dita a muoversi e io mi sono sempre chiesta come fosse possibile, pensando a persone che di fronte a problemi di questo genere si arrendono, si arenano, si bloccano.
Nel periodo successivo alla malattia ho notato nel maestro una carica se possibile ancora maggiore in tutti i settori musicali, ma in particolare nell’insegnamento ai bambini e agli allievi giovani. Poiché io da sempre mi occupo di didattica musicale, anche e in modo particolare rivolta ai bambini (la prof.ssa Magaraggia ha tenuto corsi di Pedagogia musicale per bambini dai 4 anni, ed ha insegnato al corso di Musica d’Insieme per bambini presso la Libera Scuola di Musica di Vicenza, n.d.r.), ho notato che è come se fosse ritornato ‘fanciullo’, e l’ho visto estremamente felice di lavorare con i più piccoli. Addirittura uno dei bimbi che lui aveva a lezione, e che poi è stato mio allievo, aveva definito il maestro ‘magico’. Ha detto proprio così:’Il maestro è magico!’. Perciò mi sento di dire che questo suo aspetto di didatta, che è sempre stato molto spiccato, ha trovato il suo compimento in età matura con l’insegnamento ai più piccoli – cosa che non accade spesso, se si pensa ai molti maestri che ad un certo punto sono talmente stanchi di insegnare da diventare nervosi, non risultando più adatti ai bambini che notoriamente richiedono maggior energia e tanta pazienza -.”
A supporto delle parole di Linda, si riportano di seguito a titolo di esempio alcune fotografie. Una ci riporta indietro nel tempo (anni ’50), durante una esecuzione canora alla presenza dei bimbi di una scuola elementare di Valdagno; le successive sono invece relative agli ultimi due Saggi eseguiti dai piccoli allievi del M° Tacchetti. Nel mezzo, sono centinaia le apparizioni pubbliche di Tacchetti alla guida dei suoi allievi in occasione di saggi e concerti, in cui spesso accompagna al pianoforte.
Tacchetti all’organo durante un’esecuzione canora all’aperto, alla presenza dei bimbi di una scuola elementare di Valdagno (anni ’50)
Il maestro Tacchetti durante un Saggio dei suoi piccoli allievi presso Villa Serena a Valdagno, il 26 marzo 2011
Il maestro Tacchetti presenta il Saggio dei suoi allievi presso Villa Valeri a Vicenza, l’11 giugno 2011. Sarà l’ultima apparizione in pubblico di Tacchetti, che entrerà in ospedale alla fine di giugno dello stesso anno, e non farà più ritorno a casa. Ci lascerà il 29 settembre.
Il maestro Tacchetti segue in piedi l’esecuzione al pianoforte del pezzo “Un valzer per Elena” scritto dallo stesso Tacchetti per la piccola Elena Padoan, figlia del maestro Alessandro Padoan.
Continua quindi la Magaraggia:”Una testimonianza inoltre del senso di responsabilità di quest’uomo, e della sua capacità di rinuncia, è riconducibile ad un episodio avvenuto quando ancora insegnava presso la scuola media Leonardo Da Vinci in Contrà Riale a Vicenza. Ero presente ad una lezione nel suo studio quando giunse il telegramma di nomina per l’insegnamento della Composizione al conservatorio Bonporti di Trento. Noi sappiamo quanto la cattedra di Composizione sia prestigiosa ed io, contenta per lui, gli dissi:’Che bella notizia maestro! Aspettava da tanto questo momento, e adesso potrà insegnare a Trento!’ E lui tranquillamente mi rispose:’Scusa sai cara, ma come faccio io con tre figlie a lasciare il ruolo alla scuola media per andare al Conservatorio, che magari l’anno dopo non mi prendono più!’. Ecco, questo episodio è pure emblematico di una persona umile, che non si è mai montata la testa.
Fra venti o trent’anni si parlerà ancora del maestro, ma non saranno molte le persone che come noi ex studenti potranno dire di avere imparato da lui. Anche chi magari della musica non ha fatto una professione – per quanto siamo in moltissimi allievi del maestro a fare oggi i musicisti -, ha comunque ricevuto umanamente moltissimo, e questo è ancora più importante del diploma e dell’abilitazione. E così ho sempre apprezzato quest’uomo che, vicino alle sue conferenze, alla sua musica e alla sua composizione, ha sempre trovato spazio per regalare felicità ed entusiasmo attraverso l’insegnamento della musica a generazioni di tutte le età”.
Una bella e significativa immagine di come si svolgeva una classica lezione di composizione nello studio del M° Tacchetti , nonché una riflessione sulla figura di didatta e divulgatore, ce la fornisce un altro ex allievo, il maestro Mario Lanaro, che così ha ricordato il suo ex maestro in occasione di un incontro commemorativo tenutosi presso il chiostro di San Lorenzo a Vicenza nel mese di gennaio del 2012:
“Prima del pianoforte arrivava la voce.
Era il 1987, la mia prima lezione di ‘Didattica dell’armonia’, la capacità cioè di acquisire un linguaggio che andasse più a fondo della regola e al di là del dato fine a se stesso, per perfezionare l’aspetto pedagogico.
Oltre la porta a vetri, nella bella abitazione del maestro – la palazzina al numero 234 di Corso Padova -, arrivava prima la voce, penetrante, col “va bene” a fine frase. Intimoriva solo un po’, ma bastava un attimo per capire che dietro alla voce potente c’era un’animo buono, c’era un didatta desideroso di insegnare. Se si era un po’ in anticipo, ad accogliere c’era la gentile signora Gina. Un po’ d’attesa, e la lezione iniziava.
Penso che il maestro fosse prima di tutto un Divulgatore. Alla tastiera a spiegare le regole della composizione, davanti ad un pubblico nelle conferenze, quando presentava autori, opere o brani orchestrali o cameristici, oppure quando accompagnava al pianoforte allievi, cantanti, strumentisti. Ogni didatta, col tempo, matura un suo linguaggio figurato fatto di aneddoti, esempi con riferimenti ad azioni, oggetti, gesti quotidiani.
Ricordo quando spiegava che “l’Armonia respira come il mantice della fisarmonica”: ora le quattro voci si toccano dentro uno spazio limitato, poi si allargano in una tessitura più ampia, per poi tornare ad avvicinarsi. Il respiro, il mantice.
C’era un‘altra immagine che il M° Tacchetti usava, gli intervalli “ad uncino”: un intervallo dissonante di quarta o quinta diminuita, dopo il salto verso il basso, doveva risolvere salendo di semitono: ecco l’uncino! Quante volte il M° Tacchetti avrà dettato la regola della settima che scende e la sensibile
che sale, o le regole delle tonalità, i nomi dei modi. Avrà parlato di “classicismo”, di “barocco”, di nuovi linguaggi: con infinita pazienza all’allievo che intuiva alla prima spiegazione, che quasi anticipava il maestro, così come a chi non aveva la dote dell’immediatezza, della deduzione.
Al maestro ci siamo rivolti in tanti: c’era chi doveva risolvere l’urgenza di quel “pezzo di carta” che gli permettesse di accedere ad un incarico lavorativo, ed anche chi, con più ambizione, voleva impadronirsi di una tecnica compositiva più alta; oppure appassionati, che avrebbero poi scelto altre professioni. La sua preoccupazione era che il messaggio pedagogico arrivasse a destinazione, un dovere morale nei confronti di chi investiva tempo, denaro, impegno e progetti futuri o semplice passione. Era evidente l’esigenza di trasmettere all’allievo un sapere consapevole, che lo elevasse ad un punto di osservazione più alto per godere di un panorama più vasto; non solo la nozione, la regola fine a se stessa, ma qualcosa in più.
Un didatta deve saper leggere nel volto dell’allievo la sorpresa, la soddisfazione, oppure la delusione, quando ad esempio uscivano le odiatissime quinte o ottave o altri errori, ma anche qui in modo elegante, potente nella voce ma leggero nel colpevolizzare. Preciso, ma non disarmante.
La molteplicità dei suoi studi e la varietà delle esperienze quotidiane vissute avevano arricchito il suo bagaglio di conoscenze e di ricordi. Per questo gli risultava facile ripercorrere i momenti della sua vita e ci raccontava alcuni passaggi, specialmente se la lezione non ingranava, ma solo un po’, solo per far riposare la mente dell’allievo, e poi si riprendeva.
Il rapporto con il M° Tacchetti nasce però prima del 1987, quando mi invita a tenere un concerto per l’A.GI.MUS di Vicenza con il coro polifonico Schola Cantorum di Malo, che ho diretto fino al 1997. In quella occasione eseguo anche un mio mottetto, composto sotto la guida del maestro, con una giovanissima Silvia Dalla Benetta, poco più che bambina, oggi soprano in carriera. E’ stato ospite della stagione di concerti di Malo; nel 1985 il maestro aveva preparato una “Conversazione con ascolto” (così amava chiamare le sue conferenze) sui tre grandi compositori Händel, Bach e Scarlatti: 1685/1985 trecento anni dalla nascita, un’occasione troppo importante per il M° Tacchetti, attento alle ricorrenze e sempre puntuale nel proporre incontri culturali (da evidenziare il suo impegno non solo nel ricordare gli autori celebrati, ma anche personaggi ed eventi legati alla nostra cultura vicentina). E’ venuto a Malo, nella Sala Consiliare a tenere una brillante conversazione. Il maestro non guidava l’auto e così l’incontro aveva una sua premessa nel viaggio di andata e una sua conclusione nel viaggio di ritorno: amava conversare con un gusto ed humor molto personali.
Credo giusto un segno di riconoscenza, un pensiero grato carico d’affetto al M° Natalino Tacchetti per la sua lunga e continua opera di Divulgazione, e per aver portato la Musica nel cuore e nella mente di tanti e tanti allievi ed appassionati.
Mario Lanaro
30 gennaio 2012
Serata di commemorazione, presso il Convento di S. Lorenzo a Vicenza”
Per concludere, in occasione della medesima serata commemorativa del 2012, il maestro Gastone Zotto, già direttore del Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza, così ha sintetizzato la figura di insegnante di Tacchetti:
“Io credo che Tacchetti resterà nella storia di Vicenza per un motivo molto importante: è stato il grande artigiano dell’insegnamento musicale. Credo che abbia educato più musicisti Tacchetti che noi al Conservatorio per anni e anni! Tacchetti non aveva supponenza: era l’uomo che diceva ‘Io ho studiato in giro per il mondo e ti insegno ciò che ho imparato, e te lo insegno con grande umiltà’.
Sapeva comunicare una carica di entusiasmo e una desiderio di studiare formidabili, ma possedeva soprattutto una capacità unica: riusciva a trasmettere il senso del Mito della Musica. Perché la musica non è solo una scuola, non è un insegnamento puro: la musica deve essere una passione, e lui te la comunicava come qualcosa di grande, trasmettendo esattamente il senso “mitico” – si direbbe “sacrale” – della musica (la quale, si voglia o no, contiene il senso della trascendenza, come sosteneva Goethe).
Nella nostra vita abbiamo lavorato tanti anni per la musica, e ci lavoriamo tuttora, e il lavoro che abbiamo fatto per decenni sta dando i suoi frutti. Io sono un testimone vivo e vivente, e la musica che c’è oggi a Vicenza rispetto a quella degli anni ’60 e ’70 (ho conosciuto Tacchetti nel 1966) è molto più qualificata, perché ci sono centinaia di ragazzi che hanno studiato e che si sono diplomati. Ma questi non sono mica nati dal nulla: sono nati dalla fatica di coloro che si sono impegnati a fare questo lavoro. Le cose belle non nascono da sole: nascono perché ci sono persone che con tanta umiltà studiano, si impegnano, insegnano ed entusiasmano. E questo è uno dei meriti che fa di Tacchetti un grande maestro.”
In un’intervista rilasciata nel 1986, alla richiesta della giornalista se si identificasse di più con l’insegnante o con il compositore, Tacchetti risponde:”L’insegnamento della musica comprende vari rami: principalmente insegno composizione e pianoforte. Tutti possiamo imparare a comporre non tanto per fare musica quanto per capire come è fatta la musica.” E alla successiva domanda su quali siano le caratteristiche della sua musica, afferma:”E’ il mio linguaggio musicale che si colloca nel XX secolo, con particolare inclinazione per la melodia.”
Tacchetti ha completato gli studi della composizione con Arrigo Pedrollo, che di lui diceva:”E’ un uomo libero e inquieto, simpatico, formidabile anche per il suo contagioso ottimismo”. E’ stato amico del maestro Girotto, il sapiente dodecafonista vicentino, e con lui ha vissuto le difficoltà della musica contemporanea. Bepi De Marzi, suo allievo, scrive:”Ha sempre creduto e crede nell’armonia, nella buona melodia, nella cantabilità senza fingimenti”.
A Roma, durante la guerra, studia con il maestro Vincenzo Di Donato, assimilando i dettami compositivi propri del XX secolo. Influenzato anche dallo stile di grandi musicisti di allora come Goffredo Petrassi (di Zagarolo, vicino a Roma, dove Tacchetti stanzierà per un breve periodo durante la guerra) e Gian Francesco Malipiero (ai quali dedicherà alcune delle sue conferenze per ribadirne l’importanza nell’ambito della musica del secolo scorso), la musica di Tacchetti è prevalentemente orientata alla dodecafonia e all’atonalità, mantenendo tuttavia sempre un occhio di riguardo alla melodia. Si può dire che è musica a tratti “onirica”, evocativa, talora anche dura e difficile all’ascolto per un orecchio non preparato.
Le composizioni di Tacchetti (se ne contano circa duecento di diversi generi e durata, dal piano solo all’organo, ai pezzi per i più svariati organici) risalgono ad un arco di tempo che va dagli anni ’40 alle soglie del nuovo millennio. Oltre alle composizioni, si contano decine di trascrizioni per banda e orchestra destinate all’esecuzione in concerto.
Durante l’intervento di commemorazione tenuto presso il Conservatorio Arrigo Pedrollo di Vicenza il 23 novembre 2019, in occasione dell’intitolazione di un’aula studio a Tacchetti, il maestro Alessandro Padoan così ne ha riassunto l’attività di compositore:
“Si può dire che le lezioni di Vincenzo di Donato prima e di Arrigo Pedrollo poi abbiano lasciato in lui una profondissima passione nei confronti della scrittura musicale, sia sotto forma di trascrizioni di opere altrui, sia sotto forma di composizioni originali per vari organici. Grazie alla meritoria opera di riordino e inventariazione compiuta in questi anni dal nipote Carlo, siamo in grado di contare oggi più di duecento opere, fra originali e trascrizioni, del maestro Tacchetti: due Balletti, rappresentati all’Olimpico e al Teatro Astra di Bassano, pezzi per pianoforte, per voce e organo, per trio di trombe, per quartetto di ottoni, per tromba e pianoforte, per violino e pianoforte, per orchestra, oltre a brani vocali. Tacchetti amava divertirsi con l’armonia, di cui era profondo conoscitore, con il contrappunto, con la dodecafonia, con la politonalità: era estremamente curioso di tutto ciò che poteva sperimentare e conoscere nei più diversi stili. Poiché manca ad oggi uno studio della sua opera, auspico che in questo Conservatorio «Pedrollo» di Vicenza, studenti di Triennio o Biennio scelgano di elaborare tesi di laurea dedicate alle sue composizioni, e che insegnanti e studenti si possano dedicare allo studio e all’esecuzione in concerto di sue composizioni, che meriterebbero di essere più conosciute.”
Per concludere questa introduzione, riportiamo il pensiero della prof.ssa Linda Magaraggia su cosa la Composizione rappresentasse per il maestro Tacchetti:
“[..] Giusto oggi parlavo con il papà di un allievo ora mio, una volta del maestro, e dicevo che secondo me per lui la composizione era la ‘porticina’ della sua anima. Io per molto tempo non sono riuscita a capire perché mai il maestro non pubblicasse le sue musiche, non le facesse conoscere di più e non le divulgasse maggiormente e gli dicevo:”Ma scusi, possibile che di questi pacchi di musica a lei non salti in mente di farne qualcosa?” E lui mi rispondeva:”Veramente no. Io scrivo, partecipo ai concorsi, mi diverto. A proposito: vuoi sentire qualcosa?” E allora si sedeva, e suonava. E io vedevo in quel preciso momento – pur dispiacendomi che non aprisse di più agli altri questa sua capacità compositiva che era eccellente – che quella era proprio la sua parte personalissima, uno spazio di privata introspezione, e allora non ho più insistito.
Sempre a proposito della composizione, un giorno gli chiesi:”Scusi maestro, ma lei con tutte quelle attività che svolgeva da giovane, e successivamente quando ha avuto le sue tre figlie molto presto, dovendo oltretutto scorrazzare di qua e di là per fare di tutto, per vivere – se è difficile oggi fare i musicisti, possiamo immaginare la difficoltà di anni fa -, quand’è che trovava il tempo di scrivere?”. E mi rispose:”E’ molto semplice: la Gianna – la figlia maggiore, o la ‘primogenita’ come la chiamava lui – piangeva spesso. Allora io me la sedevo sulle ginocchia, facevo un cavalluccio, e intanto scrivevo musica.” E a me è piaciuta tanto questa immagine: ho chiesto conferma alla moglie Gina che mi ha detto di sì, che è vero!”
Nel 1969 Natalino Tacchetti è uno fra i più conosciuti musicisti di Vicenza. E’ cercato per collaborazioni giornalistiche, per presentazioni di importanti concerti, per lezioni di composizione e pianoforte. E’ presidente dell’A.GI.MUS, di cui è anche fondatore, e organizza concerti cui partecipano musicisti di fama anche internazionale. A questo riguardo, risulta significativa la lettera che Neri Pozza, in qualità di Vicepresidente della Società del Quartetto, spedisce a Tacchetti quello stesso anno:
“Gentile Maestro, a nome del Presidente dott. Antonio Facco mi pregio inviarLe la tessera della Società del Quartetto per la stagione 1969-70 con la speranza di averla presente alle nostre manifestazioni.
In particolare modo ci sarà grato il Suo intervento al concerto inaugurale che sarà tenuto giovedì 9 ottobre, alle h. 21.15, al Teatro Olimpico, dalla Orchestra da camera di Mosca diretta da Rudolf Barsciai.
Colgo l’occasione per esprimerLe la simpatia e l’apprezzamento della nostra Società per l’attività che l’AGIMUS svolge per una maggiore conoscenza della musica fra i giovani.
Con i migliori saluti, IL VICE PRESIDENTE (Neri Pozza)”
E’ in questo contesto musicale che il 9 giugno 1969, presso l’Istituto Musicale “F. Canneti” di Vicenza, Tacchetti organizza un concerto interamente incentrato su alcune delle sue composizioni inedite. Questo l’invito alla serata, nella brochure di presentazione:
“La S.V. è invitata al concerto di Musiche del M° Natalino Tacchetti, che saranno presentate in prima esecuzione assoluta nel salone ‘A. Pedrollo’ dell’Istituto musicale ‘F. Canneti’, lunedì 9 Giugno 1969, alle ore 21” – Il Presidente Prof. Domenico Stella
Il programma del concerto comprende i seguenti brani:
Suite per organo (Moderato – Adagio – Fantasia) (1965)
Fantasia e Capriccio (per solo flauto) (1967)
Elegia per violoncello e pianoforte (1947)
Sonatina per pianoforte (Allegro – Adagio – Rondò) (1954)
Preludio e Fuga a 2 voci (1968)
Due liriche per voce e pianoforte: A) L’orfano, di G. Pascoli (1947); B) Ballata, di G. Cavalcanti (1948) (Tacchetti al pianoforte)
Melodia per corno e pianoforte (1950) (Tacchetti al pianoforte)
Sonata per un trio di trombe (Allegro – Romanza – Rondò) (1963)
Ed ecco la locandina con il programma dettagliato, corredato dai nomi degli esecutori (tra i quali spicca la “The Boston Brass” orchestra per il Trio di trombe):
Chiaramente un tale concerto suscita interesse e curiosità fra gli addetti ai lavori, ma anche tra il pubblico semplicemente appassionato di musica, che gremisce la sala. A firma di Gaetano Poloni – compositore, critico musicale e già insegnante presso il medesimo Istituto musicale – il Giornale di Vicenza, in data 11 giugno 1969, recensisce il concerto del Canneti:
“Calorosi consensi all’autore
Concerto di musiche del maestro Tacchetti
Nel Salone ‘Arrigo Pedrollo’ dell’Istituto musicale ‘F. Canneti’ sono state presentate, in prima esecuzione assoluta, otto composizioni di vario genere composte dal maestro concittadino Natalino Tacchetti, la caratteristica sostanziale delle quali risiede nel loro atteggiamento verso maniere in cui si dispiegano valori formali che si adeguano ai principi estetici di un linguaggio sempre proteso all’affannosa ricerca di nuove immagini sonore che giungono talora al limite estremo delle più appassionate esperienze. Dotato di una versatile musicalità, influenzata dal nuovo ideale sonoro, egli si è valso di tali sue virtù animando un programma formato, nella sua interezza, di opere dense di attualità tecniche distribuite con esperta mano.
Anzitutto la ‘Sonata per Organo’, lavoro che mostra nella sua struttura una elaborazione ritmica-polifonica fondata sull’amplificazione della tonalità, compiutamente resa da Vittorio Bolcato (scuola del M° Giuseppe De Marzi) che ha saputo innestarvi senso emotivo e coloristico attraverso un’aderente e varia registrazione.
E’ seguita poi la ‘Fantasia e Capriccio’ (per solo flauto), suggestiva pagina in cui si anima un dolce echeggiare di mutevoli suoni trasmessi con sentimento e simmetrica misura di ritmo e fiato da Adriano Marchetti(scuola del prof. Pilade Rigoni).
Indi una ‘Elegia’ che alla superficie del tessuto sonoro porta i segni di una vena lirica densa di patetici richiami riprodotti con nitida cavata dal violoncellista prof. Pierluigi Ellero e dal duttile tocco della sua preziosa collaboratrice al pianoforte prof. Wanda Lenzi Ellero.
Nel centro del programma una estrosa ‘Sonatina’ per pianoforte ed un ‘Preludio e fuga’ bitonale di ottima fattura contrappuntistica che Linda Magaraggia ha staccate superando le asperità di spazianti sviluppi intrecciati da vividi contorni.
Colorite e sensibilizzate sono apparse poi due liriche per voce e pianoforte: ‘L’orfano’ di G. Pascoli e la ‘Ballata’ di G. Cavalcanti modulate con fervidi accenti ed elevata significazione poetica dal soprano Vera Traldi Giacomin. Ciascuna singola interpretazione è stata pianisticamente intessuta ed elaborata dall’autore con quella differenziata effusione richiesta da ognuno dei testi.
La seguente ‘Melodia’ (per corno e pianoforte), edificata su di un tema dai duri contorni, poggianti su di una frammentaria stesura pianistica, è stata resa in una alternativa di echi sonori e di ritmi ricavati puntualmente sia dal solista Peter J. Piorkowsi che dall’autore al pianoforte.
Il concerto si è concluso brillantemente con la ‘Sonata per un trio di trombe’ eseguita con bravura da Norman McNeill, Thomas Hornibrook e da Harry Abramowitz. Nell’Allegro ad un tema ritmicamente conciso ne segue un secondo di carattere cantabile in stile fugato; nella ‘Romanza’ vi aleggia un’espressiva linea melodica eseguita con sordine; la Sonata si conclude con un vistoso ‘Rondò’ che ha posto in viva luce le reali capacità degli esecutori nonché l’architettonica costruzione di tutti e tre i tempi della ricreata composizione.
Le predette opere, tenendo conto delle complesse esigenze dell’impervio stile, sono state eseguite con un riflessivo e sagace concetto realizzatore.
Le manifestazioni di plauso, dedicate dal numeroso pubblico al maestro Tacchetti e ai suoi eccellenti collaboratori, sono state vive e calorose.
Prima del concerto il maestro Giuseppe de Marzi ha precisato la figura del maestro contemporaneo separandolo polemicamente dall’immagine banale del musicante “dal mondo dei consumi”. Ha inoltre analizzato in termini estetici l’opera del maestro Tacchetti. [G. P.]”
Anche il Gazzettino, in data 17 giugno 1969, dedica un articolo (cui purtroppo manca la firma) al concerto del Canneti:
“Vita Culturale
Musiche del vicentino Tacchetti eseguite all’Istituto Canneti
Natalino Tacchetti, vicentino, ha presentato parte della sua produzione musicale in un concerto tenuto nella sala ‘Pedrollo’ dell’Istituto musicale Canneti. Le musiche abbraccianti un arco di venti anni, hanno rivelato quanto questo valido musicista sia attento alle esperienze più attuali, sempre tenendosi però nell’ambito della sonorità strumentale, tralasciando perciò, e a ragione, certe trovate rumoristiche o elettroniche che i nuovi inventori di suoni tentano di inserire nel linguaggio moderno.
Tacchetti ha dimostrato di possedere solidissima base e armonica e contrappuntistica, servendosi di queste scienze per comunicare le sue ispirazioni a nuclei sonori, a strappi ritmici, a tratti elegiaci sostenuti sempre da poetica visione del linguaggio.
Dalla ‘Suite’ per organo, costruita secondo le esigenze dell’impiego liturgico e vincitrice anche di un concorso internazionale di musica sacra, al ‘Capriccio’ per solo flauto, sconcertante costruzione ricca di pregi sia stilistici che prettamente tecnico-musicali. Dalla ‘Elegia’ per violoncello e pianoforte, fortemente espressiva e melodicamente struggente, alla ‘Sonatina’ per pianoforte, costruita secondo la forma classica, ma ambientata nell’attuale mondo ritmico e armonico.
Il programma è proseguito con un ‘Preludio e Fuga’ per pianoforte, composizione solidissima e rivelatrice delle ultime positive esperienze del maestro. Hanno fatto seguito due ‘Liriche’ per voce di soprano e pianoforte, la prima ancora dentro le esperienze giovanili, la seconda già libera e capace di dimostrare la vera possibilità inventiva dell’autore. La ‘Melodia’ per corno e pianoforte, pur nella sua brevità, ha destato molto interesse per la ricerca sonora con suggestivi momenti d’eco.
Ha concluso la ‘Sonata’ per tre trombe, brillantissima e tematicamente molto congeniale agli strumenti usati, segno evidente della conoscenza tecnica che il maestro Tacchetti ha per gli strumenti che usa.
Il concerto, riuscitissimo per l’interesse destato, per il concorso di pubblico attento e plaudente, è stato realizzato grazie alla partecipazione di ottimi esecutori. […]”
Di seguito le foto di alcuni dei protagonisti del concerto, recuperate dall’archivio del maestro Tacchetti.
Vittorio Bolcato, organista e compositore, esegue la “Sonata per organo”
Il prof. Pierluigi Ellero al violoncello durante l’esecuzione dell'”Elegia”
Una giovanissima Linda Magaraggia al pianoforte durante l’esecuzione della “Sonatina”
Il maestro Tacchetti accompagna al pianoforte la soprano Vera Traldi Giacomin in una delle liriche per voce e pianoforte. Sullo sfondo, un tecnico del suono è impegnato nella registrazione del concerto, che purtroppo è andata perduta.